Atalanta senza pietà: passa con il romano Tiribocchi a un quarto d'ora dalla fine, dopo una generosa gara dei ciociari. La sorte, che da tempo ci ha voltato le spalle, ha dato la sportellata definitiva due minuti dopo, quando è stato espulso Beati. Che si poteva fare contro lo squadrone nerazzurro, che si stava giocando il primato e la serie A?
Però una cosa la vogliamo dire. Non sappiamo come stiano con precisione le cose, ma a giudicare dall'esterno si deve dire che non si dà l'annuncio della cessione di Lodi al Catania proprio nel giorno di una gara decisiva, se ti vuoi salvare veramente. Lodi era l'anima del nostro centrocampo, e non lo dai via se vuoi coltivare la speranza di salvarti.
Ora la salvezza ipotetica dista 5 punti. Mancano 18 giornate alla fine e sabato si va a Portogruaro.
La condanna non è ancora definitiva, ma le speranze diminuiscono turno dopo turno.
Qui Lazio by Luigi Jadicicco raccoglie tutti i laziali, a cominciare da quelli dei nostri paesi che sono orgogliosi di far parte di una terra ricca di gloria, di arte e di storia. Con loro i tifosi della Lazio, prima squadra di calcio di Roma. Degli amati paesi laziali trattiamo tutti i problemi, le attese, le speranze.
lunedì 31 gennaio 2011
Classifiche di rendimento per Fantacalcio 22.ma
Portieri: Julio Cesar Agazzi Rosati
Difensori: Maicon Bonera Santacroce
Thiago Silva Lucio Zapata
Yepes Campagnaro Kaladze
Centrocampisti: Isla Kharja Ambrosini
Hamsik Zanetti Pinzi
Yebda Filippini Asamoah
Bogliacino Sanchez Cambiasso
Attaccanti:Pazzini Pellissier Matri
Cavani Ibrahimovic Kozak
Robinho Eto'o Bogdani
Allenatori: Allegri Mazzarri Guidolin
Il migliore: il neointerista Pazzini, protagonista della rimonta contro il Palermo
Il podio: secondo posto per il grande goleador napoletano Cavani, con la sua solita
doppietta; terzo il consueto grande Ibrahimovic, bussola del Milan capolista
La formazione della settimana: Julio Cesar; Maicon, Thiago Silva, Yepes; Isla,
Hamsik, Yebda, Bogliacino; Pazzini, Cavani, Robinho. Allenatore Allegri
La nazionale della settimana: Agazzi; Bonera, Andreolli, Antonini; Ambrosini, Pinzi, Filippini, Biondini; Pellissier, Matri, Mascara. Allenatore Allegri.
Difensori: Maicon Bonera Santacroce
Thiago Silva Lucio Zapata
Yepes Campagnaro Kaladze
Centrocampisti: Isla Kharja Ambrosini
Hamsik Zanetti Pinzi
Yebda Filippini Asamoah
Bogliacino Sanchez Cambiasso
Attaccanti:Pazzini Pellissier Matri
Cavani Ibrahimovic Kozak
Robinho Eto'o Bogdani
Allenatori: Allegri Mazzarri Guidolin
Il migliore: il neointerista Pazzini, protagonista della rimonta contro il Palermo
Il podio: secondo posto per il grande goleador napoletano Cavani, con la sua solita
doppietta; terzo il consueto grande Ibrahimovic, bussola del Milan capolista
La formazione della settimana: Julio Cesar; Maicon, Thiago Silva, Yepes; Isla,
Hamsik, Yebda, Bogliacino; Pazzini, Cavani, Robinho. Allenatore Allegri
La nazionale della settimana: Agazzi; Bonera, Andreolli, Antonini; Ambrosini, Pinzi, Filippini, Biondini; Pellissier, Matri, Mascara. Allenatore Allegri.
Juventus e Palermo perdono terreno
Delle otto sorelle, ben cinque sono state vittoriose: Milan Napoli Lazio Inter e Udinese.
Sembra dunque che nulla si sia mosso per la lotta scudetto. Ma la Juventus e il Palermo, specialmente la prima che ha perduto in casa contro la sempre più incalzante Udinese, hanno perduto tre punti d 'oro per la corsa alle coppe europee. La Roma a Bologna è stata fermata dalla neve: il discorso sui giallorossi rimane sospeso, in pratica intatto.
Juventus e Palermo, piano piano, si stanno staccando dalle grandi: hanno rispetivamente tre e quattro punti di ritardo dal quarto posto. Se continuano così, presto anche l'Europa League entrerà in discussione, per loro.
Per la Champions, Milan, Napoli e Inter sembrano le favorite, e forse la lotta residua sarà proprio fra Roma e Lazio.
Per lo scudetto, ogni turno che passa salgono le azioni del Milan: in percentuale, Milan 50, Inter 20, Napoli 15, Roma 10, Lazio 5. Per le altre, scenario chiuso.
Sembra dunque che nulla si sia mosso per la lotta scudetto. Ma la Juventus e il Palermo, specialmente la prima che ha perduto in casa contro la sempre più incalzante Udinese, hanno perduto tre punti d 'oro per la corsa alle coppe europee. La Roma a Bologna è stata fermata dalla neve: il discorso sui giallorossi rimane sospeso, in pratica intatto.
Juventus e Palermo, piano piano, si stanno staccando dalle grandi: hanno rispetivamente tre e quattro punti di ritardo dal quarto posto. Se continuano così, presto anche l'Europa League entrerà in discussione, per loro.
Per la Champions, Milan, Napoli e Inter sembrano le favorite, e forse la lotta residua sarà proprio fra Roma e Lazio.
Per lo scudetto, ogni turno che passa salgono le azioni del Milan: in percentuale, Milan 50, Inter 20, Napoli 15, Roma 10, Lazio 5. Per le altre, scenario chiuso.
domenica 30 gennaio 2011
Una mossa intelligente: Blasi alla Lazio, Foggia al Napoli
Delle volte le società di calcio sembrano anche capaci di ragionare. Molto ragionevole, infatti, appare lo scambio Blasi-Foggia tra Napoli e Lazio: Blasi è un civitavecchiese de Roma che torna nella sua città, così come Pasqualino Foggia può tornare nella sua Napoli. Alla Lazio, poi, serviva come il pane un centrocampista con una notevole dose d'intelligenza, come è sempre stato Blasi, il quale può surrogare sia Ledesma che Matuzalem e dare una valida mano al centrocampo laziale apparso recentemente in difficoltà proprio sul piano delle idee.
Quanto a Foggia, al Napoli occorreva un vice Lavezzi, e siamo sicuri che Pasqualino non mancherà di dimostrare la sua classe: è un gran bel giocatore che ha solo bisogno di trovare un suo spazio, mentre alla Lazio era chiuso inesorabilmente da Zarate.
Personalmente, spero che Lotito abbia aggiunto la clausola del diritto di riscatto per Blasi, che potrebbe tornare utilissimo anche per il futuro, essendo ancora abbastanza giovane: 29 anni. Dice: ma era romanista. Sì, come Peruzzi. E ormai il fatto risale all'anno 2000. Ne è passata, di acqua, sotto i ponti del Tevere. Perfino con uno scudetto della Lazio, che rischia di non trovare un successore per chissà quanto tempo.
Quanto a Foggia, al Napoli occorreva un vice Lavezzi, e siamo sicuri che Pasqualino non mancherà di dimostrare la sua classe: è un gran bel giocatore che ha solo bisogno di trovare un suo spazio, mentre alla Lazio era chiuso inesorabilmente da Zarate.
Personalmente, spero che Lotito abbia aggiunto la clausola del diritto di riscatto per Blasi, che potrebbe tornare utilissimo anche per il futuro, essendo ancora abbastanza giovane: 29 anni. Dice: ma era romanista. Sì, come Peruzzi. E ormai il fatto risale all'anno 2000. Ne è passata, di acqua, sotto i ponti del Tevere. Perfino con uno scudetto della Lazio, che rischia di non trovare un successore per chissà quanto tempo.
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calciomercato
Il pagellino di Lazio-Fiorentina
Muslera 6: sempre sicuro nei pochi interventi effettuati
Lichtsteiner 6: tenta un paio di sgroppate, ma non è in vena
Biava 6: il solito apporto sicuro e giudizioso in fase di controllo
Stendardo 6: entra con un po' di timore, ma termina in crescendo
Radu 7: finale degno di un grande terzino, travolgente in area avversaria
Gonzalez 6.5: generoso il suo contributo al lavoro di centrocampo
Ledesma 5.5: vorrebbe fare di più, ma la forma lo assiste poco
Brocchi 6: gran mole di lavoro, ma le idee sono un po' forzate
Mauri 6: appare in graduale ripresa e viene fuori nel finale
Kozak 7.5: cinque minuti travolgenti, due gol, una prova da grande
Floccari 5.5: un nuovo infortunio frena la sua azione
Sculli 6.5: ottimo finale. Ha un'eccellente visione di gioco
Reja 6.5: due cambi forzati. Di più non poteva fare.
Lichtsteiner 6: tenta un paio di sgroppate, ma non è in vena
Biava 6: il solito apporto sicuro e giudizioso in fase di controllo
Stendardo 6: entra con un po' di timore, ma termina in crescendo
Radu 7: finale degno di un grande terzino, travolgente in area avversaria
Gonzalez 6.5: generoso il suo contributo al lavoro di centrocampo
Ledesma 5.5: vorrebbe fare di più, ma la forma lo assiste poco
Brocchi 6: gran mole di lavoro, ma le idee sono un po' forzate
Mauri 6: appare in graduale ripresa e viene fuori nel finale
Kozak 7.5: cinque minuti travolgenti, due gol, una prova da grande
Floccari 5.5: un nuovo infortunio frena la sua azione
Sculli 6.5: ottimo finale. Ha un'eccellente visione di gioco
Reja 6.5: due cambi forzati. Di più non poteva fare.
Il tassametro di Libor: un gol ogni 48 minuti!
Libor Kozak: dicono di lui che si fa largo in area di rigore a spallate. Dicono di lui che è rozzo ed energico nello stile. Dicono di lui che ricorda un po' Gunnar Nordahl. Quello un vichingo, questo un cosacco.
Dicono di lui soprattutto le cifre: ha giocato 241 minuti e ha segnato quattro gol e l'autogol di Zapata che porta la sua firma. Guarda caso, tutti gol decisivi, un contributo alla classifica della Lazio di dodici punti. Dividendo quel 241 per 5 esce fuori la cifra di 48: una rete ogni 48 minuti. I più forti goleador hanno un quoziente di 0.59. Ibrahimovic e Di Natale non arrivano a questa cifra.
Chi lo sa se Kozak potrà mai continuare a questa fantastica media. Forse no. Ma in pochi mesi,da quando è cominciato questo campionato, a partire dalle amichevoli in cui fu capocannoniere laziale con 8 gol, lui si è creato questa fama che va incontro alle esigenze della Lazio.
A furia di sognare una punta possente, 195 centimetri per 80 chilogrammi, un uomo da almeno venti gol a campionato, Edy Reja senza volerlo se lo è ritrovato in casa. Altro che Almeida e Santacruz, che Boghossian e Samaras, che Klose e chissà diavolo chi altro.
Ora Reja deve imparare ad usarlo seriamente, e non più col contagocce. Non sono stati sprecati i soldi di Floccari e Sculli, che non sono punte da sfondamento, ma solidissime seconde punte.
Lotito si stropiccia le mani. Ha risparmiato almeno 10 milioni. Con i quali potrà acquistare un grosso centrocampista o un centrale di grido, che oggi come oggi sono i giocatori di cui la Lazio avverte maggiormente il bisogno.
Dicono di lui soprattutto le cifre: ha giocato 241 minuti e ha segnato quattro gol e l'autogol di Zapata che porta la sua firma. Guarda caso, tutti gol decisivi, un contributo alla classifica della Lazio di dodici punti. Dividendo quel 241 per 5 esce fuori la cifra di 48: una rete ogni 48 minuti. I più forti goleador hanno un quoziente di 0.59. Ibrahimovic e Di Natale non arrivano a questa cifra.
Chi lo sa se Kozak potrà mai continuare a questa fantastica media. Forse no. Ma in pochi mesi,da quando è cominciato questo campionato, a partire dalle amichevoli in cui fu capocannoniere laziale con 8 gol, lui si è creato questa fama che va incontro alle esigenze della Lazio.
A furia di sognare una punta possente, 195 centimetri per 80 chilogrammi, un uomo da almeno venti gol a campionato, Edy Reja senza volerlo se lo è ritrovato in casa. Altro che Almeida e Santacruz, che Boghossian e Samaras, che Klose e chissà diavolo chi altro.
Ora Reja deve imparare ad usarlo seriamente, e non più col contagocce. Non sono stati sprecati i soldi di Floccari e Sculli, che non sono punte da sfondamento, ma solidissime seconde punte.
Lotito si stropiccia le mani. Ha risparmiato almeno 10 milioni. Con i quali potrà acquistare un grosso centrocampista o un centrale di grido, che oggi come oggi sono i giocatori di cui la Lazio avverte maggiormente il bisogno.
sabato 29 gennaio 2011
Kozak regala alla Lazio i 40 punti della salvezza
Libor Kozak, con due gol nel giro di cinque minuti , quando pareva che la partita si stesse avviando sullo 0-0, ha regalato alla Lazio altri tre punti preziosissimi, che valgono quella quota 40 che significa salvezza. Tutto quel che verrà, da ora in poi, sarà un di più, sarà un guadagno.
Partita scialba, Lazio non in giornata, Fiorentina peggio. Lazio che deve rinunciare a Zarate, Dias, Matuzalem,Rocchi, e rinuncia volutamente ad Hernanes. Poi altri due colpi della malasorte: pochi minuti e s'infortuna Diakitè. Ancora un'altra rinuncia forzata poco dopo: si stira Floccari, deve uscire, entra al suo posto Sculli che non sta benissimo fisicamente, rimane solo la possibilità di un cambio: s'invoca l'inesto di Hernanes, perchè non c'è nessuno che abbia un lampo di luce.
Si stava mettendo proprio male. E' allora che è salito alla ribalta Kozak, fino a quel momento ben controllato da Koldrup. Libor si scatena in una gran fuga al 24' della ripresa. Devono stenderlo in area. Con estrema freddezza chiede di battere il rigore e lo realizza battendo Boruc, il portiere nazionale polacco.
Accanto a Kozak, dobbiamo mettere subito Sculli: nel finale è mobilissimo, pericoloso, serve meravigliosamente Kozak vicino al palo, e Kozak batte a rete a colpo sicuro: siamo al 29', e per come è stata evanescente la Fiorentina, questo significa vittoria, significa 40 punti , si torna provvisoriamente al secondo posto, si stacca di due punti la Roma nella speranza che non vinca domani a Bologna. Di Vaio ha promesso 3 gol ai giallorossi, e noi facciamo tifo per lui.
Così, dal grigiore assoluto, la Lazio è uscita ritrovando fiducia e concretezza. Nelle condizioni in cui eravamo, non potevamo chiedere di meglio. E martedì c'è Milan-Lazio, dove abbiamo proprio tutto da guadagnare e niente da perdere.
Oltre a Kozak e Sculli, segnaliamo la buona prova di Radu, che nelle poche avanzate che ha osato ha portato scompiglio nella difesa fiorentina.
Gli altri sono andati così così, ma troveranno il modo di uscire dal cono d'ombra e di ritrovare presto uno spicchio di luce. La Lazio non è cotta, si può riposare mentre le altre dovranno bocccheggiare dalla fatica. Chissà...
Partita scialba, Lazio non in giornata, Fiorentina peggio. Lazio che deve rinunciare a Zarate, Dias, Matuzalem,Rocchi, e rinuncia volutamente ad Hernanes. Poi altri due colpi della malasorte: pochi minuti e s'infortuna Diakitè. Ancora un'altra rinuncia forzata poco dopo: si stira Floccari, deve uscire, entra al suo posto Sculli che non sta benissimo fisicamente, rimane solo la possibilità di un cambio: s'invoca l'inesto di Hernanes, perchè non c'è nessuno che abbia un lampo di luce.
Si stava mettendo proprio male. E' allora che è salito alla ribalta Kozak, fino a quel momento ben controllato da Koldrup. Libor si scatena in una gran fuga al 24' della ripresa. Devono stenderlo in area. Con estrema freddezza chiede di battere il rigore e lo realizza battendo Boruc, il portiere nazionale polacco.
Accanto a Kozak, dobbiamo mettere subito Sculli: nel finale è mobilissimo, pericoloso, serve meravigliosamente Kozak vicino al palo, e Kozak batte a rete a colpo sicuro: siamo al 29', e per come è stata evanescente la Fiorentina, questo significa vittoria, significa 40 punti , si torna provvisoriamente al secondo posto, si stacca di due punti la Roma nella speranza che non vinca domani a Bologna. Di Vaio ha promesso 3 gol ai giallorossi, e noi facciamo tifo per lui.
Così, dal grigiore assoluto, la Lazio è uscita ritrovando fiducia e concretezza. Nelle condizioni in cui eravamo, non potevamo chiedere di meglio. E martedì c'è Milan-Lazio, dove abbiamo proprio tutto da guadagnare e niente da perdere.
Oltre a Kozak e Sculli, segnaliamo la buona prova di Radu, che nelle poche avanzate che ha osato ha portato scompiglio nella difesa fiorentina.
Gli altri sono andati così così, ma troveranno il modo di uscire dal cono d'ombra e di ritrovare presto uno spicchio di luce. La Lazio non è cotta, si può riposare mentre le altre dovranno bocccheggiare dalla fatica. Chissà...
Il pappagallino e la faina - 67- storie di animali
Un suonatore girovago se ne andava di paese in paese suonando il suo piffero, e portando con sé una gabbietta.
Nella gabbietta c'era un piccolo pappagallo azzurro-giallo-verde e tante altre sfumature di colori, il quale, quando si avvicinava una persona curiosa, estraeva da un piccolo cassetto, fra tanti foglietti colorati, quello che la fortuna le aveva destinato. L'avventore pagava una piccola moneta al suonatore e si metteva a leggere il suo destino: sarai un bravo commerciante, diventerai un'eccezionale ballerina, e tre numeri: 27 - 81 - 43, per un terno alla ruota di Napoli.
Il pappagallino Filippo, svelto e intelligente, sapeva che il foglietto verde era per gli uomini, quello rosso per le donne, quello celeste per le bambine e quello giallo per i bambini. Col suo beccuccio, non sbagliava un colpo. Era proprio simpatico, e piaceva a tutti.
Piaceva specialmente a una faina dalla lunga coda, Marta, che era sbucata da un boschetto vicino alla piazza del paese, dove il suonatore si era fermato e aveva posato la sua gabbia. Era il primo pomeriggio, la gente era tutta andata via.
La faina Marta stava aspettando proprio quel momento. Il vecchio suonatore, Salvatore, dopo aver mangiato un pezzo di pane con un po' di formaggio, si era appisolato su un sedile di pietra e non si accorgeva di nulla.
La faina Marta si accostò piano piano alla gabbia e si mise a parlare col pappagallino Filippo.
- Ciao, piccolo amico. Come stai? -
- Io molto bene - rispose Filippo. - Ho mangiato i miei semi di miglio e bevuto l'acqua fresca. Il mio padrone cambia tutti i giorni la carta sul fondo della mia gabbia e le mie penne sono sempre lisce e pulite, E tu, da dove vieni ? -
- Vengo da un bel boschetto qui vicino. Lì non soffro tutto il caldo che c'é qui. Perché non esci dalla tua gabbietta e non vieni a prendere un po' d'aria con me? -
Nel dir così, la faina Marta si leccò le labbra con la lingua ruvida, e questo gesto, senza sapere perché, non piacque per niente al pappagallino Filippo. Chissà? Forse la faina non aveva ancora fatto il suo pranzetto, e l'ora era passata.
- Hai mangiato ? - chiese Filippo un po' preccupato.
- Siii...- fece la faina Marta languidamente, con un lungo sbadiglio. In realtà, stava morendo di fame , e avrebbe voluto fare un solo boccone di Filippo, un volatile di cui le faine sono ghiotte.
Qualcosa diceva al pappagallino Filippo di non tentare di uscire da quella gabbia. Se avesse spinto con un po' di forza il cassetto coi bigliettini, questa poteva essere una buona via di uscita, ma quella faina dall'occhio avido gli piaceva poco.
Infatti la faina Marta si era decisa: avrebbe rovesciato la gabbia e fatto uscire il pappagallino, e poi...
Ma, avventandosi sulla gabbia, la faina fece un rumore troppo brusco, e il suonatore Salvatore si svegliò di colpo. Vide quella lunga coda, quelle zampe con gli unghioni, quella bestiola avida e ingorda, e le gettò contro il grosso ombrellone verde che portava sempre con sé.
La faina fu colpita a una zampa, fece un brutto strillo, e zoppicando riuscì a rifugiarsi a malapena nel boschetto. Altro che bocconcino! Per poco non ci restava secca. Ora non le rimaneva che leccarsi quella brutta ferita.
Nella gabbietta c'era un piccolo pappagallo azzurro-giallo-verde e tante altre sfumature di colori, il quale, quando si avvicinava una persona curiosa, estraeva da un piccolo cassetto, fra tanti foglietti colorati, quello che la fortuna le aveva destinato. L'avventore pagava una piccola moneta al suonatore e si metteva a leggere il suo destino: sarai un bravo commerciante, diventerai un'eccezionale ballerina, e tre numeri: 27 - 81 - 43, per un terno alla ruota di Napoli.
Il pappagallino Filippo, svelto e intelligente, sapeva che il foglietto verde era per gli uomini, quello rosso per le donne, quello celeste per le bambine e quello giallo per i bambini. Col suo beccuccio, non sbagliava un colpo. Era proprio simpatico, e piaceva a tutti.
Piaceva specialmente a una faina dalla lunga coda, Marta, che era sbucata da un boschetto vicino alla piazza del paese, dove il suonatore si era fermato e aveva posato la sua gabbia. Era il primo pomeriggio, la gente era tutta andata via.
La faina Marta stava aspettando proprio quel momento. Il vecchio suonatore, Salvatore, dopo aver mangiato un pezzo di pane con un po' di formaggio, si era appisolato su un sedile di pietra e non si accorgeva di nulla.
La faina Marta si accostò piano piano alla gabbia e si mise a parlare col pappagallino Filippo.
- Ciao, piccolo amico. Come stai? -
- Io molto bene - rispose Filippo. - Ho mangiato i miei semi di miglio e bevuto l'acqua fresca. Il mio padrone cambia tutti i giorni la carta sul fondo della mia gabbia e le mie penne sono sempre lisce e pulite, E tu, da dove vieni ? -
- Vengo da un bel boschetto qui vicino. Lì non soffro tutto il caldo che c'é qui. Perché non esci dalla tua gabbietta e non vieni a prendere un po' d'aria con me? -
Nel dir così, la faina Marta si leccò le labbra con la lingua ruvida, e questo gesto, senza sapere perché, non piacque per niente al pappagallino Filippo. Chissà? Forse la faina non aveva ancora fatto il suo pranzetto, e l'ora era passata.
- Hai mangiato ? - chiese Filippo un po' preccupato.
- Siii...- fece la faina Marta languidamente, con un lungo sbadiglio. In realtà, stava morendo di fame , e avrebbe voluto fare un solo boccone di Filippo, un volatile di cui le faine sono ghiotte.
Qualcosa diceva al pappagallino Filippo di non tentare di uscire da quella gabbia. Se avesse spinto con un po' di forza il cassetto coi bigliettini, questa poteva essere una buona via di uscita, ma quella faina dall'occhio avido gli piaceva poco.
Infatti la faina Marta si era decisa: avrebbe rovesciato la gabbia e fatto uscire il pappagallino, e poi...
Ma, avventandosi sulla gabbia, la faina fece un rumore troppo brusco, e il suonatore Salvatore si svegliò di colpo. Vide quella lunga coda, quelle zampe con gli unghioni, quella bestiola avida e ingorda, e le gettò contro il grosso ombrellone verde che portava sempre con sé.
La faina fu colpita a una zampa, fece un brutto strillo, e zoppicando riuscì a rifugiarsi a malapena nel boschetto. Altro che bocconcino! Per poco non ci restava secca. Ora non le rimaneva che leccarsi quella brutta ferita.
venerdì 28 gennaio 2011
Che dice l'aquila Olimpia? Ci penserà Pasqualino
Sono l'aquila Olimpia. Domani alle 18 torna il mio volo. Ho sentito tanto freddo, in questi giorni: la mia bella squadra biancoceleste sembra si sia smarrita fra le nebbie, io non la ritrovo.
Ma ora sento che il sole sta per tornare, piano piano. Mi piange il cuore nel sentire che il mio Maurito è stato squalificato, a Bologna ha perso la testa perché da tanto tempo non gli riesce più uno di quei meravigliosi gol che soltanto lui sa inventare. Ma presto tutto tornerà al suo posto. Contro la Fiorentina rivedremo un altro piccoletto che avevamo quasi dimenticato: Pasqualino Foggia. Anche lui è forte, anche lui sa inventare cose belle, e vedrete che contro i viola di Mihajlovic riuscirà a concludere qualcosa d'importante.
E poi c'è Floccari: lui il gol, bellissimo,l'ha ritrovato anche in una giornata nera come quella di Bologna. Ora deve tornare a segnare all'Olimpico, e presto sarà così. Che crisi e crisi! La squadra ha preso solo un'altra sbandata nel derby di Coppa Italia, dove ci eravamo battuti alla pari con la Roma. I giallorossi sono forti, lo hanno dimostrato a Torino contro la Juventus, con le reti di Vucinic e Taddei. La Lazio di Edy Reja, almeno, ha fatto una figura migliore che non la Juventus. Vuol dire che noi siamo forti e siamo stati soltanto sfortunati.
Tiriamo fuori quel che abbiamo nel cuore e nelle gambe. E' ancora tanto. Chi dice che dobbiamo rassegnarci a puntare soltanto all'ottavo posto? Possiamo ancora benissimo puntare al quarto, quello che ci darebbe la Champions. Male che vada, ci sono i posti fino al settimo che ci darebbero l'Europa League, e anche quello, per ora, sarebbe un buon palcoscenico per la troupe guidata da Hernanes.
Io, aquila Olimpia, scommetto sulla Lazio. Seguite il mio volo, domani sera. E presto sarà primavera! Ricordate Norcia, l'anno scorso? L'avvio della nostra rinascita? Il bello deve ancora arrivare: gli altri saranno stanchi, e noi saremo freschi come le rondini di San Benedetto.
Ma ora sento che il sole sta per tornare, piano piano. Mi piange il cuore nel sentire che il mio Maurito è stato squalificato, a Bologna ha perso la testa perché da tanto tempo non gli riesce più uno di quei meravigliosi gol che soltanto lui sa inventare. Ma presto tutto tornerà al suo posto. Contro la Fiorentina rivedremo un altro piccoletto che avevamo quasi dimenticato: Pasqualino Foggia. Anche lui è forte, anche lui sa inventare cose belle, e vedrete che contro i viola di Mihajlovic riuscirà a concludere qualcosa d'importante.
E poi c'è Floccari: lui il gol, bellissimo,l'ha ritrovato anche in una giornata nera come quella di Bologna. Ora deve tornare a segnare all'Olimpico, e presto sarà così. Che crisi e crisi! La squadra ha preso solo un'altra sbandata nel derby di Coppa Italia, dove ci eravamo battuti alla pari con la Roma. I giallorossi sono forti, lo hanno dimostrato a Torino contro la Juventus, con le reti di Vucinic e Taddei. La Lazio di Edy Reja, almeno, ha fatto una figura migliore che non la Juventus. Vuol dire che noi siamo forti e siamo stati soltanto sfortunati.
Tiriamo fuori quel che abbiamo nel cuore e nelle gambe. E' ancora tanto. Chi dice che dobbiamo rassegnarci a puntare soltanto all'ottavo posto? Possiamo ancora benissimo puntare al quarto, quello che ci darebbe la Champions. Male che vada, ci sono i posti fino al settimo che ci darebbero l'Europa League, e anche quello, per ora, sarebbe un buon palcoscenico per la troupe guidata da Hernanes.
Io, aquila Olimpia, scommetto sulla Lazio. Seguite il mio volo, domani sera. E presto sarà primavera! Ricordate Norcia, l'anno scorso? L'avvio della nostra rinascita? Il bello deve ancora arrivare: gli altri saranno stanchi, e noi saremo freschi come le rondini di San Benedetto.
giovedì 27 gennaio 2011
Il pony e il mustang -66- storie di animali
L'uomo ha sempre amato i cavalli, che lo hanno acccompagnato in molte imprese e in molte fatiche nei lunghi secoli della sua esistenza.
Oggi vogliamo parlarvi di due tipi diversi di cavalli: uno, il pony, un piccolo cavallo particolarmente utile e addomesticato, che è la gioia di tanti bambini ; l'altro, il mustang, un cavallo selvatico americano, erede dei cavalli spagnoli giunti in America con i conquistadores, e poi allontanatisi dagli uomini e fuggiti nelle praterie, dove vivono in branchi in assoluta libertà.
Ci troviamo proprio ai limiti di una prateria americana, dove in una fattoria vive il pony Charlot, che sta brucando tranquillamente l'erba vicino alla staccionata.
Per caso, lì vicino, passa un mustang, Furia, cavallo selvaggio dalla lunghissima criniera, e vedendo il pony Charlot non può fare a meno di accostarsi incuriosito.
Batte un piede in terra, lancia un nitrito, e poi dice: - Che fai lì tutto solo, piccolo pony?Dove sono il tuo padrone e i bambini con cui giochi? -
Il pony Charlot rimase sorpreso da quella figura slanciata e selvaggia: - E tu chi sei,
che mi sembri un ribelle e uno sbandato? -
Furia aveva voglia di sfogarsi un po', e cominciò una lunga spiegazione. - Piccolo amico, anch'io tanto e tanto tempo fa ero uno come te, avevo dei padroni che erano soldati spagnoli con grandi elmi e corazze, e ci sottoponevano a incredibili fatiche. Una notte organizzammo la fuga, e da allora siamo liberi e ribelli, ci siamo moltiplicati e viviamo felici nelle grandi praterie, dove ci spostiamo in folti branchi cercando sempre pascoli nuovi. Tu come fai a star lì, tranquillo nella tua servitù all'uomo? -
- La mia servitù?- rispose il pony Charlot con calma. - Io sono a mio agio: mi danno buon cibo e tengono pulito il mio pelo. Ho due bambini che giocano sempre con me; uno è malato, e solo quando passeggia sulla mia groppa si sente felice. Fosse solo per questo, già dovrei essere soddisfatto per la mia esistenza. Tu, invece? -
- Vuoi forse dirmi che sono inutile? Che il mio pelo è sporco e la mia criniera è ribelle? La nostra gioia consiste nel vivere in branco, tutti uniti, ci guidiamo da soli e andiamo dove vogliamo. Non abbiamo padroni. Quando li avevamo, erano troppo cattivi con noi - replicò il mustang Furia con orgoglio.
-Perché sei tutto solo? Perché ti sei allontanato dal branco e ti sei accostato alla fattoria? Hai nostalgia? Vorresti tornare indietro e vivere come me? - chiese il pony Charlot.
- Non sia mai. E' stata solo una mia curiosità. Il mio branco è qua dietro la collina, e dall'alto ho visto te e la tua fattoria. C'è erba buona anche qui intorno - disse appoggiando un momento il grande muso ai pali dello steccato.
-Eccomi qui. Vedi bene che sono felice nella mia condizione, non mi sento schiavo, ma utile all'uomo e amato da lui e dai suoi bambini - rispose Charlot in tono soddisfatto.
- Sono felice per te - concluse Furia. - Ognuno sceglie la sua via e il suo modo di vivere. Senza invidia. Salutami i tuoi bambini: forse è l'unica cosa che mi manca -
Con queste parole, il mustang Furia prese a galoppare verso la collina, oltre la quale il suo branco l'aspettava, brucando l'erba e abbeverandosi nel fiume vicino.
Oggi vogliamo parlarvi di due tipi diversi di cavalli: uno, il pony, un piccolo cavallo particolarmente utile e addomesticato, che è la gioia di tanti bambini ; l'altro, il mustang, un cavallo selvatico americano, erede dei cavalli spagnoli giunti in America con i conquistadores, e poi allontanatisi dagli uomini e fuggiti nelle praterie, dove vivono in branchi in assoluta libertà.
Ci troviamo proprio ai limiti di una prateria americana, dove in una fattoria vive il pony Charlot, che sta brucando tranquillamente l'erba vicino alla staccionata.
Per caso, lì vicino, passa un mustang, Furia, cavallo selvaggio dalla lunghissima criniera, e vedendo il pony Charlot non può fare a meno di accostarsi incuriosito.
Batte un piede in terra, lancia un nitrito, e poi dice: - Che fai lì tutto solo, piccolo pony?Dove sono il tuo padrone e i bambini con cui giochi? -
Il pony Charlot rimase sorpreso da quella figura slanciata e selvaggia: - E tu chi sei,
che mi sembri un ribelle e uno sbandato? -
Furia aveva voglia di sfogarsi un po', e cominciò una lunga spiegazione. - Piccolo amico, anch'io tanto e tanto tempo fa ero uno come te, avevo dei padroni che erano soldati spagnoli con grandi elmi e corazze, e ci sottoponevano a incredibili fatiche. Una notte organizzammo la fuga, e da allora siamo liberi e ribelli, ci siamo moltiplicati e viviamo felici nelle grandi praterie, dove ci spostiamo in folti branchi cercando sempre pascoli nuovi. Tu come fai a star lì, tranquillo nella tua servitù all'uomo? -
- La mia servitù?- rispose il pony Charlot con calma. - Io sono a mio agio: mi danno buon cibo e tengono pulito il mio pelo. Ho due bambini che giocano sempre con me; uno è malato, e solo quando passeggia sulla mia groppa si sente felice. Fosse solo per questo, già dovrei essere soddisfatto per la mia esistenza. Tu, invece? -
- Vuoi forse dirmi che sono inutile? Che il mio pelo è sporco e la mia criniera è ribelle? La nostra gioia consiste nel vivere in branco, tutti uniti, ci guidiamo da soli e andiamo dove vogliamo. Non abbiamo padroni. Quando li avevamo, erano troppo cattivi con noi - replicò il mustang Furia con orgoglio.
-Perché sei tutto solo? Perché ti sei allontanato dal branco e ti sei accostato alla fattoria? Hai nostalgia? Vorresti tornare indietro e vivere come me? - chiese il pony Charlot.
- Non sia mai. E' stata solo una mia curiosità. Il mio branco è qua dietro la collina, e dall'alto ho visto te e la tua fattoria. C'è erba buona anche qui intorno - disse appoggiando un momento il grande muso ai pali dello steccato.
-Eccomi qui. Vedi bene che sono felice nella mia condizione, non mi sento schiavo, ma utile all'uomo e amato da lui e dai suoi bambini - rispose Charlot in tono soddisfatto.
- Sono felice per te - concluse Furia. - Ognuno sceglie la sua via e il suo modo di vivere. Senza invidia. Salutami i tuoi bambini: forse è l'unica cosa che mi manca -
Con queste parole, il mustang Furia prese a galoppare verso la collina, oltre la quale il suo branco l'aspettava, brucando l'erba e abbeverandosi nel fiume vicino.
Quanti ex laziali!
Nella stagione in corso, sono cambiate ovviamente le statistiche riferite ai nomi di ex calciatori laziali militanti nelle formazioni di serie A. Sono molti, almeno 25, e se ne possono fare due formazioni.
SQUADRA A
Sorrentino (Chievo)
De Silvestri (Fiorentina) Nesta (Milan) Domizzi (Udinese)
Mudingayi (Bologna) Liverani (Palermo) Pinzi (Udinese) Stankovic (Inter)
Pandev (Inter) Crespo (Parma) Di Vaio (Bologna)
SQUADRA B
Sereni (Brescia)
Oddo (Milan ) Pisano ( Parma) Cribari (Napoli) Faraoni (Inter)
Mutarelli (Bologna) Zauri (Sampdoria) Jimenez (Cesena) A.Filippini (Brescia)
Macheda (Sampdoria) Corradi (Udinese)
Avanzano, in qualità di riserve, due portieri, Roma del Milan e Orlandoni dell'Inter, e il centrocampista Gazzi del Bari.
SQUADRA A
Sorrentino (Chievo)
De Silvestri (Fiorentina) Nesta (Milan) Domizzi (Udinese)
Mudingayi (Bologna) Liverani (Palermo) Pinzi (Udinese) Stankovic (Inter)
Pandev (Inter) Crespo (Parma) Di Vaio (Bologna)
SQUADRA B
Sereni (Brescia)
Oddo (Milan ) Pisano ( Parma) Cribari (Napoli) Faraoni (Inter)
Mutarelli (Bologna) Zauri (Sampdoria) Jimenez (Cesena) A.Filippini (Brescia)
Macheda (Sampdoria) Corradi (Udinese)
Avanzano, in qualità di riserve, due portieri, Roma del Milan e Orlandoni dell'Inter, e il centrocampista Gazzi del Bari.
mercoledì 26 gennaio 2011
Chi è Bernardo Corradi
Bernardo Corradi, se davvero tornerà, rappresenta un gradito ritorno. E' un ragazzo educato ed equilibrato, che nella Lazio ha giocato due buonissime stagioni, tra il 2002 e il 2004, disputando 64 incontri e segnando 20 gol. E' stato un po' il suo periodo d'oro, sempre presente e autore di dieci gol a stagione. Con la Lazio Corradi ha vinto la Coppa Italia 2004. Inoltre Corradi ha giocato anche 13 partite in nazionale A, segnando 3 gol. E' dunque un uomo di buona quotazione.
Nel totale degli ultimi undici anni Corradi ha giocato nel Cagliari, nel Chievo (2 anni), nella Lazio (2 anni), nel Valencia, nel Parma (2 anni), nel Manchester City, nella Reggina e nell'Udinese, con un totale di 325 presenze e 75 gol - mediamente 30 presenze annuali e 7 gol.
Gioca stabilmente in area avversaria con il ruolo di torre, spalle voltate alla rete avversaria, difendendo abilmente il pallone, facendo da sponda e servendo il compagno meglio piazzato. Ottimo il colpo di testa in occasione dei calci piazzati.
Corradi ha lasciato nella Lazio un'ottima impressione non solo come calciatore, ma soprattutto come uomo spogliatoio, sempre corretto, al contrario di altri calciatori che
hanno lasciato la società sbattendo la porta e sprizzando veleno sui colori che hanno dato loro fama e denaro.
Perciò Bernardo Corradi, in caso di arrivo, verrebbe accolto con simpatia. Nel gioco e nel carattere ricorda il grande Cruz, il "jardinero". Il suo fisico, 189 centimetri per 82 chilogrammi, è ancora integro. Ha 33 anni, essendo nato a Siena il 30 marzo del 1976.
Nel totale degli ultimi undici anni Corradi ha giocato nel Cagliari, nel Chievo (2 anni), nella Lazio (2 anni), nel Valencia, nel Parma (2 anni), nel Manchester City, nella Reggina e nell'Udinese, con un totale di 325 presenze e 75 gol - mediamente 30 presenze annuali e 7 gol.
Gioca stabilmente in area avversaria con il ruolo di torre, spalle voltate alla rete avversaria, difendendo abilmente il pallone, facendo da sponda e servendo il compagno meglio piazzato. Ottimo il colpo di testa in occasione dei calci piazzati.
Corradi ha lasciato nella Lazio un'ottima impressione non solo come calciatore, ma soprattutto come uomo spogliatoio, sempre corretto, al contrario di altri calciatori che
hanno lasciato la società sbattendo la porta e sprizzando veleno sui colori che hanno dato loro fama e denaro.
Perciò Bernardo Corradi, in caso di arrivo, verrebbe accolto con simpatia. Nel gioco e nel carattere ricorda il grande Cruz, il "jardinero". Il suo fisico, 189 centimetri per 82 chilogrammi, è ancora integro. Ha 33 anni, essendo nato a Siena il 30 marzo del 1976.
Corradi-Ziegler rinforzi all'ultimo minuto?
Mercato di gennaio ormai in chiusura: la Lazio ha fatto mille chiacchiere e zero fatti. Si è accontentata di non cedere Kozak.
La situazione non tanto allegra in cui la squadra si è venuta a trovare alla vigilia di Lazio-Fiorentina ha fatto nascere una voce del'ultimissimo minuto: la Lazio prova a ingaggiare il terzino sinistro della Sampdoria Ziegler e la torre dell'Udinese Corradi per schierarli in campo sabato all'Olimpico.
Teoricamente potrebbe anche riuscirci. Il primo giocatore è stato contattato da un pezzo, e del secondo si è anche parlato come di una possibile soluzione: è vero che ha 33 anni, ma fisicamente sta bene, gioca di tanto in tanto, e soprattutto sa fare molto bene il mestiere di coprire e proteggere la palla nell'area di rigore avversaria, dando respiro e opportunità agli altri attaccanti. Potrebbe essseere utile soprattutto per piazzare la bordata di Floccari ed eventualmente di Kozak.
Certo, con la squalifica di Zarate e l'infortunio di Rocchi le nostre possibilità offensive sono ridotte al lumicino. Bisognerà forzare il recupero di Sculli o affidarsi a Kozak per i novanta minuti, cosa ancora prematura: il ragazzo copre bene, benissimo, venti minuti o mezz'ora, ma non gli si può chiuedere di più. Da qui la necesssità di un acquisto all'ultim'ora: ma la Lazio che non è riuscita a concludere nulla in due mesi, potrà fra qualcosa di meglio in due giorni?
Una vigilia quanto mai aspra, questa di Lazio-Fiorentina. Qui si vedranno le vere virtù psicologiche di Reja e agonistiche dei giocatori. Per fortuna c'è il rilancio di Hernanes, finalmente convocato in nazionale per l'incontro amichevole con la Francia,il 9 febbraio a Parigi, un'occasione d'oro per dimostrare di essere un campione vero. Ne risentirà beneficamente lui, e con lui tutta la squadra.
In difesa altri problemi, ma Diakitè dovrebbe sostituire bene Dias: Lichtsteiner, Biava e Radu sono a posto e chiedono solo di farsi perdonare errori recenti con una bella prova.In fase offensiva rimedieremo con Floccari-Sculli più una mezz'ora di Kozak. Se davvero dovessero venire Corradi e Ziegler, sarebbero i benvenuti.
Il resto lo farà l'aquila Olimpia, la nostra vera grande risorsa, che non ci tradirà.
La situazione non tanto allegra in cui la squadra si è venuta a trovare alla vigilia di Lazio-Fiorentina ha fatto nascere una voce del'ultimissimo minuto: la Lazio prova a ingaggiare il terzino sinistro della Sampdoria Ziegler e la torre dell'Udinese Corradi per schierarli in campo sabato all'Olimpico.
Teoricamente potrebbe anche riuscirci. Il primo giocatore è stato contattato da un pezzo, e del secondo si è anche parlato come di una possibile soluzione: è vero che ha 33 anni, ma fisicamente sta bene, gioca di tanto in tanto, e soprattutto sa fare molto bene il mestiere di coprire e proteggere la palla nell'area di rigore avversaria, dando respiro e opportunità agli altri attaccanti. Potrebbe essseere utile soprattutto per piazzare la bordata di Floccari ed eventualmente di Kozak.
Certo, con la squalifica di Zarate e l'infortunio di Rocchi le nostre possibilità offensive sono ridotte al lumicino. Bisognerà forzare il recupero di Sculli o affidarsi a Kozak per i novanta minuti, cosa ancora prematura: il ragazzo copre bene, benissimo, venti minuti o mezz'ora, ma non gli si può chiuedere di più. Da qui la necesssità di un acquisto all'ultim'ora: ma la Lazio che non è riuscita a concludere nulla in due mesi, potrà fra qualcosa di meglio in due giorni?
Una vigilia quanto mai aspra, questa di Lazio-Fiorentina. Qui si vedranno le vere virtù psicologiche di Reja e agonistiche dei giocatori. Per fortuna c'è il rilancio di Hernanes, finalmente convocato in nazionale per l'incontro amichevole con la Francia,il 9 febbraio a Parigi, un'occasione d'oro per dimostrare di essere un campione vero. Ne risentirà beneficamente lui, e con lui tutta la squadra.
In difesa altri problemi, ma Diakitè dovrebbe sostituire bene Dias: Lichtsteiner, Biava e Radu sono a posto e chiedono solo di farsi perdonare errori recenti con una bella prova.In fase offensiva rimedieremo con Floccari-Sculli più una mezz'ora di Kozak. Se davvero dovessero venire Corradi e Ziegler, sarebbero i benvenuti.
Il resto lo farà l'aquila Olimpia, la nostra vera grande risorsa, che non ci tradirà.
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martedì 25 gennaio 2011
Il piranha e la torpedine -65- storie di animali
Nei profondi mari dell'America del Sud, specialmente intorno alle sponde dell'Oceano Atlantico, vivono alcune specie di pesci strani e assai pericolosi.
Certamente avete sentito parlare e straparlare dei piranha, pesci assai brutti a vedersi, con corpo deforme e denti molto aguzzi, ma ancora più brutti a sfiorarli, perché voracissimi e disposti ad attaccare anche l'uomo. Vivono nelle acque dolci dei grandi fiumi che sboccano nell'oceano, e per le popolazioni indigene che vivono sulle rive di quei fiumi sono un grosso pericolo.
Il mare ospita poi un altro genere di brutto pesce, anch'esso deforme nell'aspetto, con testa piatta e ovale, bocca sdentata e varie fessure nel corpo: è la torpedine, che ricava il suo nome da un verbo greco che vuol dire "stordire, intorpidire", e che dalla bocca e dalle fessure del corpo emana potenti scariche elettriche, capaci di terrorizzare i pesci più grandi, compresi quelli più terribili, e di fare del male anche all'uomo.
Gran brutti pesci davvero, il piranha e la torpedine! Meno male che dalle nostre parti non si trovano o sono rarissimi.
Un giorno due esemplari di quei brutti pesci s'incontrarono sulle rive di un grande fiume sudamericano. Il piranha si chiamava Verres, e si stava appena appena svegliando dopo un ricco pasto di metà giornata. D'improvviso sentì come una breve ma intensa scarica: era la torpedine Cassandra che si stava avvicinando in acque per lei nuove, e si faceva largo con piccole scariche di preavviso.
Il piranha Verres si svegliò di colpo e urlò: - Che maniere sono queste? Fa' attenzione, perché stai correndo un brutto rischio -
La torpedine Cassandra, nel vedere quel brutto e scorbutico essere, rimase sbalordita: mamma mia, con quei denti aguzzi faceva davvero spavento! - E tu, sta' bene attento alle mie scosse, perché potresti riportare gravi danni -
Nel dir così, la torpedine produsse un'altra scossa di media portata, tale comunque da far battere i denti al piranha e sconvolgergli lo stomaco. Tentò di avventarsi contro quella odiosa rivale, ma riuscì solo a toccarle di striscio la coda: non lo avesse mai fatto, perché una terribile scossa lo colpì in pieno e lo fece crollare su un roccione lì vicino.
Ma la fibra del piranha è veramente forte, e in un solo minuto Verres si riprese e cacciò un urlo tremendo (avete mai sentito un pesce urlare? A modo loro lo fanno!)
Quell'urlo terrorizzò Cassandra; la torpedine capì di aver fatto un passo sbagliato, e che sarebbe andata incontro a qualcosa di estremamente pericoloso. Si diede alla fuga, con la coda che le faceva male per il morso che l'aveva quasi azzannata.
I denti del piranha erano ormai vicinissimi. Cassandra sentiva la morte che stava arrivando. Ma prima di accettare la sua orribile sorte, radunò le sue ultime energie, e produsse la scarica elettrica più potente di tutta la sua vita. Verres stava per stritolare la torpedine coi suoi denti, ma proprio in quel momento si sentì colpire da una violentissima scossa che lo annientò.
Piranha e torpedine caddero fulminati sul fondo, e centinaia di pesci piccolissimi li divorarono.
Certamente avete sentito parlare e straparlare dei piranha, pesci assai brutti a vedersi, con corpo deforme e denti molto aguzzi, ma ancora più brutti a sfiorarli, perché voracissimi e disposti ad attaccare anche l'uomo. Vivono nelle acque dolci dei grandi fiumi che sboccano nell'oceano, e per le popolazioni indigene che vivono sulle rive di quei fiumi sono un grosso pericolo.
Il mare ospita poi un altro genere di brutto pesce, anch'esso deforme nell'aspetto, con testa piatta e ovale, bocca sdentata e varie fessure nel corpo: è la torpedine, che ricava il suo nome da un verbo greco che vuol dire "stordire, intorpidire", e che dalla bocca e dalle fessure del corpo emana potenti scariche elettriche, capaci di terrorizzare i pesci più grandi, compresi quelli più terribili, e di fare del male anche all'uomo.
Gran brutti pesci davvero, il piranha e la torpedine! Meno male che dalle nostre parti non si trovano o sono rarissimi.
Un giorno due esemplari di quei brutti pesci s'incontrarono sulle rive di un grande fiume sudamericano. Il piranha si chiamava Verres, e si stava appena appena svegliando dopo un ricco pasto di metà giornata. D'improvviso sentì come una breve ma intensa scarica: era la torpedine Cassandra che si stava avvicinando in acque per lei nuove, e si faceva largo con piccole scariche di preavviso.
Il piranha Verres si svegliò di colpo e urlò: - Che maniere sono queste? Fa' attenzione, perché stai correndo un brutto rischio -
La torpedine Cassandra, nel vedere quel brutto e scorbutico essere, rimase sbalordita: mamma mia, con quei denti aguzzi faceva davvero spavento! - E tu, sta' bene attento alle mie scosse, perché potresti riportare gravi danni -
Nel dir così, la torpedine produsse un'altra scossa di media portata, tale comunque da far battere i denti al piranha e sconvolgergli lo stomaco. Tentò di avventarsi contro quella odiosa rivale, ma riuscì solo a toccarle di striscio la coda: non lo avesse mai fatto, perché una terribile scossa lo colpì in pieno e lo fece crollare su un roccione lì vicino.
Ma la fibra del piranha è veramente forte, e in un solo minuto Verres si riprese e cacciò un urlo tremendo (avete mai sentito un pesce urlare? A modo loro lo fanno!)
Quell'urlo terrorizzò Cassandra; la torpedine capì di aver fatto un passo sbagliato, e che sarebbe andata incontro a qualcosa di estremamente pericoloso. Si diede alla fuga, con la coda che le faceva male per il morso che l'aveva quasi azzannata.
I denti del piranha erano ormai vicinissimi. Cassandra sentiva la morte che stava arrivando. Ma prima di accettare la sua orribile sorte, radunò le sue ultime energie, e produsse la scarica elettrica più potente di tutta la sua vita. Verres stava per stritolare la torpedine coi suoi denti, ma proprio in quel momento si sentì colpire da una violentissima scossa che lo annientò.
Piranha e torpedine caddero fulminati sul fondo, e centinaia di pesci piccolissimi li divorarono.
lunedì 24 gennaio 2011
Paolo Di Canio allenatore della Lazio?
Ambienti bene informati danno per probabile un innesto di Paolo Di Canio nello staff tecnico della Lazio, come allenatore al fianco di Edy Reja che assumerebbe il ruolo di direttore generale.
Colpito dalle grandi risorse tecniche e dallo spirito costruttivo e pacificatore dell'ex campione biancoceleste, il presidente Lotito intenderebbe offrirgli questo incarico. Infatti Lotito desidererebbe proprio ottenere in classifica qualcosa di più dell'ottavo posto, giusto fuori dal giro delle Coppe, che Di Canio, con grande perspicacia, ha pronosticato per la Lazio. Lotito è rimasto colpito, soprattutto, dal grandissimo amore che Paolino ha conservato verso la squadra che gli ha dato i natali e gli ha costruito l'avvenire: logico quindi il suo auspicato ritorno.Si parla di un ingaggio di tre milioni di euro da qui a giugno, con possibilità di prolungamento a partire dal settimo posto eventualmente raggiunto in graduatoria.Invece, in caso di ottavo posto, l'ingaggio sarebbe gratuito.
Di Canio ha chiesto a Lotito di poter portare con sé il suo portafortuna particolare: un gufo al posto dell'aquila Olimpia.
Colpito dalle grandi risorse tecniche e dallo spirito costruttivo e pacificatore dell'ex campione biancoceleste, il presidente Lotito intenderebbe offrirgli questo incarico. Infatti Lotito desidererebbe proprio ottenere in classifica qualcosa di più dell'ottavo posto, giusto fuori dal giro delle Coppe, che Di Canio, con grande perspicacia, ha pronosticato per la Lazio. Lotito è rimasto colpito, soprattutto, dal grandissimo amore che Paolino ha conservato verso la squadra che gli ha dato i natali e gli ha costruito l'avvenire: logico quindi il suo auspicato ritorno.Si parla di un ingaggio di tre milioni di euro da qui a giugno, con possibilità di prolungamento a partire dal settimo posto eventualmente raggiunto in graduatoria.Invece, in caso di ottavo posto, l'ingaggio sarebbe gratuito.
Di Canio ha chiesto a Lotito di poter portare con sé il suo portafortuna particolare: un gufo al posto dell'aquila Olimpia.
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notizie
Zarate: ma quale svalutazione!
Dice: adesso Zarate sarà squalificato per la canizza organizzata a Bologna a fine partita, e il suo cartellino sarà svalutato, da 20 miliardi a quasi niente.
Risposta: e quanto vale, allora, il cartellino di Cassano? E quello di Totti, che ha fatto più capricci di madame Pompadour, sputato in faccia a mezza Europa e scalciato l'altra mezza? E uno come un certo Di Canio, quanti anni di squalifica e d'interdizione avrebbe meritato? E quell'angioletto di Materazzi?
Zarate sarà squalificato, ma non perchè è laziale perderà tanto di valore.E neppure perché è un'invenzione di Lotito. Ci vedo proprio del marcio, sotto.
Zarate valeva 20 milioni? Ma oltretutto ce lo siamo sfruttato per 3 anni, e questi tre anni a qualche cosa saranno valsi, no? Perchè allora piangere tanto per un plusvalore perduto? E quello trovato per Kozak?
Ma mettiamo che non siano valsi niente, questi tre anni. E che adesso di milioni ne valga 10. Vedresti quanti cani disposti a sganciare 10 milioni troveresti! E Lotito sarebbe il primo ad essere felice ad incassarli.
Zarate, rispetto a Cassano o ad altri campioni del genere, è un gran bravo ragazzo, ingenuo e in buona fede, e vale tanto oro quanto pesa. Quindici milioni almeno. Tiratelo fuori da un ambiente come quello della Lazio, dove tutti lo hanno viziato, e mandatelo magari al Milan, dove non se lo filerebbero poi troppo per i capricci che potrebbe fare. Sarebbe sempre un bel capitale da sfruttare.
Lasciamo passare la buriana, e poi teniamocelo, Zarate. Oppure, vendiamolo pure senza fare troppe tragedie. Morto un papa, se ne fa un altro. Dopo un bel funerale
pieno di candelabri d'oro.
Risposta: e quanto vale, allora, il cartellino di Cassano? E quello di Totti, che ha fatto più capricci di madame Pompadour, sputato in faccia a mezza Europa e scalciato l'altra mezza? E uno come un certo Di Canio, quanti anni di squalifica e d'interdizione avrebbe meritato? E quell'angioletto di Materazzi?
Zarate sarà squalificato, ma non perchè è laziale perderà tanto di valore.E neppure perché è un'invenzione di Lotito. Ci vedo proprio del marcio, sotto.
Zarate valeva 20 milioni? Ma oltretutto ce lo siamo sfruttato per 3 anni, e questi tre anni a qualche cosa saranno valsi, no? Perchè allora piangere tanto per un plusvalore perduto? E quello trovato per Kozak?
Ma mettiamo che non siano valsi niente, questi tre anni. E che adesso di milioni ne valga 10. Vedresti quanti cani disposti a sganciare 10 milioni troveresti! E Lotito sarebbe il primo ad essere felice ad incassarli.
Zarate, rispetto a Cassano o ad altri campioni del genere, è un gran bravo ragazzo, ingenuo e in buona fede, e vale tanto oro quanto pesa. Quindici milioni almeno. Tiratelo fuori da un ambiente come quello della Lazio, dove tutti lo hanno viziato, e mandatelo magari al Milan, dove non se lo filerebbero poi troppo per i capricci che potrebbe fare. Sarebbe sempre un bel capitale da sfruttare.
Lasciamo passare la buriana, e poi teniamocelo, Zarate. Oppure, vendiamolo pure senza fare troppe tragedie. Morto un papa, se ne fa un altro. Dopo un bel funerale
pieno di candelabri d'oro.
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Critica sportiva
Il pagellino di Bologna-Lazio
Muslera 6: senza gravi colpe, ha sfoggiato qualche bella parata
Scaloni 5: inizia con grinta, ma poi si perde della confusione generale
Biava 5: prova grigia, con regalo finale a Di Vaio che ci ha umiliato
Dias 4: l'uomo-sicurezza stavolta è stato una frana.Espulsione deleteria
Radu 5: intimorito, si è mosso poco e con difficoltà
Brocchi 6: lottatore accanito, ma con idee disordinate
Ledesma 5: è apparso fuori forma e piuttosto immobile
Gonzalez 5: Reja gli ha chiesto movimento, ma non è parso a suo agio
Mauri 5.5: qualche spunto iniziale, poi buio anche per lui
Hernanes 6: un bagliore in avvio nel gol di Floccari, ma poi in calando
Sculli 4: non stava bene e si è visto. Perchè rischiarlo?
Zarate 4: sbaglia un gol, s'inchioda, poi i nervi crollano
Floccari 7: fantastico gol, movimenti insidiosi e qualche errore
Reja 5: ma che brutta giornata! Idee tutte di traverso
Scaloni 5: inizia con grinta, ma poi si perde della confusione generale
Biava 5: prova grigia, con regalo finale a Di Vaio che ci ha umiliato
Dias 4: l'uomo-sicurezza stavolta è stato una frana.Espulsione deleteria
Radu 5: intimorito, si è mosso poco e con difficoltà
Brocchi 6: lottatore accanito, ma con idee disordinate
Ledesma 5: è apparso fuori forma e piuttosto immobile
Gonzalez 5: Reja gli ha chiesto movimento, ma non è parso a suo agio
Mauri 5.5: qualche spunto iniziale, poi buio anche per lui
Hernanes 6: un bagliore in avvio nel gol di Floccari, ma poi in calando
Sculli 4: non stava bene e si è visto. Perchè rischiarlo?
Zarate 4: sbaglia un gol, s'inchioda, poi i nervi crollano
Floccari 7: fantastico gol, movimenti insidiosi e qualche errore
Reja 5: ma che brutta giornata! Idee tutte di traverso
Classifiche di rendimento per Fantacalcio 21.ma
Portieri: Viviano Arcari Abbiati
Difensori: Moras Tomovic Bonucci
Mexes Bovo Yepes
Domizzi Rubin Kaladze
Centrocampisti: Sanchez Mudingayi Stankovic
Inler Della Rocca Pazienza
Asamoah De Rossi Rigoni
Armero Ekdal Giacomazzi
Attaccanti: Lavezzi Menez Ramirez
Ibrahimovic Cavani Floccari
Di Vaio Di Natale Giovinco
Allenatori: Malesani Guidolin Mazzarri
Il migliore: Viviano, portiere del Bologna, prodigioso contro la Lazio di Floccari
Il podio: il friulano Di Natale, grande contro l'Inter, è secondo; terzo il bolognese Di Vaio, strepitoso contro la Lazio.
La formazione della settimana: Viviano; Moras, Mexes, Domizzi; Sanchez, Inler, Asamoha, Armero; Lavezzi, Ibrahimovic, Di Vaio: Allenatore Malesani.
La Nazionale della settimana: Viviano; Bonucci, Bovo, Domizzi; Della Rocca, Pazienza, Rigoni, Giacomazzi; Floccari, Giovinco, Di Vaio. Allenatore: Malesani.
Difensori: Moras Tomovic Bonucci
Mexes Bovo Yepes
Domizzi Rubin Kaladze
Centrocampisti: Sanchez Mudingayi Stankovic
Inler Della Rocca Pazienza
Asamoah De Rossi Rigoni
Armero Ekdal Giacomazzi
Attaccanti: Lavezzi Menez Ramirez
Ibrahimovic Cavani Floccari
Di Vaio Di Natale Giovinco
Allenatori: Malesani Guidolin Mazzarri
Il migliore: Viviano, portiere del Bologna, prodigioso contro la Lazio di Floccari
Il podio: il friulano Di Natale, grande contro l'Inter, è secondo; terzo il bolognese Di Vaio, strepitoso contro la Lazio.
La formazione della settimana: Viviano; Moras, Mexes, Domizzi; Sanchez, Inler, Asamoha, Armero; Lavezzi, Ibrahimovic, Di Vaio: Allenatore Malesani.
La Nazionale della settimana: Viviano; Bonucci, Bovo, Domizzi; Della Rocca, Pazienza, Rigoni, Giacomazzi; Floccari, Giovinco, Di Vaio. Allenatore: Malesani.
Il Milan va, la Lazio barcolla
Milan, Napoli, Roma, Udinese e Palermo sono le beneficiarie della ventunesima giornata. A loro vanno rispettivamente primo, secondo, terzo e settimo posto (quest'ultimo a pari merito tra friulani e siciliani).
Delle otto prime in classifica, la Juventus perde due punti, mentre ne perdono tre Lazio e Inter: grave il passo falso soprattuto della Lazio, che perde ben due posizioni e viene scavalcata dalla Roma, mentre l'Inter, col recupero di Firenze, può ancora dare un'assestata alla sua classifica.
Tra queste otto, sono i palio i sette posti delle Coppe Europee. La più in forma di tutte appare l'Udinese, che è già riuscita ad agguantare il Palermo. Quella che deve più stringere i denti è la Lazio.
Delle otto prime in classifica, la Juventus perde due punti, mentre ne perdono tre Lazio e Inter: grave il passo falso soprattuto della Lazio, che perde ben due posizioni e viene scavalcata dalla Roma, mentre l'Inter, col recupero di Firenze, può ancora dare un'assestata alla sua classifica.
Tra queste otto, sono i palio i sette posti delle Coppe Europee. La più in forma di tutte appare l'Udinese, che è già riuscita ad agguantare il Palermo. Quella che deve più stringere i denti è la Lazio.
domenica 23 gennaio 2011
La vendetta di Marco Di Vaio: tre pallini dal Bologna
Marco Di Vaio ci ha fatto piangere: due palloni nella rete di Muslera, e proprio quando Floccari ci aveva illusi che sarebbe stata una grande giornata.
La gioia dei primi minuti si è trasformata in un dolore cocente. Perduto il secondo posto, perduto anche il terzo, scavalcati dalla Roma, staccati dal Napoli: al Dall'Ara, la Lazio ha raccolto soltanto i cocci.
Ogni domenica che passa, i bianconeri confermano che le bellissime cose dell'autunno si stanno piano piano trasformando. La bella forma è svanita, la squadra ha bisogno di riposo e di rinfrancare le idee, anche perchè le altre hanno le coppe e noi non abbiamo altro che il campionato.
Dopo il gol, Floccari ne ha mancato un altro cincischiando davanti a Viviano. Il portiere nazionale ha anche compiuto un paio di prodezze. Da quel momento la Lazio non è esistita più, il Bologna ha giocato, dominato e raccolto: al 36' pareggio di Ramirez che sorprende Dias e infila Muslera. Passano soli tre minuti, e arriva la prima perla di Marco Di Vaio, su intervento errato di Ledesma.
La difesa della Lazio, con un Dias estremamente nervoso e un Biava che ha offerto a Di Vaio il terzo gol con un brutto errore, ha ballato in modo incredibile, e meno male che Muslera più di una volta ha impedito altre marcature.
Giornata da dimenticare, ma non sarà facile, dato che Dias sarà sicuramente squalificato per la sua espulsione sul 2-1, quando a seguito di un mischione generale è andato a schiaffeggiare la riserva bolognese Gimenez. Inoltre Biava ha subìto un serio infortunio, e così Sculli, che dopo nemmeno 40 minuti ha dovuto lasciare il campo a Zarate perchè anche lui ha accusato un guaio muscolare.
Reja dovrà immediatamente raccogliere i cocci e rimettersi subito all'opera per affrontare con grinta domenica la Fiorentina.
L'aquila Olimpia dovrà darci una buona mano e restituire all'ambiente speranze e voglia di lottare per la Champions League. Non bigogna assolutamente mollare e buttarsi giù, perchè possono bastare tre punti subito per rimettere le cose a posto.
La gioia dei primi minuti si è trasformata in un dolore cocente. Perduto il secondo posto, perduto anche il terzo, scavalcati dalla Roma, staccati dal Napoli: al Dall'Ara, la Lazio ha raccolto soltanto i cocci.
Ogni domenica che passa, i bianconeri confermano che le bellissime cose dell'autunno si stanno piano piano trasformando. La bella forma è svanita, la squadra ha bisogno di riposo e di rinfrancare le idee, anche perchè le altre hanno le coppe e noi non abbiamo altro che il campionato.
Dopo il gol, Floccari ne ha mancato un altro cincischiando davanti a Viviano. Il portiere nazionale ha anche compiuto un paio di prodezze. Da quel momento la Lazio non è esistita più, il Bologna ha giocato, dominato e raccolto: al 36' pareggio di Ramirez che sorprende Dias e infila Muslera. Passano soli tre minuti, e arriva la prima perla di Marco Di Vaio, su intervento errato di Ledesma.
La difesa della Lazio, con un Dias estremamente nervoso e un Biava che ha offerto a Di Vaio il terzo gol con un brutto errore, ha ballato in modo incredibile, e meno male che Muslera più di una volta ha impedito altre marcature.
Giornata da dimenticare, ma non sarà facile, dato che Dias sarà sicuramente squalificato per la sua espulsione sul 2-1, quando a seguito di un mischione generale è andato a schiaffeggiare la riserva bolognese Gimenez. Inoltre Biava ha subìto un serio infortunio, e così Sculli, che dopo nemmeno 40 minuti ha dovuto lasciare il campo a Zarate perchè anche lui ha accusato un guaio muscolare.
Reja dovrà immediatamente raccogliere i cocci e rimettersi subito all'opera per affrontare con grinta domenica la Fiorentina.
L'aquila Olimpia dovrà darci una buona mano e restituire all'ambiente speranze e voglia di lottare per la Champions League. Non bigogna assolutamente mollare e buttarsi giù, perchè possono bastare tre punti subito per rimettere le cose a posto.
Quell'attacco che viene da Genova...speriamo non sia tirchio di gol
La Lazio si presenta a Bologna con il duo d'attacco Floccari-Sculli, che circa un anno fa giocava a Genova. Noi avevamo ( e per fortuna abbiamo ancora) Rocchi e Zarate. Speriamo che l'attacco genovese non sia tirchio, e che a Bologna faccia più di un gol.
Questa mattina i tifosi della Lazio hanno avuto l'amara sorpresa di ritrovarsi scavalcati in classifica dai cugini giallorossi: ma speriamo che questo fatto duri "lo spazio di un mattino". Alle 17 vogliamo ritrovarci ancora davanti, in uno spalla a spalla che si protragga il più possibile.
La Roma è più forte, lo sappiamo tutti. Ha un bagaglio tecnico almeno doppio del nostro: e fatalmente ci scavalcherà. Ma questo inseguimento, che dura dal "derby dei due rigori", prometteva ai romanisti lo scavalco a Natale, poi alla Befana, ed è passato quasi un mese e siamo ancora lì. Vogliamo resistere il più possibile.
Milan, Inter e Roma sono indubbiamente più forti di noi, che ci batteremo alla morte per il quarto posto con Napoli e forse Juventus: alla fine, questa meravigliosa Champions League potrebbe anche arrivare.
La Lazio sta crescendo. Ogni giorno riduce sempre di più il pesante distacco dalle tre grandi.
Ha ancora molti margini di miglioramento, e se Hernanes amplierà il suo volo chissà... Intanto basta che Reja tenga il suo ritmo da quasi due punti a partita (l'attuale ritmo è di 1,85) perchè la Lazio chiuda a 70 punti. L'anno scorso questa quota fu toccata dal Milan che finì terzo.
E' già una Lazio-miracolo: e speriamo che oggi pomeriggio ne arrivi la conferma da Bologna, perchè rivogliamo il secondo posto.
Questa mattina i tifosi della Lazio hanno avuto l'amara sorpresa di ritrovarsi scavalcati in classifica dai cugini giallorossi: ma speriamo che questo fatto duri "lo spazio di un mattino". Alle 17 vogliamo ritrovarci ancora davanti, in uno spalla a spalla che si protragga il più possibile.
La Roma è più forte, lo sappiamo tutti. Ha un bagaglio tecnico almeno doppio del nostro: e fatalmente ci scavalcherà. Ma questo inseguimento, che dura dal "derby dei due rigori", prometteva ai romanisti lo scavalco a Natale, poi alla Befana, ed è passato quasi un mese e siamo ancora lì. Vogliamo resistere il più possibile.
Milan, Inter e Roma sono indubbiamente più forti di noi, che ci batteremo alla morte per il quarto posto con Napoli e forse Juventus: alla fine, questa meravigliosa Champions League potrebbe anche arrivare.
La Lazio sta crescendo. Ogni giorno riduce sempre di più il pesante distacco dalle tre grandi.
Ha ancora molti margini di miglioramento, e se Hernanes amplierà il suo volo chissà... Intanto basta che Reja tenga il suo ritmo da quasi due punti a partita (l'attuale ritmo è di 1,85) perchè la Lazio chiuda a 70 punti. L'anno scorso questa quota fu toccata dal Milan che finì terzo.
E' già una Lazio-miracolo: e speriamo che oggi pomeriggio ne arrivi la conferma da Bologna, perchè rivogliamo il secondo posto.
sabato 22 gennaio 2011
Frosinone pareggia, ma non si arrende
Ancora un'illusione coltivata a lungo, per mezz'ora, dal Frosinone, dopo il bellissimo gol di Lodi. Ma quando verrà un 2-0 liberatore?
Invece anche il Piacenza, che potevamo benissimo scavalcare in classifica, ha trovato l'agio di pareggiare nel finale del primo tempo con Anaclerio.
Ci manca un po' di fortuna, ma ci manca anche un po' d'altro. Quasi mai il Frosinone ha avuto doti di fondo, quasi sempre si è fatto recuperare e purtroppo anche superare.
Siccome alla fine del campionato mancano quasi cinque mesi, si può lavorare in questo senso e non arrendersi.
Siamo ultimi, ma appena staccati di pochissimi punti, recuperabili. Con quali qualità? Prima di tutto con un po' di fortuna, ma ancora tanta tanta voglia di dimostrare di essere vivi nelle mani di Campilongo. E già fin dal prossimo lunedì 31, ancora al Matusa, contro la titolatissima Atalanta. Abbiamo detto fortuna, no? E la fortuna non guarda in faccia nessuno.
Invece anche il Piacenza, che potevamo benissimo scavalcare in classifica, ha trovato l'agio di pareggiare nel finale del primo tempo con Anaclerio.
Ci manca un po' di fortuna, ma ci manca anche un po' d'altro. Quasi mai il Frosinone ha avuto doti di fondo, quasi sempre si è fatto recuperare e purtroppo anche superare.
Siccome alla fine del campionato mancano quasi cinque mesi, si può lavorare in questo senso e non arrendersi.
Siamo ultimi, ma appena staccati di pochissimi punti, recuperabili. Con quali qualità? Prima di tutto con un po' di fortuna, ma ancora tanta tanta voglia di dimostrare di essere vivi nelle mani di Campilongo. E già fin dal prossimo lunedì 31, ancora al Matusa, contro la titolatissima Atalanta. Abbiamo detto fortuna, no? E la fortuna non guarda in faccia nessuno.
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commento serie b
Il gorilla e il giaguaro -64- storie di animali
Il giaguaro è un animale agile, dalla pelle fulva e screziata, bello a vedersi, ferocissimo verso gli animali e gli uomini.
Il gorilla è un grande bestione, pelosissimo e spesso dritto sulle gambe, fa impressione vederlo, ma ha l'animo mansueto e buono.
Cosa possiamo dedurne? Mai fidarsi dell'aspetto esteriore di un essere vivente. Può riservare grandi sorprese: piacevoli se ti aspetti cose tremende; spiacevolissime se t'illudi di avere di fronte un essere buono.
Questi due animali possono incontrarsi anche tra loro, sebbene il gorilla eviti accuratamente la figura slanciata del giaguaro. Si studiano da lontano, perché la sagoma poderosa del gorilla incute timore, se non si sapesse che è un buon pasticcione.
Il giaguaro ha dato il nome a un tipo di macchina velocissima e scattante: la Jaguar, appunto. Ma si dice anche che una persona che tradisce i suoi compagni fingendo di appoggiarli è amico del giaguaro.
Il povero gorilla ha pure lui un'implicazione con gli uomini, stavolta ad alto livello : infatti un personaggio che domina la scena politica si circonda di brutti ceffi, alti due metri e forniti di enormi bicipiti, chiamati appunto gorilla.
Quando il giaguaro Jason incontrò il gorilla Rocco, ai limiti di una foresta africana, fece istintivamente tre passi indietro, colpito dalla enorme mole dello scimmione.
A Rocco, invece, il giaguaro piacque, finché non spalancò le fauci, e allora capì qualcosa della sua crudeltà.
- Abbi paura di me - disse il felino. - Con un salto potrei prenderti alla gola e sbranarti! -
-Faresti un pessimo affare - rispose intimidito il bestione nero. - Le mie carni sono dure e immangiabili. Al massimo potresti bere il mio sangue, ma se hai sete, qui a due passi c'è una sorgente di acqua freschissima -
- Ringrazia il cielo che mi sono sfamato da poco - riprese il giaguaro Jason. - Io non guardo mai in faccia la mia vittima -
- Io sono erbivoro, mi piacciono la frutta e la verdura, il mio aspetto brutale non deve ingannarti - replicò il gorilla Rocco.
- Nessuno mi può ingannare, perché di nessuno io ho paura. Quelli che fuggono, io li raggiungo in due passi, e perciò peggio per loro se mi hanno fatto arrabbiare -
- So che i giaguari sanno fare dei bellissimi salti, ma non così in alto dove io mi arrampico tra gli alberi, e mi allontano di ramo in ramo trovando comunque una via di fuga -
- Vedo che non abbiamo punti di contatto e viviamo in mondi completamente diversi - concluse il giaguaro con aria cinica. - Infatti, ci siamo incontrati per puro caso, e credo proprio che non ci vedremo più. Tu non sei certo un amico del giaguaro -
- E tu non hai bisogno di circondarti di gorilla: sei capace d'imporre la tua violenza tutto da solo -
- Alla larga! - pensò il gorilla ritirandosi in fretta tra i rami altissimi di un gigantesco baobab.
- Brutto bestione stupido! - si disse il giaguaro Jason cambiando strada. - Non mi servi neanche come cibo! Ho sprecato soltanto il mio tempo e i miei ragionamenti, con te -
Reto Ziegler meglio di Moretti!
Sembrava fatta per il terzino Moretti del Genoa alla Lazio, ma nel giro di 24 ore è cambiato completamente obbiettivo: il sampdoriano Reto Ziegler, pure terzino sinistro, in procinto di passare al Milan, ha invece chiuso la porta ai rossoneri, dove avrebbe fatto la riserva, per dire sì alla Lazio, dove lo aspetta un bel posto da titolare.
Reto Ziegler non è un fuoriclasse, ma è pur sempre il terzino sinistro della Nazionale svizzera, dove fa coppia da tempo con il nostro Lichtsteiner.
Guarda combinazione, i due sono nati entrambi il 16 gennaio, ma Ziegler è di due anni più giovane di Licht, essendo del 1986, mentre il suo "omologo" laziale, come lo ha definito Lotito, è del 1984. Sono giovani entrambi ed hanno un bell'avvenire. Con la Nazionale svizzera Lichtsteiner ha giocato ben 32 volte, e Ziegler 20, con due stagioni in meno.
Il sampdoriano è in attività dal 2002: ha cominciato a 16 anni, e in una carriera di 8 anni soltanto ha disputato ben 240 incontri segnando anche 8 gol. In media, 30 incontri e un gol a campionato. Compresi gli incontri nella nazionale giovanile e in quella maggiore.Nella Sampdoria, in tre stagioni, Reto ha giocato 110 incontri e segnato 4 gol.
Ziegler ha un buon fisico: 183 centimetri per 79 chilogrammi. Anche lui ama fare il cursore come Lichtsteiner. Ecco uno che alla Lazio sta proprio bene.
La trattativa non è ancora conclusa. Lotito vorrebbe dare in cambio Pasqualino Foggia, ma la Sampdoria sembra preferire contanti o forse un altro giocatore, che potrebbe anche essere Bresciano. Ormai non resta che aspettare pochi giorni per conoscere la verità completa.
Ancora una annotazione da fare: dopo il giovanissimo brasiliano Mattavelli, ecco un secondo caso di clamorosa preferenza di un giocatore verso la Lazio anziché verso il Milan. Il vento sembra stia cambiando. O, almeno, i calciatori giovani sembrano preferire la strada della Lazio, che sa portarli in breve verso l'alto.
Reto Ziegler non è un fuoriclasse, ma è pur sempre il terzino sinistro della Nazionale svizzera, dove fa coppia da tempo con il nostro Lichtsteiner.
Guarda combinazione, i due sono nati entrambi il 16 gennaio, ma Ziegler è di due anni più giovane di Licht, essendo del 1986, mentre il suo "omologo" laziale, come lo ha definito Lotito, è del 1984. Sono giovani entrambi ed hanno un bell'avvenire. Con la Nazionale svizzera Lichtsteiner ha giocato ben 32 volte, e Ziegler 20, con due stagioni in meno.
Il sampdoriano è in attività dal 2002: ha cominciato a 16 anni, e in una carriera di 8 anni soltanto ha disputato ben 240 incontri segnando anche 8 gol. In media, 30 incontri e un gol a campionato. Compresi gli incontri nella nazionale giovanile e in quella maggiore.Nella Sampdoria, in tre stagioni, Reto ha giocato 110 incontri e segnato 4 gol.
Ziegler ha un buon fisico: 183 centimetri per 79 chilogrammi. Anche lui ama fare il cursore come Lichtsteiner. Ecco uno che alla Lazio sta proprio bene.
La trattativa non è ancora conclusa. Lotito vorrebbe dare in cambio Pasqualino Foggia, ma la Sampdoria sembra preferire contanti o forse un altro giocatore, che potrebbe anche essere Bresciano. Ormai non resta che aspettare pochi giorni per conoscere la verità completa.
Ancora una annotazione da fare: dopo il giovanissimo brasiliano Mattavelli, ecco un secondo caso di clamorosa preferenza di un giocatore verso la Lazio anziché verso il Milan. Il vento sembra stia cambiando. O, almeno, i calciatori giovani sembrano preferire la strada della Lazio, che sa portarli in breve verso l'alto.
venerdì 21 gennaio 2011
Emiliano Moretti dal Genoa alla Lazio
Ventinove anni, dieci anni di carriera di cui 4 a Valencia in Spagna, 300 partite giocate e dieci gol segnati, terzino sinistro: questo è Emiliano Moretti, il genoano in procinto di passare alla Lazio dal Genoa, dove è chiuso da Kaladze e Criscito.
Continuano i buoni affari tra il Genoa di Preziosi e la Lazio di Lotito. Moretti ha una carriera quasi parallela a quella dell'altro ex genoano Sculli: è un giocatore non di primissimo piano, ma di sicuro rendimento, e con un buon passato anche nelle giovanili azzurre (medaglia d'oro a Berlino nel 2004 con l'Under 21).
Moretti è un giocatore dal fisico integro, destinato perciò a prendere il posto dello sfortunato Garrido. Potrebbe anche diventare il titolare della fascia sinistra, con il ritorno di Stefan Radu a centrale, suo ruolo preferito.
Continuano i buoni affari tra il Genoa di Preziosi e la Lazio di Lotito. Moretti ha una carriera quasi parallela a quella dell'altro ex genoano Sculli: è un giocatore non di primissimo piano, ma di sicuro rendimento, e con un buon passato anche nelle giovanili azzurre (medaglia d'oro a Berlino nel 2004 con l'Under 21).
Moretti è un giocatore dal fisico integro, destinato perciò a prendere il posto dello sfortunato Garrido. Potrebbe anche diventare il titolare della fascia sinistra, con il ritorno di Stefan Radu a centrale, suo ruolo preferito.
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calciomercato
Non se la prenda Zarate: Reja è fatto così
Edoardo Reja è un "duro" nelle sue considerazioni verso i propri giocatori. Maurito Zarate, perciò, non se la prenda troppo dei continui rimbrotti e del normale trattamento alla carta vetrata da parte del suo tecnico.
Zarate va preso così com'è? Ma anche Reja va preso così com'è. Alla fine, se si è tra persone intelligenti, si finisce per comprendersi.
Che Reja sia fatto "a cartoccio" lo abbiamo notato e lo notiamo continuamente. Lui ha i suoi "pallini" e si vede subito. Quanto ha dovuto faticare, ad esempio, Diakité, prima di riuscire a trovare un minimo di comprensione e poi, via via, una crescente fiducia, anche se mai al punto da venir considerato titolare? Per guadagnarsi la stima di Reja, bisogna lottare, lottare, lottare e impegnarsi senza cedimenti.
Un altro che sta lottando e guadagnando posizioni è Libor Kozak: diciamolo subito,
Reja non lo ha mai stimato troppo e preso bene così com'è. E Libor, duro, a faticare giorno dopo giorno, a farsi trovare pronto quei cinque minuti di partita che gli venivano concessi ogni tanto, e a forza di masticare amaro alla fine i frutti si cominciano a vedere.
Il più categorico degli esempi è quello di Tata Gonzalez. Lui l'anima l'ha sempre data, ma diciamolo chiaramente: Reja non se l'è mai filato. Solo ora che Brocchi e Mauri, ed anche Hernanes, stanno sputando l'anima per la gran fatica perché avrebbero bisogno di un po' di riposo, a Gonzalez è stata fornita qualche pallida possibilità di dimostrare che lui è un nazionale uruguayano, cioè di una nazione che è stata sempre grande ai mondiali, e anche agli ultimi è arrivata quarta, mentre noi spocchiosi italiani...Vedrete che Tata Gonzalez alla fine riuscirà a convincere in pieno Reja proprio perché non molla mai. Lui è un fondista alla Magrini e alla Re Cecconi: verrà fuori alla distanza.
Reja è fatto così. Bisogna prenderlo per come è fatto. Zarate è senza dubbio più bravo di Diakité, di Kozak e di Gonzalez, ma è anche meno umile ad accettare i consigli e a cercare di migliorare ancora, perchè la durezza di Reja è diretta a farti diventare più bravo: come uomo prima che come giocatore.
Quando Maurito lo avrà capito, e farà fumo dagli orecchi come fanno Kozak, Gonzalez e Diakité, la Lazio avrà finalmente un indiscusso fuoriclasse. Ma più che alla palla, dovrà guardare al compagno meglio piazzato.
Zarate va preso così com'è? Ma anche Reja va preso così com'è. Alla fine, se si è tra persone intelligenti, si finisce per comprendersi.
Che Reja sia fatto "a cartoccio" lo abbiamo notato e lo notiamo continuamente. Lui ha i suoi "pallini" e si vede subito. Quanto ha dovuto faticare, ad esempio, Diakité, prima di riuscire a trovare un minimo di comprensione e poi, via via, una crescente fiducia, anche se mai al punto da venir considerato titolare? Per guadagnarsi la stima di Reja, bisogna lottare, lottare, lottare e impegnarsi senza cedimenti.
Un altro che sta lottando e guadagnando posizioni è Libor Kozak: diciamolo subito,
Reja non lo ha mai stimato troppo e preso bene così com'è. E Libor, duro, a faticare giorno dopo giorno, a farsi trovare pronto quei cinque minuti di partita che gli venivano concessi ogni tanto, e a forza di masticare amaro alla fine i frutti si cominciano a vedere.
Il più categorico degli esempi è quello di Tata Gonzalez. Lui l'anima l'ha sempre data, ma diciamolo chiaramente: Reja non se l'è mai filato. Solo ora che Brocchi e Mauri, ed anche Hernanes, stanno sputando l'anima per la gran fatica perché avrebbero bisogno di un po' di riposo, a Gonzalez è stata fornita qualche pallida possibilità di dimostrare che lui è un nazionale uruguayano, cioè di una nazione che è stata sempre grande ai mondiali, e anche agli ultimi è arrivata quarta, mentre noi spocchiosi italiani...Vedrete che Tata Gonzalez alla fine riuscirà a convincere in pieno Reja proprio perché non molla mai. Lui è un fondista alla Magrini e alla Re Cecconi: verrà fuori alla distanza.
Reja è fatto così. Bisogna prenderlo per come è fatto. Zarate è senza dubbio più bravo di Diakité, di Kozak e di Gonzalez, ma è anche meno umile ad accettare i consigli e a cercare di migliorare ancora, perchè la durezza di Reja è diretta a farti diventare più bravo: come uomo prima che come giocatore.
Quando Maurito lo avrà capito, e farà fumo dagli orecchi come fanno Kozak, Gonzalez e Diakité, la Lazio avrà finalmente un indiscusso fuoriclasse. Ma più che alla palla, dovrà guardare al compagno meglio piazzato.
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Critica sportiva
giovedì 20 gennaio 2011
Il pettirosso e la capinera -63- storie di animali
Ecco due uccelli veramente belli, dalla voce canora: il loro canto è quanto di più bello si possa immaginare.
Pettirosso e capinera sono due piccoli uccelli molto amati dai bambini. Il loro aspetto è davvero gradevole: come dice il nome, la capinera ha una testolina nerissima, e molto spesso gli scrittori si sono serviti della sua immagine per descrivere belle fanciulle, magari infelici, come fece Giovanni Verga con la sua "storia di una capinera".
Quanto al pettirosso, ha colori così vivaci e contrastanti da attirare subito l'attenzione: quelle sue piume rosse sul petto hanno fatto nascere una bellissima leggenda. Ma lasciamo raccontarla proprio dal suo protagonista, il pettirosso Marcolino, che sta chiacchierando piacevolmente con la capinera Angelica sul ramo di una ombrosa quercia.
-Non conosci la mia leggenda? Eppure è molto antica- spiega Marcolino. -Risale a duemila anni fa, all'epoca di Gesù. Il Salvatore era stato messo in croce, e sul capo
portava una corona di spine. Una grossa spina era conficcata sulla sua fronte, quando un mio antenato passò sul monte Calvario di Gerusalemme e vide quel povero uomo messo in croce, e si commosse. Si accostò piano piano alla croce, al capo del sofferente, e col suo becco riuscì a strappare la grande spina che trafiggeva la sua fronte. Ne resta un segno evidente anche sulla Sacra Sindone. Un soldato romano lo vide, e lo scacciò con la sua lancia. Ma il petto dell'uccello si era bagnato col sangue dell'uomo crocifisso, e da quel momento tutti gli uccelli della nostra specie portano quella macchia caratteristica sul petto -
La capinera Angelica ascoltava, e si era veramente commossa. - Siete fortunati a portare per sempre sul petto il ricordo di Cristo. Ma anche noi capinere abbiamo una nostra storia che spiega il nero intenso delle piume sul nostro capo. La "capinera"del Verga era una bellissima e infelice ragazza siciliana, che venne tradita nel suo amore e si fece suora, prendendo quel velo nero che ricoprì per sempre i suoi capelli -
- Sì, anche voi avete una vostra storia, ma è veramente dolorosa, mentre la nostra ha una nota di consolazione, un ricordo bello -
- Però il Creatore è stato buono con voi e con noi - ragionò la capinera Angelica. - Ha voluto donare agli uni e alle altre una dolcissima voce, che esprime questi sentimenti con note tristi e delicate -
- E' vero - confermò il pettirosso Marcolino - Ma se stai veramente attenta, potrai notare che le nostre note esprimono anche gioia e consolazione, mentre la vostra voce ha soltanto una sfumatura di tristezza e di rimpianto -
- Sì. La ragazza che si fece suora e prese il velo nero per sempre non riuscì mai a dimenticare il suo amore, e il suo cuore non trovò mai pace. Quella malinconia è rimasta nella nostra voce di capinere -
Queste leggende, infatti, hanno sempre un fondo di verità, e chi le ha inventate ha saputo veramente scrutare nell'anima delle creature che hanno dato lo spunto al suo racconto, siano esse piccoli animali o magari esseri umani.
Pettirosso e capinera sono due piccoli uccelli molto amati dai bambini. Il loro aspetto è davvero gradevole: come dice il nome, la capinera ha una testolina nerissima, e molto spesso gli scrittori si sono serviti della sua immagine per descrivere belle fanciulle, magari infelici, come fece Giovanni Verga con la sua "storia di una capinera".
Quanto al pettirosso, ha colori così vivaci e contrastanti da attirare subito l'attenzione: quelle sue piume rosse sul petto hanno fatto nascere una bellissima leggenda. Ma lasciamo raccontarla proprio dal suo protagonista, il pettirosso Marcolino, che sta chiacchierando piacevolmente con la capinera Angelica sul ramo di una ombrosa quercia.
-Non conosci la mia leggenda? Eppure è molto antica- spiega Marcolino. -Risale a duemila anni fa, all'epoca di Gesù. Il Salvatore era stato messo in croce, e sul capo
portava una corona di spine. Una grossa spina era conficcata sulla sua fronte, quando un mio antenato passò sul monte Calvario di Gerusalemme e vide quel povero uomo messo in croce, e si commosse. Si accostò piano piano alla croce, al capo del sofferente, e col suo becco riuscì a strappare la grande spina che trafiggeva la sua fronte. Ne resta un segno evidente anche sulla Sacra Sindone. Un soldato romano lo vide, e lo scacciò con la sua lancia. Ma il petto dell'uccello si era bagnato col sangue dell'uomo crocifisso, e da quel momento tutti gli uccelli della nostra specie portano quella macchia caratteristica sul petto -
La capinera Angelica ascoltava, e si era veramente commossa. - Siete fortunati a portare per sempre sul petto il ricordo di Cristo. Ma anche noi capinere abbiamo una nostra storia che spiega il nero intenso delle piume sul nostro capo. La "capinera"del Verga era una bellissima e infelice ragazza siciliana, che venne tradita nel suo amore e si fece suora, prendendo quel velo nero che ricoprì per sempre i suoi capelli -
- Sì, anche voi avete una vostra storia, ma è veramente dolorosa, mentre la nostra ha una nota di consolazione, un ricordo bello -
- Però il Creatore è stato buono con voi e con noi - ragionò la capinera Angelica. - Ha voluto donare agli uni e alle altre una dolcissima voce, che esprime questi sentimenti con note tristi e delicate -
- E' vero - confermò il pettirosso Marcolino - Ma se stai veramente attenta, potrai notare che le nostre note esprimono anche gioia e consolazione, mentre la vostra voce ha soltanto una sfumatura di tristezza e di rimpianto -
- Sì. La ragazza che si fece suora e prese il velo nero per sempre non riuscì mai a dimenticare il suo amore, e il suo cuore non trovò mai pace. Quella malinconia è rimasta nella nostra voce di capinere -
Queste leggende, infatti, hanno sempre un fondo di verità, e chi le ha inventate ha saputo veramente scrutare nell'anima delle creature che hanno dato lo spunto al suo racconto, siano esse piccoli animali o magari esseri umani.
mercoledì 19 gennaio 2011
La Lazio perde il derby e la Coppa: 1-2
La Roma ha vinto il derby, ma la Lazio non ha demeritato. Dopo un primo tempo giocato in prevalenza dai biancocelesti, la Roma nella ripresa ha immesso Vucinic e Menez, e le cose sono cambiate di colpo.
I giallorossi, tecnicamente più validi e freddi, hanno cominciato a insidiare la rete di Berni e sono passati con un contropiede velocissimo fermato da Lichtsteiner con la mano: rigore e gol di Borriello.
Quattro minuti, e la Lazio rabbiosamente riprende l'avversario. Bella azione di Kozak e Zarate, che viene steso in area da Juan: anche stavolta rigore giusto, e lo realizza Hernanes con un gran tiro. Primo gol del Profeta in un derby.
L'incontro diventa sempre più spettacolare. Sia la Roma che la Lazio mostrano bel gioco. I biancocelesti stanno prendendo il sopravvento, ma un nuovo errore difensivo, prima di Ledesma poi di Radu, consente a Simplicio di battere inesorabilmente Berni: 2-1.
Rabbiosa ancora la reazione laziale. Esce Kozak, bravissimo ma ormai provato fisicamente, ed entra al suo posto Floccari che sfiora il pareggio con una splendida rovesciata.
A vuoto anche altre iniziative della Lazio, che avrebbe meritato il pareggio ed esce dal campo tra i consensi dei suoi tifosi e l'apprezzamento degli avversari.
Passa la Roma, esce la Lazio. Niente più Coppa Italia, ma conferma di una squadra forte, che può continuare a lottare, e bene, per le prime posizioni.
Zarate ha fatto arrabbiare spesso Reja per i suoi personalismi, ma talora ha fatto perdere la testa ai difensori romanisti. Bravissimo Hernanes, combattivo Gonzalez, sempre sicuro Berni tra i pali. Qualche sbandata in difesa, ma i Menez e i Vucinic non sono certo facili da controllare.
E' stato un bellissimo derby. Reja, sfortunato, non riesce a vincerne uno. Ma la Lazio non esce assolutamente ridimensionata da questa partita. Ha dimostrato di essere squadra di valore. Roma forse un po' fortunata, come al solito nelle stracittadine. Ma non ha rubato il suo passaggio ai quarti di Coppa contro la Juventus a Torino. A noi tocca rifarci domenica prossima a Bologna contro i rossoblu di Malesani e Di Vaio.
I giallorossi, tecnicamente più validi e freddi, hanno cominciato a insidiare la rete di Berni e sono passati con un contropiede velocissimo fermato da Lichtsteiner con la mano: rigore e gol di Borriello.
Quattro minuti, e la Lazio rabbiosamente riprende l'avversario. Bella azione di Kozak e Zarate, che viene steso in area da Juan: anche stavolta rigore giusto, e lo realizza Hernanes con un gran tiro. Primo gol del Profeta in un derby.
L'incontro diventa sempre più spettacolare. Sia la Roma che la Lazio mostrano bel gioco. I biancocelesti stanno prendendo il sopravvento, ma un nuovo errore difensivo, prima di Ledesma poi di Radu, consente a Simplicio di battere inesorabilmente Berni: 2-1.
Rabbiosa ancora la reazione laziale. Esce Kozak, bravissimo ma ormai provato fisicamente, ed entra al suo posto Floccari che sfiora il pareggio con una splendida rovesciata.
A vuoto anche altre iniziative della Lazio, che avrebbe meritato il pareggio ed esce dal campo tra i consensi dei suoi tifosi e l'apprezzamento degli avversari.
Passa la Roma, esce la Lazio. Niente più Coppa Italia, ma conferma di una squadra forte, che può continuare a lottare, e bene, per le prime posizioni.
Zarate ha fatto arrabbiare spesso Reja per i suoi personalismi, ma talora ha fatto perdere la testa ai difensori romanisti. Bravissimo Hernanes, combattivo Gonzalez, sempre sicuro Berni tra i pali. Qualche sbandata in difesa, ma i Menez e i Vucinic non sono certo facili da controllare.
E' stato un bellissimo derby. Reja, sfortunato, non riesce a vincerne uno. Ma la Lazio non esce assolutamente ridimensionata da questa partita. Ha dimostrato di essere squadra di valore. Roma forse un po' fortunata, come al solito nelle stracittadine. Ma non ha rubato il suo passaggio ai quarti di Coppa contro la Juventus a Torino. A noi tocca rifarci domenica prossima a Bologna contro i rossoblu di Malesani e Di Vaio.
Berni, Gonzalez, Sculli e Kozak novità per il derby
Reja vuole una Lazio tutta muscoli, per il derby di stasera contro i rilanciati giallorossi di Ranieri.
La Roma è favorita, non c'è dubbio: psicologicamente e anche per freschezza fisica il derby è suo, oltre ad esserlo per calendario. Ma la Lazio fa la parte della finta vittima: in campo scenderà col coltello tra le zanne, pronta a vender cara la pelle, e chiede aiuto a quelli che hanno giocato meno e sono più dinamici.
Probabile dunque l'innesto di Tata Gonzalez, uno che non sta fermo un attimo e si ritrova un dinamismo straordinario non avendo giocato quasi mai se non due incontri di Coppa Italia. E poi c'è Sculli, che forse non sarà in campo subito, ma è uno che macina chilometri e chilometri, e dunque sarà prezioso: ogni tanto, poi, azzecca anche il gol, e contro la Roma ha già segnato all'Olimpico con il Modena nel 2002 vincendo 2-1.
Uno che al derby ci sta come il cacio sui maccheroni.
In porta ci sarà Berni e non Muslera, e il fiorentino è un portiere di tutto affidamento: non ha mai mancato la prova, ogni volta che è stato chiamato al proscenio.
Diverso il discorso per Kozak. Giustamente Reja non lo vede fin dal primo minuto. Non ha ancora la raffinatezza tecnica del giocatore esperto. Ma se invece dei soliti dieci minuti ne potesse giocare venti o trenta, le sue tremende capacità realizzative ne saranno moltiplicate. Dunque Kozak è un altro che potrà figurare nel tabellino marcatori.
Ma attenti alla Roma! I giallorossi sono, per capacità e risorse tecniche, secondi soltanto all'Inter, ma certamente più forti del Milan e della Juventus: solo una grossa prova della Lazio può impedirne il passaggio alle fasi finali della Coppa.
Dosando bene le energie dei vari Hernanes, Mauri, Brocchi,Floccari, che sono i quattro giocatori che finora hanno dato di più, ma da alcuni incontri denunciano chiaramente il peso della fatica, la Lazio potrà mettere sull'altro piatto della bilancia la sua grinta e la sua sorprendente adattabilità alle varie circostanze. Lichtsteiner, Dias, Biava , Radu e Ledesma rappresentano invece il filone dei giocatori continui e sempre affidabili nel rendimento.
Vi aspettiamo per il commento al derby alle ore 23. E Forza Lazio!
La Roma è favorita, non c'è dubbio: psicologicamente e anche per freschezza fisica il derby è suo, oltre ad esserlo per calendario. Ma la Lazio fa la parte della finta vittima: in campo scenderà col coltello tra le zanne, pronta a vender cara la pelle, e chiede aiuto a quelli che hanno giocato meno e sono più dinamici.
Probabile dunque l'innesto di Tata Gonzalez, uno che non sta fermo un attimo e si ritrova un dinamismo straordinario non avendo giocato quasi mai se non due incontri di Coppa Italia. E poi c'è Sculli, che forse non sarà in campo subito, ma è uno che macina chilometri e chilometri, e dunque sarà prezioso: ogni tanto, poi, azzecca anche il gol, e contro la Roma ha già segnato all'Olimpico con il Modena nel 2002 vincendo 2-1.
Uno che al derby ci sta come il cacio sui maccheroni.
In porta ci sarà Berni e non Muslera, e il fiorentino è un portiere di tutto affidamento: non ha mai mancato la prova, ogni volta che è stato chiamato al proscenio.
Diverso il discorso per Kozak. Giustamente Reja non lo vede fin dal primo minuto. Non ha ancora la raffinatezza tecnica del giocatore esperto. Ma se invece dei soliti dieci minuti ne potesse giocare venti o trenta, le sue tremende capacità realizzative ne saranno moltiplicate. Dunque Kozak è un altro che potrà figurare nel tabellino marcatori.
Ma attenti alla Roma! I giallorossi sono, per capacità e risorse tecniche, secondi soltanto all'Inter, ma certamente più forti del Milan e della Juventus: solo una grossa prova della Lazio può impedirne il passaggio alle fasi finali della Coppa.
Dosando bene le energie dei vari Hernanes, Mauri, Brocchi,Floccari, che sono i quattro giocatori che finora hanno dato di più, ma da alcuni incontri denunciano chiaramente il peso della fatica, la Lazio potrà mettere sull'altro piatto della bilancia la sua grinta e la sua sorprendente adattabilità alle varie circostanze. Lichtsteiner, Dias, Biava , Radu e Ledesma rappresentano invece il filone dei giocatori continui e sempre affidabili nel rendimento.
Vi aspettiamo per il commento al derby alle ore 23. E Forza Lazio!
martedì 18 gennaio 2011
Sculli più Kozak, la Lazio è a posto
Giuseppe Sculli è ufficialmente della Lazio. Potrebbe scendere in campo già domani nel derby Roma-Lazio di Coppa Italia.
Sculli non è un grande goleador, ma un buon attaccante di contenimento e di rilancio. Ma poiché Kozak resta, i due si completerano a meraviglia alternandosi accanto a Floccari, Zarate e Rocchi, che sarà a posto fra tre domeniche.
Giuseppe Sculli, calabrese come Floccari col quale ha giocato insieme nel Genoa, ha 29 anni e una carriera decennale, nel corso della quale ha giocato, cominciando dalle giovanili della Juventus, 283 incontri di campionato e nelle file delle nazionali giovanili, mettendo a segno anche 60 gol: la media è dunque di 28 incontri e 6 gol a stagione.
La Lazio non ha potuto comprare a gennaio nessun grande calciatore, ma un buon calciatore sì: il resto lo farà la progressiva crescita di Libor Kozak.
Sculli non è un grande goleador, ma un buon attaccante di contenimento e di rilancio. Ma poiché Kozak resta, i due si completerano a meraviglia alternandosi accanto a Floccari, Zarate e Rocchi, che sarà a posto fra tre domeniche.
Giuseppe Sculli, calabrese come Floccari col quale ha giocato insieme nel Genoa, ha 29 anni e una carriera decennale, nel corso della quale ha giocato, cominciando dalle giovanili della Juventus, 283 incontri di campionato e nelle file delle nazionali giovanili, mettendo a segno anche 60 gol: la media è dunque di 28 incontri e 6 gol a stagione.
La Lazio non ha potuto comprare a gennaio nessun grande calciatore, ma un buon calciatore sì: il resto lo farà la progressiva crescita di Libor Kozak.
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Il ragno e la dionea -62- storie di animali
La dionea non è un animale, no! Ma in un certo senso, è come se lo fosse. Tu la vedi, anche in certi appartamenti di lusso: una bella pianta grassa, dai bei fiori colorati, i rami verdissimi, le foglie come conchiglie aperte, dentate, proprio simpatica.
Ma come si avvicina un insetto, specialmente una mosca, attirata dal buon odore, ecco che le valve della conchiglia si chiudono, e il povero insetto finisce ingoiato e digerito da questa ipocrita pianta carnivora. Come un animale, anzi, peggio di un animale.
La dionea di cui vi parliamo in questo racconto, viveva ai margini di un prato, seminascosta da un cespuglio di rovo. Aveva anche un nome: si chiamava Marilla.
Lì vicino a lei, viveva un ragno color marrone, che tesseva tesseva in continuazione le sue tele, per prendere anche lui qualche mosca e nutrirsi a sua volta. Lui si chiamava Raimondo.
Il ragno Raimondo si era accorto che, a pochi passi da casa sua, c'era questo animale...no, questa pianta...animale o pianta? A muovere si muoveva, ma non si spostava di un millimetro dal solito nascondiglio. Comunque, era una brutta concorrente, prendeva più mosche lei stando immobile che lui lavorando tanto.
-Mia cara vicina di casa - si convinse alla fine a parlare il ragno Raimondo - sapresti dirmi chi sei? Non riesco proprio a capire la tua vera natura: sei una pianta o un animale? -
-Sono una gran bella pianta, non mi vedi? Non vedi i miei fiori e le mie foglie? Come potrebbe mai avere fiori e foglie un animale? - rispose la dionea.
- E come potrebbe una pianta divorare mosche e insetti?- ribatté un po' piccato il ragno Raimondo.
- Colui che ha creato la natura si è voluto sbizzarrire: lui ne sa più di tutti noi, ed ha una fantasia infinita. Io sono una bella pianta che si nutre di insetti. Mi chiamo Dionea di cognome e Marilla di nome -
- Meraviglioso! Ma debbo stare attento, perché alla fin fine sono un insetto anch'io, e a quel che capisco faresti volentieri un bel bocconcino anche di me. Mi conviene tessere le mie tele lontano da qui -
- Ma via, non essere così catastrofico. Può darsi che le tue carni non mi piacciano neppure. Capisco che sei nervoso perchè ti rubo qualche mosca, e questo da una pianta proprio non potevi aspettartelo -
- Sì, mia bella Marilla. Sei bella e pericolosa proprio come una di quelle donne ammaliatrici che si vedono in TV o nei settimanali a colori degli uomini - disse con malizia il ragno Raimondo. -Meno male che non puoi muoverti più di tanto, che sei costretta a startene lì tra i cespugli -
Infatti, vedendo con quanta sveltezza e con quanta avidità la dionea Marilla aveva ingoiato una povera mosca di passaggio, il ragno Raimondo si spaventò davvero, e con uno strappo violento decise di andare a tessere la sua tela ben lontano da lì.
.
Ma come si avvicina un insetto, specialmente una mosca, attirata dal buon odore, ecco che le valve della conchiglia si chiudono, e il povero insetto finisce ingoiato e digerito da questa ipocrita pianta carnivora. Come un animale, anzi, peggio di un animale.
La dionea di cui vi parliamo in questo racconto, viveva ai margini di un prato, seminascosta da un cespuglio di rovo. Aveva anche un nome: si chiamava Marilla.
Lì vicino a lei, viveva un ragno color marrone, che tesseva tesseva in continuazione le sue tele, per prendere anche lui qualche mosca e nutrirsi a sua volta. Lui si chiamava Raimondo.
Il ragno Raimondo si era accorto che, a pochi passi da casa sua, c'era questo animale...no, questa pianta...animale o pianta? A muovere si muoveva, ma non si spostava di un millimetro dal solito nascondiglio. Comunque, era una brutta concorrente, prendeva più mosche lei stando immobile che lui lavorando tanto.
-Mia cara vicina di casa - si convinse alla fine a parlare il ragno Raimondo - sapresti dirmi chi sei? Non riesco proprio a capire la tua vera natura: sei una pianta o un animale? -
-Sono una gran bella pianta, non mi vedi? Non vedi i miei fiori e le mie foglie? Come potrebbe mai avere fiori e foglie un animale? - rispose la dionea.
- E come potrebbe una pianta divorare mosche e insetti?- ribatté un po' piccato il ragno Raimondo.
- Colui che ha creato la natura si è voluto sbizzarrire: lui ne sa più di tutti noi, ed ha una fantasia infinita. Io sono una bella pianta che si nutre di insetti. Mi chiamo Dionea di cognome e Marilla di nome -
- Meraviglioso! Ma debbo stare attento, perché alla fin fine sono un insetto anch'io, e a quel che capisco faresti volentieri un bel bocconcino anche di me. Mi conviene tessere le mie tele lontano da qui -
- Ma via, non essere così catastrofico. Può darsi che le tue carni non mi piacciano neppure. Capisco che sei nervoso perchè ti rubo qualche mosca, e questo da una pianta proprio non potevi aspettartelo -
- Sì, mia bella Marilla. Sei bella e pericolosa proprio come una di quelle donne ammaliatrici che si vedono in TV o nei settimanali a colori degli uomini - disse con malizia il ragno Raimondo. -Meno male che non puoi muoverti più di tanto, che sei costretta a startene lì tra i cespugli -
Infatti, vedendo con quanta sveltezza e con quanta avidità la dionea Marilla aveva ingoiato una povera mosca di passaggio, il ragno Raimondo si spaventò davvero, e con uno strappo violento decise di andare a tessere la sua tela ben lontano da lì.
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lunedì 17 gennaio 2011
Il pagellino di Lazio-Sampdoria
Muslera 6: tiene gli occhi aperti, ma non deve lavorare molto
Lichtsteiner 6: solito gran movimento, ma spesso impreciso
Dias 6: la sua esperienza dà fiducia a tutta la difesa
Diakité 7: vigoroso e prorompente, domina l'insidioso Pazzini
Scaloni 6: tiene la posizione con inattesa efficacia
Brocchi 5.5: molto movimento, ma non la solita precisione
Gonzalez 6: lui è fresco nel fisico, e il suo innesto è utile
Ledesma 6: diga difensiva, però non riesce a proporre gioco
Mauri 5.5: quando lui non gira, tutta la squadra ne risente
Hernanes 5.5: sta tirando il fiato e gioca quasi in riserva
Zarate 6.5: viene fuori nella ripresa con movimenti vivaci e incisivi
Floccari 5.5: con Brocchi, Hernanes e Mauri è tra i più affaticati
Kozak 7: un gol memorabile di testa; fiuta il gol come un cane i tartufi
Reja 6.5: provvidenziali le sostituzioni nel finale della partita
Lichtsteiner 6: solito gran movimento, ma spesso impreciso
Dias 6: la sua esperienza dà fiducia a tutta la difesa
Diakité 7: vigoroso e prorompente, domina l'insidioso Pazzini
Scaloni 6: tiene la posizione con inattesa efficacia
Brocchi 5.5: molto movimento, ma non la solita precisione
Gonzalez 6: lui è fresco nel fisico, e il suo innesto è utile
Ledesma 6: diga difensiva, però non riesce a proporre gioco
Mauri 5.5: quando lui non gira, tutta la squadra ne risente
Hernanes 5.5: sta tirando il fiato e gioca quasi in riserva
Zarate 6.5: viene fuori nella ripresa con movimenti vivaci e incisivi
Floccari 5.5: con Brocchi, Hernanes e Mauri è tra i più affaticati
Kozak 7: un gol memorabile di testa; fiuta il gol come un cane i tartufi
Reja 6.5: provvidenziali le sostituzioni nel finale della partita
Classifiche di rendimento per Fantacalcio - 20.ma
Portieri: Antonioli Castellazzi Handanovic
Difensori: Maicon Tomovic De Silvestri
Lucio Bega Diakité
Agostini Lauro Pasqual
Centrocampisti: Biondini Zanetti C.Ledesma
Palombo Sissoko Milanetto
Olivera Aquilani Donati
Armero Nainggolan Constant
Attaccanti: Milito Diamanti Rudolf
Eto'o Kozak Maxi Lopez
Del Piero Denis Di Michele
Allenatori: Leonardo Guidolin De Canio
Il migliore: l'interista Eto'o, scatenato contro il Bologna
Il podio: il bresciano Diamanti, autore di un bellissimo gol contro il Parma; terzo Milito, riapparso finalmente in gran forma contro i rossoblu bolognesi
La formazione della settimana: Antonioli; Maicon, Lucio, Agostini; Biondini, Palombo, Olivera, Armero; Milito, Eto'o, Del Piero. Allenatore:Leonardo
La Nazionale della settimana: Antonioli; De Silvestri, Bega, Agostini; Biondini, Palombo, Aquilani, Donati; Diamanti, Borriello, Del Piero. Allenatore: Guidolin.
Difensori: Maicon Tomovic De Silvestri
Lucio Bega Diakité
Agostini Lauro Pasqual
Centrocampisti: Biondini Zanetti C.Ledesma
Palombo Sissoko Milanetto
Olivera Aquilani Donati
Armero Nainggolan Constant
Attaccanti: Milito Diamanti Rudolf
Eto'o Kozak Maxi Lopez
Del Piero Denis Di Michele
Allenatori: Leonardo Guidolin De Canio
Il migliore: l'interista Eto'o, scatenato contro il Bologna
Il podio: il bresciano Diamanti, autore di un bellissimo gol contro il Parma; terzo Milito, riapparso finalmente in gran forma contro i rossoblu bolognesi
La formazione della settimana: Antonioli; Maicon, Lucio, Agostini; Biondini, Palombo, Olivera, Armero; Milito, Eto'o, Del Piero. Allenatore:Leonardo
La Nazionale della settimana: Antonioli; De Silvestri, Bega, Agostini; Biondini, Palombo, Aquilani, Donati; Diamanti, Borriello, Del Piero. Allenatore: Guidolin.
Giornata d'oro per la Lazio, di nuovo seconda
Il pareggio di Lecce ci dice che il Milan non è irresistiibile, almeno in trasferta. Così la Lazio, vincitrice sulla Samp col prezioso gol di Kozak, riagguanta il Napoli al secondo posto e aggiusta la sua classifica e le sue speranze.
Benissimo anche la Roma, finalmente vincitrice in trasferta a Cesena con un autogol nel finale. I giallorossi sono sempre quarti, ma ora a sei punti dal Milan (domenica scorsa erano otto).
Anche la Juve, vittoriosa sul Bari per 2-1, ha ridotto il distacco a sette punti.
Chi mette paura è l'Inter, col suo 4-1 al Bologna: se facesse l'en plein nelle due partite di recupero, andrebbe addirittura al secondo posto, a soli tre punti dal Milan. Grazie a Leonardo e ai suoi ragazzi, il campionato è riaperto, o quasi.
Le sette sorelle ora sono diventate otto: il Palermo, sconfitto a Cagliari, è stato raggiunto dall'Udinese vittoriosa clamorosamente sul campo del Genoa. Un nuovo miracolo di Guidolin e del supercannoniere Di Natale.
Tra queste otto squadre è ristretta la lotta per le Coppe Europee: Samp e Cagliari hanno ormai troppi punti di distacco (dalla Lazio distano undici punti!)
Benissimo anche la Roma, finalmente vincitrice in trasferta a Cesena con un autogol nel finale. I giallorossi sono sempre quarti, ma ora a sei punti dal Milan (domenica scorsa erano otto).
Anche la Juve, vittoriosa sul Bari per 2-1, ha ridotto il distacco a sette punti.
Chi mette paura è l'Inter, col suo 4-1 al Bologna: se facesse l'en plein nelle due partite di recupero, andrebbe addirittura al secondo posto, a soli tre punti dal Milan. Grazie a Leonardo e ai suoi ragazzi, il campionato è riaperto, o quasi.
Le sette sorelle ora sono diventate otto: il Palermo, sconfitto a Cagliari, è stato raggiunto dall'Udinese vittoriosa clamorosamente sul campo del Genoa. Un nuovo miracolo di Guidolin e del supercannoniere Di Natale.
Tra queste otto squadre è ristretta la lotta per le Coppe Europee: Samp e Cagliari hanno ormai troppi punti di distacco (dalla Lazio distano undici punti!)
domenica 16 gennaio 2011
La Lazio è ceca: Kozak tre gol nove punti!
La Lazio è veramente ceca: Libor Kozak avrà giocato tutto sommato una sessantina di minuti in tre partite, ed ha segnato tre gol dando nove punti alla squadra biancoceleste.
Gol a Firenze, gol-autogol di Zapata contro l'Udinese, gol, splendido, contro la forte Sampdoria a 7' minuti dalla fine, su punizione di Ledesma e perfetta correzione di testa che batte Curci. Libor era appena entrato in campo.
Libor è uno di quei giocatori, come i fratelli Inzaghi, che hanno il gol in tasca anche se forse non hanno molto in più: ma tu giocatori così non devi lasciarteli sfuggire.
La Lazio sta cercando per mari e per monti una punta-gigante che faccia da riserva a Floccari o che lo affianchi in particolari occasioni. Ci vogliono milioni e milioni. Ma questo giocatore la Lazio lo ha già in casa: deve essere sfruttato abilmente, e continuerà a fare gol decisivi e a darci punti preziosi. Nove punti su 37 sono esattamente un quarto del totale.
La partita, oltre a questa grande verità su Kozak, non ha detto altro. Bruttissimo primo tempo, niente d'interessante da segnalare, se non la solidità delle due difese, che infatti sono tra le primissime del campionato.
La Samp di Di Carlo si è dimostrata comunque come una formaziome bene organizzata e temibile,ma solo nella ripresa la Lazio ha potuto affacciarsi nell'area di rigore e tentare il gol con Zarate ed Hernanes. Curci sempre vigile, e gioco laziale mai tale da far pensare allo sfondamento. Pazzini ha avuto anche l'occasione di mandare la Sampdoria in vantaggio, ma per fortuna della Lazio non è riuscito a concludere.
Solo a sette minuti dalla fine Reja si è convinto a fare spazio al ragazzo di Opava, che lo ha ripagato immediatamente con quel gran gol. Lasciamo pure che Floccari, Zarate, Hernanes e Mauri facciano cilecca, ma diamo un po' di spazio anche al nostro giovane gigante che sembra specilizzato a toglierci le castagne dal fuoco.
Siamo di nuovo secondi in classifica, e per questo dobbiamo dire tre volte grazie a Libor Kozak.
Gol a Firenze, gol-autogol di Zapata contro l'Udinese, gol, splendido, contro la forte Sampdoria a 7' minuti dalla fine, su punizione di Ledesma e perfetta correzione di testa che batte Curci. Libor era appena entrato in campo.
Libor è uno di quei giocatori, come i fratelli Inzaghi, che hanno il gol in tasca anche se forse non hanno molto in più: ma tu giocatori così non devi lasciarteli sfuggire.
La Lazio sta cercando per mari e per monti una punta-gigante che faccia da riserva a Floccari o che lo affianchi in particolari occasioni. Ci vogliono milioni e milioni. Ma questo giocatore la Lazio lo ha già in casa: deve essere sfruttato abilmente, e continuerà a fare gol decisivi e a darci punti preziosi. Nove punti su 37 sono esattamente un quarto del totale.
La partita, oltre a questa grande verità su Kozak, non ha detto altro. Bruttissimo primo tempo, niente d'interessante da segnalare, se non la solidità delle due difese, che infatti sono tra le primissime del campionato.
La Samp di Di Carlo si è dimostrata comunque come una formaziome bene organizzata e temibile,ma solo nella ripresa la Lazio ha potuto affacciarsi nell'area di rigore e tentare il gol con Zarate ed Hernanes. Curci sempre vigile, e gioco laziale mai tale da far pensare allo sfondamento. Pazzini ha avuto anche l'occasione di mandare la Sampdoria in vantaggio, ma per fortuna della Lazio non è riuscito a concludere.
Solo a sette minuti dalla fine Reja si è convinto a fare spazio al ragazzo di Opava, che lo ha ripagato immediatamente con quel gran gol. Lasciamo pure che Floccari, Zarate, Hernanes e Mauri facciano cilecca, ma diamo un po' di spazio anche al nostro giovane gigante che sembra specilizzato a toglierci le castagne dal fuoco.
Siamo di nuovo secondi in classifica, e per questo dobbiamo dire tre volte grazie a Libor Kozak.
Rispetto all'anno scorso, la Lazio è ringiovanita di due anni !
ANNO 2009-2010
Muslera 24
Siviglia 37
Lichtsteiner 26
Diakité 23
Cribari 30
Kolarov 25
Radu 24
Scaloni 32
Brocchi 34
Dabo 33
Matuzalem 30
Baronio 33
Mauri 30
Meghni 26
Foggia 27
Inzaghi 34
Zarate 23
Rocchi 33
Cruz 36
Bizzarri 33
Berni 27
Stendardo 29
Eliseu 27
Firmani 32
Del Nero 30
Ledesma 28
TOTALE anni 767
ANNO 2010-11
Muslera 24
Berni 27
Biava 33
Dias 31
Radu 24
Lichtsteiner 26
Stendardo 29
Garrido 25
Diakité 23
Brocchi 34
Ledesma 28
Matuzalem 30
Bresciano 30
Foggia 27
Mauri 31
Hernanes 25
Zarate 23
Rochi 33
Floccari 29
Kozak 21
Bizzarri 33
Cavanda 21
Gonzalez 26
Del Nero 30
Barreto 18
Scaloni 32
TOTALE anni 692
Età media 2009-10 = 29 anni e mezzo
Età media 2010-11 = 26 anni e mezzo
Defalcando l'anno di scorrimento stagionale, arriveremo alla media di 27 anni e mezzo, con un ringiovanimento di esattamente due anni ogni giocatore, che è una cifra davvero rilevante.
Muslera 24
Siviglia 37
Lichtsteiner 26
Diakité 23
Cribari 30
Kolarov 25
Radu 24
Scaloni 32
Brocchi 34
Dabo 33
Matuzalem 30
Baronio 33
Mauri 30
Meghni 26
Foggia 27
Inzaghi 34
Zarate 23
Rocchi 33
Cruz 36
Bizzarri 33
Berni 27
Stendardo 29
Eliseu 27
Firmani 32
Del Nero 30
Ledesma 28
TOTALE anni 767
ANNO 2010-11
Muslera 24
Berni 27
Biava 33
Dias 31
Radu 24
Lichtsteiner 26
Stendardo 29
Garrido 25
Diakité 23
Brocchi 34
Ledesma 28
Matuzalem 30
Bresciano 30
Foggia 27
Mauri 31
Hernanes 25
Zarate 23
Rochi 33
Floccari 29
Kozak 21
Bizzarri 33
Cavanda 21
Gonzalez 26
Del Nero 30
Barreto 18
Scaloni 32
TOTALE anni 692
Età media 2009-10 = 29 anni e mezzo
Età media 2010-11 = 26 anni e mezzo
Defalcando l'anno di scorrimento stagionale, arriveremo alla media di 27 anni e mezzo, con un ringiovanimento di esattamente due anni ogni giocatore, che è una cifra davvero rilevante.
Il tempo è bello, Olimpia ci riprova - E sarà bello battere la Samp
Dice: la Lazio ha grossi guai in difesa, senza Biava e Radu. Ma peggio di noi sta la Samp, a cui sono stati squalificati due difensori titolari. Loro sono pericolosi in attacco con Pazzini e il ragazzone Macheda, ma noi abbiamo Floccari e Zarate, e in appoggio anche Hernanes.
E poi abbiamo Olimpia. Si annunciano una gran bella giornata e un gran bel volo. Siamo rimasti bruciati, domenica scorsa, contro il Lecce: ma il bilancio di Olimpia è così attivo che non dovremmo aver paura di un bis, come sembrerebbe parlando con i pavidi tifosi della Lazio. Ma guardate la cugina Roma: continua a prendere tante di quelle botte in trasferta, eppure eccola là più pericolosa che mai, a soli due punti da noi. E con tifosi che hanno una fede granitica.
Che Lazio farà, oggi all'Olimpico? Che Hernanes avremo: quello stanco e meraviglioso dell'autunno,o quello fresco e dormiente di domenica scorsa? Dipende un po' tutto da lui: se Reja è riuscito in settimana a ridargli fiducia e voglia di vivere e di sfondare, la Lazio non dovrebbe avere proprio nessuna paura. Anche perchè il Napoli ha avuto un stop al San Paolo con la Fiorentina e noi si potrebbe riprendere anche il secondo posto, che non è poi tanto male: e attenti che l'Inter tra breve ce la potremmo ritrovare tra i piedi e anche oltre, per cui dobbiamo far vedere di che pasta siamo fatti.
Appuntamento alle 5 pomeridiane col vostro cronista, che stavolta ce ne racconterà di molto divertenti.
E poi abbiamo Olimpia. Si annunciano una gran bella giornata e un gran bel volo. Siamo rimasti bruciati, domenica scorsa, contro il Lecce: ma il bilancio di Olimpia è così attivo che non dovremmo aver paura di un bis, come sembrerebbe parlando con i pavidi tifosi della Lazio. Ma guardate la cugina Roma: continua a prendere tante di quelle botte in trasferta, eppure eccola là più pericolosa che mai, a soli due punti da noi. E con tifosi che hanno una fede granitica.
Che Lazio farà, oggi all'Olimpico? Che Hernanes avremo: quello stanco e meraviglioso dell'autunno,o quello fresco e dormiente di domenica scorsa? Dipende un po' tutto da lui: se Reja è riuscito in settimana a ridargli fiducia e voglia di vivere e di sfondare, la Lazio non dovrebbe avere proprio nessuna paura. Anche perchè il Napoli ha avuto un stop al San Paolo con la Fiorentina e noi si potrebbe riprendere anche il secondo posto, che non è poi tanto male: e attenti che l'Inter tra breve ce la potremmo ritrovare tra i piedi e anche oltre, per cui dobbiamo far vedere di che pasta siamo fatti.
Appuntamento alle 5 pomeridiane col vostro cronista, che stavolta ce ne racconterà di molto divertenti.
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ore 15,
Stadio Olimpico
Il lungone Samaras per la Lazio va bene...
Grande scetticismo per l'acquisto di una seconda punta pesante da parte della Lazio. Sembra che non vada bene nulla. Sono sfumati tantissimi nomi: Santa Cruz, Klose, Trezeguet e compagnia bella.
Lotito non si decide. E' tutta gente che vuole dei bei soldoni. Ma se si tratta di conquistare un posto in Champions League sono soldoni benedetti, ti rifarai completamente e forse ti potrai comprare anche un altro bel giocatore. Basta avere la volontà di spenderli veramente, questi dieci milioni: in un momento come questo sembra che solo la Lazio ne abbia disponibilità.
Prima che sfumi anche l'ultima opportunità, ci permettiamo di consigliare a Lotito l'acquisto di un "lungone" che non costerebbe troppo: il greco Georgios Samaras. Il Celtic gli ha dato via libera, torna sul mercato, è interessata anche la Samp malgrado abbia già Macheda.
Samaras ha 25 anni, è giovane ancora, nelle ultime 9 stagioni ha disputato 243 partite e segnato 74 gol, con una media rispettabile di 27 incontri e 8 gol a stagione. Ha indossato 32 volte la maglia della Nazionale greca e segnato anche 5 gol, risultando tra i migliori.
Per una punta non di primissima scelta (deve fare da rincalzo a Floccari) sono caratteristiche rispettabili. Inoltre, fra tanta gente provatissima fisicamente, Samaras è l'unico che risulta integro. Che cosa aspetta Lotito? Un nuovo Hernanes sarà difficile pescarlo: a meno che non sia il giovane Matavelli, e allora lo avrebbe già fatto. Ma per il momento serve solo alla Primavera.
Lotito non si decide. E' tutta gente che vuole dei bei soldoni. Ma se si tratta di conquistare un posto in Champions League sono soldoni benedetti, ti rifarai completamente e forse ti potrai comprare anche un altro bel giocatore. Basta avere la volontà di spenderli veramente, questi dieci milioni: in un momento come questo sembra che solo la Lazio ne abbia disponibilità.
Prima che sfumi anche l'ultima opportunità, ci permettiamo di consigliare a Lotito l'acquisto di un "lungone" che non costerebbe troppo: il greco Georgios Samaras. Il Celtic gli ha dato via libera, torna sul mercato, è interessata anche la Samp malgrado abbia già Macheda.
Samaras ha 25 anni, è giovane ancora, nelle ultime 9 stagioni ha disputato 243 partite e segnato 74 gol, con una media rispettabile di 27 incontri e 8 gol a stagione. Ha indossato 32 volte la maglia della Nazionale greca e segnato anche 5 gol, risultando tra i migliori.
Per una punta non di primissima scelta (deve fare da rincalzo a Floccari) sono caratteristiche rispettabili. Inoltre, fra tanta gente provatissima fisicamente, Samaras è l'unico che risulta integro. Che cosa aspetta Lotito? Un nuovo Hernanes sarà difficile pescarlo: a meno che non sia il giovane Matavelli, e allora lo avrebbe già fatto. Ma per il momento serve solo alla Primavera.
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sabato 15 gennaio 2011
Frosinone: la reazione c'è stata - piegati su rigore 1-2 a Empoli
Il Frosinone ha reagito con tanta energia, sul difficile campo dell'Empoli: é andato in vantaggio dopo 13 minuti con Cariello, ha resistito venti minuti sull'uno a zero fino alla rete di Coralli, in probabile fuorigioco, e stava per chiudere in parità il primo tempo, quando l'arbitro Merchiori ha assegnato un calcio di rigore realizzato dallo stesso Coralli al 41'.
Per tutta la ripresa i canarini si sono battuti con dignità e vigore, tentando anche il pareggio con qualche guizzo pericoloso. Lodi ha colpito anche un palo, e un'altra favorevole occasione c'è stata nel finale, quando Santoruvo ha mancato di pochissimo il pareggio.
Insomma, i ragazzi di Campilongo hanno tenuto il campo con apprezzabile impegno, e questo fa ben sperare per il prossimo incontro di sabato contro il Piacenza, che sarà un vero incontro di spareggio. Infatti il Piacenza, insieme all'Ascoli, ha soli due più di noi in classifica, dunque scavalcabile con l'auspicata vittoria.
Avanti, Frosinone: nulla è perduto, e la salvezza non solo è possibile, ma è anche a portata di mano.
Per tutta la ripresa i canarini si sono battuti con dignità e vigore, tentando anche il pareggio con qualche guizzo pericoloso. Lodi ha colpito anche un palo, e un'altra favorevole occasione c'è stata nel finale, quando Santoruvo ha mancato di pochissimo il pareggio.
Insomma, i ragazzi di Campilongo hanno tenuto il campo con apprezzabile impegno, e questo fa ben sperare per il prossimo incontro di sabato contro il Piacenza, che sarà un vero incontro di spareggio. Infatti il Piacenza, insieme all'Ascoli, ha soli due più di noi in classifica, dunque scavalcabile con l'auspicata vittoria.
Avanti, Frosinone: nulla è perduto, e la salvezza non solo è possibile, ma è anche a portata di mano.
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Monsieur Trezeguet, s'il vous plait...
L'ultima speranza della Lazio, forse...Monsieur Trezeguet, 27 anni, oggi sta giocando in Spagna con l'Hercules, ma avrebbe tanta tanta voglia di tornare in Italia.
Lotito lo accoglierebbe a braccia aperte, ma si aspetta che l'Hercules faccia un gran piacere a David Trezeguet dandogli via libera gratuita o semigratuita, sicchè la Lazio possa pagargli un buon ingaggio. Il suo procuratore Antonio Caliendo sta lavorando in questo senso. La Lazio andrebbe benissimo al grande goleador francese, che ha segnato la bellezza di 240 gol in 450 incontri disputati. Un gol ogni due partite.
Se alla Lazio venisse a fare ciò che ha sempre fatto, vorrebbe dire che in solo mezzo campionato Trezeguet sarebbe capace di segnare 10 gol, proprio quelli che servirebbero ai biancocelesti per difendere una posizione di prestigio in classifica e la ventina di milioni di euro che la Champions League ci regalerebbe.
Lotito lo accoglierebbe a braccia aperte, ma si aspetta che l'Hercules faccia un gran piacere a David Trezeguet dandogli via libera gratuita o semigratuita, sicchè la Lazio possa pagargli un buon ingaggio. Il suo procuratore Antonio Caliendo sta lavorando in questo senso. La Lazio andrebbe benissimo al grande goleador francese, che ha segnato la bellezza di 240 gol in 450 incontri disputati. Un gol ogni due partite.
Se alla Lazio venisse a fare ciò che ha sempre fatto, vorrebbe dire che in solo mezzo campionato Trezeguet sarebbe capace di segnare 10 gol, proprio quelli che servirebbero ai biancocelesti per difendere una posizione di prestigio in classifica e la ventina di milioni di euro che la Champions League ci regalerebbe.
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Il passero e lo spaventapasseri - 61 - storie di animali
Un giorno un passero, molto affamato, si precipitò al volo su un campo di grano che era stato seminato da poco. Sarebbe stato facile scavare col becco tra i solchi, e farsi una grande scorpacciata di quei bei chicchi che sono il pasto ideale degli uccelli.
Proprio in mezzo al campo, c'era uno spaventapasseri molto vistoso: un grosso cappellaccio nero in testa, due maniche di giacca gonfie di paglia, che si agitavano mosse da un leggero venticello, un pancione e due enormi zampe pure riempite di fieno. Poteva sembrare benissimo un uomo : era uno spaventapasseri proprio ben fatto.
Ma il passero Pietro l'aveva perfettamente riconosciuto. Non aveva paura, lui. Lo spaventapasseri poteva benissimo ingannare e mettere paura a un intero stormo di uccelli, ma non a un passero smaliziato come Pietro.
Il furbo passerotto, così, all'inizio si teneva alla lontana, ma poi si accostò pian piano al fantoccio, e vide chiaramente che si agitava, ma non si spostava di un millimetro dalla sua posizione.
Quale non fu, dunque, il suo spavento quando, all'improvviso, da sotto quel cappellaccio si levò un vocione minaccioso: - Passero Pietro, allontanati immediatamente da qui! -
Al passero Pietro era venuta una tale tremarella che non riuscì nemmeno a spiccare il volo e a filare via. Riuscì solo a dire, con voce incerta. - Ma come ? Tu parli? E conosci addirittura il mio nome? -
- Parlo, vedo e sento come un essere vivo. Ho anch'io un nome: mi chiamo Fedele -
- Ma chi ti ha messo qui? Il tuo padrone, lo so: ma se non ti puoi muovere, a che ti serve di avere la parola? -
- E tu avresti il coraggio di derubare lo stesso il mio padrone, dopo che ha faticato tanto? -
- Un poco di grano, anche per noi uccelli è necessario. Mica ce lo divoriamo tutto ! Gliene lasciamo quanto è sufficiente per sfamarsi anche lui -
- Ma non capisci - disse con voce un po' più comprensiva Fedele - che ha quattro figli piccoli che non lavorano, e deve tirare avanti anche la moglie, la casa, il trattore? Questo grano appena appena gli basta -
- Ma tu, perché difendi tanto il tuo padrone? In fondo, che te ne importa? Non può certo punirti se io becchetto un po' del tuo grano -
- Non capisci, passero Pietro, che io sono una sua creatura, che senza di lui non esisterei? E poi il buon Dio mi ha pure voluto dare una voce per farti capire come stanno le cose... -
Il passero Pietro si era un po' rinfrancato, e avrebbe voluto andarsene in un altro campo, dove non c'era uno spaventapasseri, e se c'era, non aveva anche lui una voce così incredibile. Ma si ricordò di una cosa, e rispose così: - Il buon Dio? Nel Vangelo c'è scritto che Dio provvede il cibo anche agli uccelli e dà una veste anche ai gigli del campo. Dio ama tutte le creature -
Lo spaventapasseri Fedele tacque. Anzi, sotto il suo cappellaccio nero, ebbe una specie di singulto. Dio pensava a tutti, e a lui aveva dato anche una voce. E perché non poteva dargli anche una vita?
Il passero Pietro lanciò un trillo di saluto al povero Fedele, e volò via tutto contento di averla fatta franca. Non si accorse che lo spaventapasseri Fedele, subito dopo, miracolosamente, era riuscito a muoversi e a prendere la via verso il paese. Il buon Dio aveva regalato la vita anche a un povero spaventapasseri come lui.
Proprio in mezzo al campo, c'era uno spaventapasseri molto vistoso: un grosso cappellaccio nero in testa, due maniche di giacca gonfie di paglia, che si agitavano mosse da un leggero venticello, un pancione e due enormi zampe pure riempite di fieno. Poteva sembrare benissimo un uomo : era uno spaventapasseri proprio ben fatto.
Ma il passero Pietro l'aveva perfettamente riconosciuto. Non aveva paura, lui. Lo spaventapasseri poteva benissimo ingannare e mettere paura a un intero stormo di uccelli, ma non a un passero smaliziato come Pietro.
Il furbo passerotto, così, all'inizio si teneva alla lontana, ma poi si accostò pian piano al fantoccio, e vide chiaramente che si agitava, ma non si spostava di un millimetro dalla sua posizione.
Quale non fu, dunque, il suo spavento quando, all'improvviso, da sotto quel cappellaccio si levò un vocione minaccioso: - Passero Pietro, allontanati immediatamente da qui! -
Al passero Pietro era venuta una tale tremarella che non riuscì nemmeno a spiccare il volo e a filare via. Riuscì solo a dire, con voce incerta. - Ma come ? Tu parli? E conosci addirittura il mio nome? -
- Parlo, vedo e sento come un essere vivo. Ho anch'io un nome: mi chiamo Fedele -
- Ma chi ti ha messo qui? Il tuo padrone, lo so: ma se non ti puoi muovere, a che ti serve di avere la parola? -
- E tu avresti il coraggio di derubare lo stesso il mio padrone, dopo che ha faticato tanto? -
- Un poco di grano, anche per noi uccelli è necessario. Mica ce lo divoriamo tutto ! Gliene lasciamo quanto è sufficiente per sfamarsi anche lui -
- Ma non capisci - disse con voce un po' più comprensiva Fedele - che ha quattro figli piccoli che non lavorano, e deve tirare avanti anche la moglie, la casa, il trattore? Questo grano appena appena gli basta -
- Ma tu, perché difendi tanto il tuo padrone? In fondo, che te ne importa? Non può certo punirti se io becchetto un po' del tuo grano -
- Non capisci, passero Pietro, che io sono una sua creatura, che senza di lui non esisterei? E poi il buon Dio mi ha pure voluto dare una voce per farti capire come stanno le cose... -
Il passero Pietro si era un po' rinfrancato, e avrebbe voluto andarsene in un altro campo, dove non c'era uno spaventapasseri, e se c'era, non aveva anche lui una voce così incredibile. Ma si ricordò di una cosa, e rispose così: - Il buon Dio? Nel Vangelo c'è scritto che Dio provvede il cibo anche agli uccelli e dà una veste anche ai gigli del campo. Dio ama tutte le creature -
Lo spaventapasseri Fedele tacque. Anzi, sotto il suo cappellaccio nero, ebbe una specie di singulto. Dio pensava a tutti, e a lui aveva dato anche una voce. E perché non poteva dargli anche una vita?
Il passero Pietro lanciò un trillo di saluto al povero Fedele, e volò via tutto contento di averla fatta franca. Non si accorse che lo spaventapasseri Fedele, subito dopo, miracolosamente, era riuscito a muoversi e a prendere la via verso il paese. Il buon Dio aveva regalato la vita anche a un povero spaventapasseri come lui.
venerdì 14 gennaio 2011
Cade l'ultimo petalo: non ci resta che Klose
Se ne va anche Santa Cruz: al Blackburn. Ma non pare che la Lazio fosse poi così profondamente interessata.
Comunque, di tre o quattro petali della margherita per la scelta di una seconda punta di peso, non rimane ora che il vecchio potentissimo Miroslav Klose, che non trova più posto sul mercato tedesco, e che dal Bayern di Monaco vorrebbe andare o alla Lazio o al Real Madrid, quest'ultimo forse soltanto un sogno.
Sculli potrà venire indipendentemente da Klose, in quanto non è certo una punta e non servirebbe alla bisogna. Inoltre, al no di Santa Cruz la Lazio è costretta a prendere la contromossa di bloccare momentaneamente il ventilato passaggio di Kozak al Bologna, in quanto alla fine ti tieni il giovane promettente attaccante, che due caratteristiche buone ce l'ha: un fisico integro e adatto allo scopo, e il gol in tasca, perchè ha una percentuale di realizzazioni molto alta.
Rimane Klose. Ha un fisico imponente, senza dubbio messo duramente alla prova dagli incidenti di una lunga carriera, ma formalmente è un giocatore sano e forte. Con la storia gloriosa che si ritrova alle spalle è un elemento di sicuro richiamo.
Lui vuole venire alla Lazio in quanto coi biancocelesti pensa di trovare una porta aperta per i tornei europei delle prossime stagioni, poiché mira a ripresentarsi ai campionati europei del 2012. Dal momento che in Germania non gli sarebbe facile trovarsi una squadra da primissime posizioni, cerca la fortuna all'estero e in particolare alla Lazio, che è una formazione rampante.
Klose costa tra i quattro e i cinque milioni di euro, e poi ci sono da vedere le sue pretese d'ingaggio, che sono alte. Lotito e Tare parlano di un contratto triennale da sei milioni, e ci sembra una cosa fattibile con aggiustamenti vari. Altrimenti vorrà dire che il tanto strombazzato rinforzo offensivo della Lazio sarà...Libor Kozak. E buona sera.
Comunque, di tre o quattro petali della margherita per la scelta di una seconda punta di peso, non rimane ora che il vecchio potentissimo Miroslav Klose, che non trova più posto sul mercato tedesco, e che dal Bayern di Monaco vorrebbe andare o alla Lazio o al Real Madrid, quest'ultimo forse soltanto un sogno.
Sculli potrà venire indipendentemente da Klose, in quanto non è certo una punta e non servirebbe alla bisogna. Inoltre, al no di Santa Cruz la Lazio è costretta a prendere la contromossa di bloccare momentaneamente il ventilato passaggio di Kozak al Bologna, in quanto alla fine ti tieni il giovane promettente attaccante, che due caratteristiche buone ce l'ha: un fisico integro e adatto allo scopo, e il gol in tasca, perchè ha una percentuale di realizzazioni molto alta.
Rimane Klose. Ha un fisico imponente, senza dubbio messo duramente alla prova dagli incidenti di una lunga carriera, ma formalmente è un giocatore sano e forte. Con la storia gloriosa che si ritrova alle spalle è un elemento di sicuro richiamo.
Lui vuole venire alla Lazio in quanto coi biancocelesti pensa di trovare una porta aperta per i tornei europei delle prossime stagioni, poiché mira a ripresentarsi ai campionati europei del 2012. Dal momento che in Germania non gli sarebbe facile trovarsi una squadra da primissime posizioni, cerca la fortuna all'estero e in particolare alla Lazio, che è una formazione rampante.
Klose costa tra i quattro e i cinque milioni di euro, e poi ci sono da vedere le sue pretese d'ingaggio, che sono alte. Lotito e Tare parlano di un contratto triennale da sei milioni, e ci sembra una cosa fattibile con aggiustamenti vari. Altrimenti vorrà dire che il tanto strombazzato rinforzo offensivo della Lazio sarà...Libor Kozak. E buona sera.
giovedì 13 gennaio 2011
Il cuculo e l'upupa - 60 - storie di animali
Quante volte, nella vita, si può rimanere vittime di una cattiva reputazione? Si sparge una voce, magari tu non ne sai niente, e tutti ti guardano con occhi interrogativi, quando giri le spalle ti mormorano dietro, e tu non puoi neanche smentire quel che dicono di te, altrimenti penserebbero: "scusa non richiesta, accusa manifesta".
Il cuculo e l'upupa sono due esempi tipici di questo fatto. Il primo è accusato di rubare il nido agli altri uccelli per deporvi le uova; la seconda, peggio ancora, solo per l'errore di un poeta, il Foscolo nei Sepolcri, ha subìto per sempre la grave ingiuria di essere ritenuta un uccello notturno, di quelli che portano jella e annunciano sventura.
I due poveri volatili sono rovinati per sempre dalle dicerie, forse false, forse in parte vere, sicuramente malevole.
Un giorno, guarda un po', tra i rami di un boschetto, il cuculo Gaspare incontrò l'upupa Gioconda, e i due furono ben felici d'intavolare tra loro un discorso per troppo tempo trattenuto, così, per sfogarsi un po'.
- Compare Gaspare - disse dunque l'upupa al cuculo - tu sei sicuramente un bell'uccello, slanciato nell'aspetto, dal piumaggio morbido bianco e grigio, con una voce molto canora, ma godi di una pessima reputazione: davvero tu e tua moglie andate intorno rubando il nido agli altri uccelli per deporvi le uova ? E' una cosa veramente disgustosa. Non me lo potrei mai aspettare da uno come te -
- Comare Gioconda - rispose amareggiato il cuculo - intanto mi hanno dato un nome che non mi piace troppo, perché qualcuno mi chiama cùculo con l'accento sulla prima u, mentre altri mi chiamano cucùlo con l'accento sulla seconda u, che potrebbe suonare come sprezzante, mentre invece il nostro nome nasce dal suono armonico della nostra voce: cucù, cucù...non senti come è bello? -
- Bellissimo, infatti. Ma bruttissima quella vostra abitudine di scacciare altri uccelli dal loro nido -
- Ma cosa dici mai? Qualcuno ci ha mai visto fare una cosa così spregevole? Soltanto, ci capita spesso di trovare un nido già vuoto, abbandonato, e noi lo ristrutturiamo e vi deponiamo le nostre uova. Qualche volta, piuttosto, vi troviamo anche qualche uovo abbandonato, e questo dovrebbe suonare come rimprovero a qualche altro uccello scellerato. Dunque, noi non rubiamo il nido agli altri, ma ci risparmiamo soltanto una fatica inutile -
- E' vero, compare Gaspare. Io vi perdono. Ma andate intorno a dirlo all'altra gente: ormai non vi crede più nessuno. Esattamente come succede a noi: nessuno ci ha mai visti sulle tombe dei cimiteri. Siamo uccelli diurni, noi upupe: non portiamo sventura, non mettiamo paura a grandi e piccini -
- Infatti, comare Gioconda: non è per farti un complimento, ma sei proprio bella, con quel grazioso ciuffetto di piume sulla testa che sembra una corona, e quel bel piumaggio di tanti colori ricchi di sfumature -
- Eppure quel benedetto Ugo Foscolo ci ha definito "l'immondo uccello", ci ha scambiati per civette, gufi e barbagianni, ha rovinato per sempre la nostra reputazione. Sono più di duecento anni, ormai...-
- Questi poeti! Se sbagliano loro è per sempre. E non puoi neanche chiedere il ricarcimento danni, non serve neanche rivolgersi alla Protezione Animali...-
- Che ci vuoi fare, compare Gaspare: noi e voi siamo rovinati per sempre. Hanno provato in tanti a spiegare le cose come stanno davvero, ma è tutto inutile -
Con un singhiozzo nella voce i due poveri uccelli si salutarono. Almeno, si erano sfogati un po' per il loro enorme dispiacere, e si diedero appuntamento per altri incontri di piacevole consolazione.
Il cuculo e l'upupa sono due esempi tipici di questo fatto. Il primo è accusato di rubare il nido agli altri uccelli per deporvi le uova; la seconda, peggio ancora, solo per l'errore di un poeta, il Foscolo nei Sepolcri, ha subìto per sempre la grave ingiuria di essere ritenuta un uccello notturno, di quelli che portano jella e annunciano sventura.
I due poveri volatili sono rovinati per sempre dalle dicerie, forse false, forse in parte vere, sicuramente malevole.
Un giorno, guarda un po', tra i rami di un boschetto, il cuculo Gaspare incontrò l'upupa Gioconda, e i due furono ben felici d'intavolare tra loro un discorso per troppo tempo trattenuto, così, per sfogarsi un po'.
- Compare Gaspare - disse dunque l'upupa al cuculo - tu sei sicuramente un bell'uccello, slanciato nell'aspetto, dal piumaggio morbido bianco e grigio, con una voce molto canora, ma godi di una pessima reputazione: davvero tu e tua moglie andate intorno rubando il nido agli altri uccelli per deporvi le uova ? E' una cosa veramente disgustosa. Non me lo potrei mai aspettare da uno come te -
- Comare Gioconda - rispose amareggiato il cuculo - intanto mi hanno dato un nome che non mi piace troppo, perché qualcuno mi chiama cùculo con l'accento sulla prima u, mentre altri mi chiamano cucùlo con l'accento sulla seconda u, che potrebbe suonare come sprezzante, mentre invece il nostro nome nasce dal suono armonico della nostra voce: cucù, cucù...non senti come è bello? -
- Bellissimo, infatti. Ma bruttissima quella vostra abitudine di scacciare altri uccelli dal loro nido -
- Ma cosa dici mai? Qualcuno ci ha mai visto fare una cosa così spregevole? Soltanto, ci capita spesso di trovare un nido già vuoto, abbandonato, e noi lo ristrutturiamo e vi deponiamo le nostre uova. Qualche volta, piuttosto, vi troviamo anche qualche uovo abbandonato, e questo dovrebbe suonare come rimprovero a qualche altro uccello scellerato. Dunque, noi non rubiamo il nido agli altri, ma ci risparmiamo soltanto una fatica inutile -
- E' vero, compare Gaspare. Io vi perdono. Ma andate intorno a dirlo all'altra gente: ormai non vi crede più nessuno. Esattamente come succede a noi: nessuno ci ha mai visti sulle tombe dei cimiteri. Siamo uccelli diurni, noi upupe: non portiamo sventura, non mettiamo paura a grandi e piccini -
- Infatti, comare Gioconda: non è per farti un complimento, ma sei proprio bella, con quel grazioso ciuffetto di piume sulla testa che sembra una corona, e quel bel piumaggio di tanti colori ricchi di sfumature -
- Eppure quel benedetto Ugo Foscolo ci ha definito "l'immondo uccello", ci ha scambiati per civette, gufi e barbagianni, ha rovinato per sempre la nostra reputazione. Sono più di duecento anni, ormai...-
- Questi poeti! Se sbagliano loro è per sempre. E non puoi neanche chiedere il ricarcimento danni, non serve neanche rivolgersi alla Protezione Animali...-
- Che ci vuoi fare, compare Gaspare: noi e voi siamo rovinati per sempre. Hanno provato in tanti a spiegare le cose come stanno davvero, ma è tutto inutile -
Con un singhiozzo nella voce i due poveri uccelli si salutarono. Almeno, si erano sfogati un po' per il loro enorme dispiacere, e si diedero appuntamento per altri incontri di piacevole consolazione.
mercoledì 12 gennaio 2011
Sculli, Kharja, Matavelli...ci vuole Pazienza !
Ieri è stata la giornata del "vorrei ma non posso". Sculli non vuole il prestito, ma l'acquisto definitivo; il Genoa non vuole Bresciano, ma preferisce i contanti; Foggia non vuole andare al Genoa per non ricadere nelle mani di Ballardini, e così non si riesce a conmcludere nè per Sculli nè per Kharja. Che intrigo!
Ma...ci vuole Pazienza! E infatti ha cominciato a prendere voce la notizia che la Lazio è interessata al centrocampista napoletano che porta questo nome: un elemento umile ma prezioso, che tra Ledesma, Hernanes e Mauri farebbe un figurone alleggerendo una parte del loro impegnativo lavoro. Sembra che per Pazienza si dovrà attendere giugno (fine contratto), e che la Lazio stia comunque lavorando a questo obiettivo.
Intanto il diciottenne brasiliano Thiago Luis Matavelli, un nuovo genio del centrocampo alla Hernanes, provato dalla Juventus e dato per sicuro al Milan, avrebbe preferito invece la corte di Claudio Lotito, anche perché sia a Torino che a Milano i brasiliani non vanno più di moda ( basta pensare a Felipe Melo e a Ronaldinho), mentre alla Lazio si sta creando una vera e propria colonia di verde-oro: oltre a Matavelli, ecco Hernanes, Dias e Matuzalem, tutta gente che ha scritto il numero 1 nel proprio Dna di calciatore.
Mercato laziale movimentatissimo: infatti Santa Cruz non è del tutto tramontato, e forse forse il numero uno vero è costituito da quell'Adrian Mutu che sarà immesso sul mercato dal 21 gennaio e che risanerebbe tutte le piaghe offensive della Lazio che non ha un vero goleador. Un Mutu affiancato da Floccari aumenterebbe le chances di gol per l'uno e per l'altro, dato che Floccari si trova benissimo come frangiflutti, ma poi sul breve (triangolazione corta con uno scattante come Mutu) avrebbe molte più occasioni da gol.
Ecco: fra tante voci, speriamo che Lotito si ritrovi quei quattro-cinque milioni sufficienti per assicurarsi uno come Mutu e ritrovare lo slancio verso il vertice.
Il rumeno ha un caratterino? E allora uno come Zarate non ci vuole tutto il carisma di Reja per convincerlo a ragionare come uno che pensa più alla squadra che a se stesso?
Intanto al buon Liborio Kozak è stasto fatto capire che cinque mesi di duro lavoro al fianco di Di Vaio nel Bologna è quanto gli serve per diventare un vero giocatore di serie A: Reja non se l'è sentita di tentare lui direttamente la carta del praghese, e per una squadra ambiziosa come la Lazio forse sarebbe stato troppo rischioso. A Bologna pootrebbe andar bene, perchè i gol Kozak ce li ha in tasca come i fratelli Inzaghi, e delle volte non bisogna stare a vedere troppo se sono accompagnati dal bello stile oppure no. Auguri, Libor! Tanto, fra sei mesi dovresti essere di nuovo fra noi.
Ma...ci vuole Pazienza! E infatti ha cominciato a prendere voce la notizia che la Lazio è interessata al centrocampista napoletano che porta questo nome: un elemento umile ma prezioso, che tra Ledesma, Hernanes e Mauri farebbe un figurone alleggerendo una parte del loro impegnativo lavoro. Sembra che per Pazienza si dovrà attendere giugno (fine contratto), e che la Lazio stia comunque lavorando a questo obiettivo.
Intanto il diciottenne brasiliano Thiago Luis Matavelli, un nuovo genio del centrocampo alla Hernanes, provato dalla Juventus e dato per sicuro al Milan, avrebbe preferito invece la corte di Claudio Lotito, anche perché sia a Torino che a Milano i brasiliani non vanno più di moda ( basta pensare a Felipe Melo e a Ronaldinho), mentre alla Lazio si sta creando una vera e propria colonia di verde-oro: oltre a Matavelli, ecco Hernanes, Dias e Matuzalem, tutta gente che ha scritto il numero 1 nel proprio Dna di calciatore.
Mercato laziale movimentatissimo: infatti Santa Cruz non è del tutto tramontato, e forse forse il numero uno vero è costituito da quell'Adrian Mutu che sarà immesso sul mercato dal 21 gennaio e che risanerebbe tutte le piaghe offensive della Lazio che non ha un vero goleador. Un Mutu affiancato da Floccari aumenterebbe le chances di gol per l'uno e per l'altro, dato che Floccari si trova benissimo come frangiflutti, ma poi sul breve (triangolazione corta con uno scattante come Mutu) avrebbe molte più occasioni da gol.
Ecco: fra tante voci, speriamo che Lotito si ritrovi quei quattro-cinque milioni sufficienti per assicurarsi uno come Mutu e ritrovare lo slancio verso il vertice.
Il rumeno ha un caratterino? E allora uno come Zarate non ci vuole tutto il carisma di Reja per convincerlo a ragionare come uno che pensa più alla squadra che a se stesso?
Intanto al buon Liborio Kozak è stasto fatto capire che cinque mesi di duro lavoro al fianco di Di Vaio nel Bologna è quanto gli serve per diventare un vero giocatore di serie A: Reja non se l'è sentita di tentare lui direttamente la carta del praghese, e per una squadra ambiziosa come la Lazio forse sarebbe stato troppo rischioso. A Bologna pootrebbe andar bene, perchè i gol Kozak ce li ha in tasca come i fratelli Inzaghi, e delle volte non bisogna stare a vedere troppo se sono accompagnati dal bello stile oppure no. Auguri, Libor! Tanto, fra sei mesi dovresti essere di nuovo fra noi.
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martedì 11 gennaio 2011
Clamoroso: Lotito soffia Matavelli al Milan - E' un nuovo Hernanes
Clamoroso: un bruciante intervento di Claudio Lotito ha soffiato sul palo di arrivo la conclusione dell'acquisto del giovanissimo brasiliano Thiago Matavelli, che era stato dato per sicuro al Milan.
Matavelli è conosciuto in Brasile, dove militava nel Desportes, come un nuovissimo fenomeno di centrocampo, in pratica un nuovo Hernanes. E' un giocatore di origine italiana, con doppio passaporto, e quindi potrebbe essere utilizzato anche immediatamente. Comunque, in un primo tempo, sarà destinato senz'altro alla squadra primavera, con la possibilità di essere utilizzato qualche volta in serie A.
Machiavelli era corteggiato anche da altre squadre, tra cui anche Inter e Juventus, ma chiaramente Lotito si è fatto furbo, in base ad altre passate esperienze negative, e così il nuovo fenomeno ha firmato per la Lazio, che ha già una folta colonia brasiliana con Hernanes, Dias e Matuzalem.
Matavelli è conosciuto in Brasile, dove militava nel Desportes, come un nuovissimo fenomeno di centrocampo, in pratica un nuovo Hernanes. E' un giocatore di origine italiana, con doppio passaporto, e quindi potrebbe essere utilizzato anche immediatamente. Comunque, in un primo tempo, sarà destinato senz'altro alla squadra primavera, con la possibilità di essere utilizzato qualche volta in serie A.
Machiavelli era corteggiato anche da altre squadre, tra cui anche Inter e Juventus, ma chiaramente Lotito si è fatto furbo, in base ad altre passate esperienze negative, e così il nuovo fenomeno ha firmato per la Lazio, che ha già una folta colonia brasiliana con Hernanes, Dias e Matuzalem.
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Chi è Sculli
Giuseppe Sculli, calabrese di Locri, è nato il 23 marzo 1981. Ha militato nelle giovanili della Juventus nelle stagioni 1998-2000, per passare poi al Crotone fino al 2oo2, due stagioni con 51 presenze e 8 gol.
L'anno successivo è passato al Modena, dove ha militato per una stagione, giocando 31 incontri e segnando 8 gol.
Nel 2003-2004 ha giocato nel Chievo: 18 partite e 2 gol.
L'anno successivo è stato al Brescia, dove ha giocato 28 partite e non ha segnato alcun gol.
Nel 2005-2006 ha militato nel Messina: 34 partite e 2 reti.
Infine, dal 2006 al 2010 ha indossato la maglia del Genoa, disputando 117 incontri e segnando 22 reti. Quest'anno è stato utilizzato dal Genoa in 5 incontri.
Nel totale dei suoi dieci campionati disputati nelle varie serie, ha giocato 283 partite e segnato 44 gol, con la media, quindi, di 28.3 incontri per campionato e 4.4 reti a stagione.I suoi ultimi 8 campionati sono stati tutti in serie A, con 232 partite e 28 gol.
Giuseppe Sculli ha militato in tutte le nazionali giovanili italiane, Under 15, under 18, Under 20 e Under 21, giocando 57 partite e segnando ben 18 gol, uno ogni 3 incontri. Ha vinto un bronzo nella Under 18 e un oro nella Under 21 del 2004 a Berlino.
Nel 2006 ha scontato nel Genoa 8 mesi di squalifica per aver truccato, insieme ai compagni del Crotone, un incontro con il Messina nel lontano 2ooo.
E' alto 1.77 e pesa 71 chilogrammi.
E' un jolly di attacco, prevalentemente seconda punta esterna sinistra: gioca di raccordo, con qualche proiezione in gol. Nella sua migliore stagione, al Modena, ha segnato 8 gol. A Genova, ha giocato per due stagioni al fianco del suo corregionale Sergio Floccari, col quale potrà ricomporre un' interessante coppia offensiva.
Chiaramente è un giocatore molto utile, ma non è la punta che segna tanti gol.
L'anno successivo è passato al Modena, dove ha militato per una stagione, giocando 31 incontri e segnando 8 gol.
Nel 2003-2004 ha giocato nel Chievo: 18 partite e 2 gol.
L'anno successivo è stato al Brescia, dove ha giocato 28 partite e non ha segnato alcun gol.
Nel 2005-2006 ha militato nel Messina: 34 partite e 2 reti.
Infine, dal 2006 al 2010 ha indossato la maglia del Genoa, disputando 117 incontri e segnando 22 reti. Quest'anno è stato utilizzato dal Genoa in 5 incontri.
Nel totale dei suoi dieci campionati disputati nelle varie serie, ha giocato 283 partite e segnato 44 gol, con la media, quindi, di 28.3 incontri per campionato e 4.4 reti a stagione.I suoi ultimi 8 campionati sono stati tutti in serie A, con 232 partite e 28 gol.
Giuseppe Sculli ha militato in tutte le nazionali giovanili italiane, Under 15, under 18, Under 20 e Under 21, giocando 57 partite e segnando ben 18 gol, uno ogni 3 incontri. Ha vinto un bronzo nella Under 18 e un oro nella Under 21 del 2004 a Berlino.
Nel 2006 ha scontato nel Genoa 8 mesi di squalifica per aver truccato, insieme ai compagni del Crotone, un incontro con il Messina nel lontano 2ooo.
E' alto 1.77 e pesa 71 chilogrammi.
E' un jolly di attacco, prevalentemente seconda punta esterna sinistra: gioca di raccordo, con qualche proiezione in gol. Nella sua migliore stagione, al Modena, ha segnato 8 gol. A Genova, ha giocato per due stagioni al fianco del suo corregionale Sergio Floccari, col quale potrà ricomporre un' interessante coppia offensiva.
Chiaramente è un giocatore molto utile, ma non è la punta che segna tanti gol.
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L'albatros e il gabbiano -59- storie di animali
Un albatros, Christopher, e un gabbiano, Gismondo, s'incontrarono un mattino di autunno sulla tolda di una nave, che si stava allontanando da un porto del Mediterraneo.
Il gabbiano Gismondo era un po' in ansia. Finora non si era mai allontanato troppo da una riva, e non voleva mettere a dura prova la resistenza delle sue ali. Chistopher, invece, era un albatros abituato alle lunghe traversate dell'oceano, e nessuna avversità era troppo rischiosa per lui.
- Ti vedo in pena, Gismondo - disse l'albatros al gabbiano. - Hai belle ali, ma non hai un cuore veramente grande per affrontare l'oceano. Perciò ti consiglio di tornare indietro verso il continente, finché sei ancora in tempo -
Gismondo cercava dentro di sé quel coraggio che non aveva. - Finché siamo in crociera, resterò ancora un po' sulla tolda, per vedere se il mare è così sconfinato come si dice -
- Tu sei abituato a comode prede, non potresti fare troppe miglia per l'alto mare.
Ti verrebbero a mancare il cibo e le forze -
- E tu, Christopher, come fai a nutrirti? Come puoi resistere per migliaia e migliaia di miglia? -
- Non guardare me: noi albatros siamo una razza speciale. Sappiamo calcolare le distanza tra un'isola e un'altra, conosciamo le tappe, le distese sconfinate degli oceani non ci fanno paura. Arriviamo sempre puntuali alla nostra meta. Il tuo volo è breve: contentati di ciò che ti ha dato la natura -
- Eppure ci sono uccelli che invidiano noi gabbiani che osiamo sfidare il mare. Per poche miglia, lo so. Ma é ugualmente bello. Noi non trasmigriamo: siamo attaccati alle nostre terre. Per noi il mare é solo un diversivo avventuroso -
- Vedo che conosci i tuoi limiti, e questo è segno di saggezza - riprese l'albatros Christopher. - Il segreto della vita è quello di far bene quanto ci è stato concesso di fare -
- E' vero, Christopher. Ora vedo che la nave sta per allontanarsi dalla costa, e io, sia pure a malincuore, torno indietro, torno a terra dai miei compagni. Me lo dicevano: non allontanarti troppo, Gismondo! Potresti pentirtene ! -
- Ti saluto, Gismondo ! La prossima primavera sicuramente tornerò da queste parti, e può darsi benissimo che ci rivedremo. Se sei ansioso di conoscere cose nuove, posso benissimo narrartele io. Non tutti siamo nati per fare i Marco Polo e i Cristoforo Colombo. Salutami tanto i tuoi parenti ! -
Il gabbiano Gismondo si staccò dalla nave proprio quando questa, con le sue sirene, stava annunciando il suo ingresso nell'oceano. Gismondo tornò lentamente verso il gruppo degli altri gabbiani che aveva lasciato alle soglie della città mediterranea. Questi lo accolsero con gioia, perché temevano che si fosse perduto, con tutti i suoi sogni sventati di grandezza.
- Cari amici! - disse felice nel rivederli. - Perdonatemi se sono stato così stupido da cercare l'avventura. Per fortuna ho incontrato un saggio albatros che mi ha spiegato come stanno le cose. E mi ha spiegato soprattutto questo proverbio: " Chi si accontenta gode".
Il gabbiano Gismondo era un po' in ansia. Finora non si era mai allontanato troppo da una riva, e non voleva mettere a dura prova la resistenza delle sue ali. Chistopher, invece, era un albatros abituato alle lunghe traversate dell'oceano, e nessuna avversità era troppo rischiosa per lui.
- Ti vedo in pena, Gismondo - disse l'albatros al gabbiano. - Hai belle ali, ma non hai un cuore veramente grande per affrontare l'oceano. Perciò ti consiglio di tornare indietro verso il continente, finché sei ancora in tempo -
Gismondo cercava dentro di sé quel coraggio che non aveva. - Finché siamo in crociera, resterò ancora un po' sulla tolda, per vedere se il mare è così sconfinato come si dice -
- Tu sei abituato a comode prede, non potresti fare troppe miglia per l'alto mare.
Ti verrebbero a mancare il cibo e le forze -
- E tu, Christopher, come fai a nutrirti? Come puoi resistere per migliaia e migliaia di miglia? -
- Non guardare me: noi albatros siamo una razza speciale. Sappiamo calcolare le distanza tra un'isola e un'altra, conosciamo le tappe, le distese sconfinate degli oceani non ci fanno paura. Arriviamo sempre puntuali alla nostra meta. Il tuo volo è breve: contentati di ciò che ti ha dato la natura -
- Eppure ci sono uccelli che invidiano noi gabbiani che osiamo sfidare il mare. Per poche miglia, lo so. Ma é ugualmente bello. Noi non trasmigriamo: siamo attaccati alle nostre terre. Per noi il mare é solo un diversivo avventuroso -
- Vedo che conosci i tuoi limiti, e questo è segno di saggezza - riprese l'albatros Christopher. - Il segreto della vita è quello di far bene quanto ci è stato concesso di fare -
- E' vero, Christopher. Ora vedo che la nave sta per allontanarsi dalla costa, e io, sia pure a malincuore, torno indietro, torno a terra dai miei compagni. Me lo dicevano: non allontanarti troppo, Gismondo! Potresti pentirtene ! -
- Ti saluto, Gismondo ! La prossima primavera sicuramente tornerò da queste parti, e può darsi benissimo che ci rivedremo. Se sei ansioso di conoscere cose nuove, posso benissimo narrartele io. Non tutti siamo nati per fare i Marco Polo e i Cristoforo Colombo. Salutami tanto i tuoi parenti ! -
Il gabbiano Gismondo si staccò dalla nave proprio quando questa, con le sue sirene, stava annunciando il suo ingresso nell'oceano. Gismondo tornò lentamente verso il gruppo degli altri gabbiani che aveva lasciato alle soglie della città mediterranea. Questi lo accolsero con gioia, perché temevano che si fosse perduto, con tutti i suoi sogni sventati di grandezza.
- Cari amici! - disse felice nel rivederli. - Perdonatemi se sono stato così stupido da cercare l'avventura. Per fortuna ho incontrato un saggio albatros che mi ha spiegato come stanno le cose. E mi ha spiegato soprattutto questo proverbio: " Chi si accontenta gode".
lunedì 10 gennaio 2011
Anche in serie B tre squadre di giocatori nati a Roma e nel Lazio
In serie B, c'è una sola squadra del Lazio: il Frosinone. Ebbene, sono così numerosi, in tutte le ventidue squadre della cadetteria, i giocatori nati a Roma e nel Lazio, da poterne formare anche qui, come in serie A, ben tre squadre complete, e anche con un piccolo avanzo.
Sono infatti 38 i giocatori di serie B nati a Roma e nelle cittadine di provincia del Lazio. Della sola città di Roma sono 28, e altri dieci sono dei comuni della regione.
Proviamo dunque a comporre le tre formazioni di giocatori romani e laziali.
SQUADRA A
Frezzolini (Atalanta)
Rizzato (Reggina) Peluso (Atalanta) Trevisan (Padova) Mengoni (Pescara)
Soddimo (Pescara) Bonanni (Pescara) Doni (Atalanta)
Sansovini (Pescara) Tiribocchi (Atalanta) Dionisi (Livorno)
SQUADRA B
Mangiapelo (Grosseto)
Freddi (Grosseto) Federici (Grosseto) Alessandro (Grosseto) Ogbonna (Torino)
De Vezze (Torino) Sgrigna (Torino) Quadrini (Sassuolo)
Stellone (Frosinone) Giallombardo (Ascoli) Martinetti (Sassuolo)
SQUADRA C
Farelli (Siena)
Pesoli (Varese) Manieri (Vicenza) Brosco (Triestina) Milani (Modena)
Sestu (Siena) Mazzarani (Modena) Lazzari (Empoli) Crescenzi (Crotone)
Bellucci (Modena) Russotto (Crotone)
n.b. Dei restanti 5 giocatori, ben 4 sono portieri: Concetti del Crotone, Cano del Padova, Bartoletti del Pescara, Frattali del Frosinone, e infine un difensore: Manucci del Cittadella. Ovviamente, avrebbero benissimo potuto trovare posto in una delle tre formazioni.
E ancora: i dieci giocatori non romani sono nati nelle seguenti città: Terracina (Rizzato) e Latina (Milani) in provincia di Latina; Albano (Manucci) e Marino (Crescenzi) in provincia di Roma; Tarquinia (Federici) in provincia di Viterbo; Rieti (Dionisi) in provincia di Rieti; Alatri (Mangiapelo), Anagni (Pesoli), Cassino ( Trevisan e Ogbonna) in provincia di Frosinone, i più numerosi dopo Roma.
Sono infatti 38 i giocatori di serie B nati a Roma e nelle cittadine di provincia del Lazio. Della sola città di Roma sono 28, e altri dieci sono dei comuni della regione.
Proviamo dunque a comporre le tre formazioni di giocatori romani e laziali.
SQUADRA A
Frezzolini (Atalanta)
Rizzato (Reggina) Peluso (Atalanta) Trevisan (Padova) Mengoni (Pescara)
Soddimo (Pescara) Bonanni (Pescara) Doni (Atalanta)
Sansovini (Pescara) Tiribocchi (Atalanta) Dionisi (Livorno)
SQUADRA B
Mangiapelo (Grosseto)
Freddi (Grosseto) Federici (Grosseto) Alessandro (Grosseto) Ogbonna (Torino)
De Vezze (Torino) Sgrigna (Torino) Quadrini (Sassuolo)
Stellone (Frosinone) Giallombardo (Ascoli) Martinetti (Sassuolo)
SQUADRA C
Farelli (Siena)
Pesoli (Varese) Manieri (Vicenza) Brosco (Triestina) Milani (Modena)
Sestu (Siena) Mazzarani (Modena) Lazzari (Empoli) Crescenzi (Crotone)
Bellucci (Modena) Russotto (Crotone)
n.b. Dei restanti 5 giocatori, ben 4 sono portieri: Concetti del Crotone, Cano del Padova, Bartoletti del Pescara, Frattali del Frosinone, e infine un difensore: Manucci del Cittadella. Ovviamente, avrebbero benissimo potuto trovare posto in una delle tre formazioni.
E ancora: i dieci giocatori non romani sono nati nelle seguenti città: Terracina (Rizzato) e Latina (Milani) in provincia di Latina; Albano (Manucci) e Marino (Crescenzi) in provincia di Roma; Tarquinia (Federici) in provincia di Viterbo; Rieti (Dionisi) in provincia di Rieti; Alatri (Mangiapelo), Anagni (Pesoli), Cassino ( Trevisan e Ogbonna) in provincia di Frosinone, i più numerosi dopo Roma.
Sculli e Kharja per la Lazio - ma anche Santa Cruz
Dopo la cocente sconfitta di ieri contro il Lecce, trapelano le prime concrete indiscrezioni della campagna di riparazione della Lazio. Sono notizie che provengono dal Genoa, con il quale il presidente Lotito è in ottime relazioni, e riguardano l'esterno offensivo Giuseppe Sculli, di 29 anni.
La Lazio propone in cambio Pasqualino Foggia, pure lui un esterno d'attacco , ma il Genoa preferisce i contanti, almeno con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto, esattamente come avvenne l'anno scorso per Floccari.
Inoltre la Lazio è interessata al centrocampista marocchino Houssine Kharja, che non trova posto nelle file rossoblu, proponendo come cambio un altro centrocampista, Bresciano, che sarebbe gradito a Ballardini.
Alla Lazio interessa inoltre il terzino Moretti, sempre del Genoa, per il quale offre in cambio il centrale Stendardo.
A quanto pare, la Lazio è sempre interessata all'arrivo della punta centrale Roque Santa Cruz, ancora non utilizzato dal Manchester City neppure in incontri di coppa.
Tutte queste trattative si dovrebbero concludere a breve.
La Lazio propone in cambio Pasqualino Foggia, pure lui un esterno d'attacco , ma il Genoa preferisce i contanti, almeno con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto, esattamente come avvenne l'anno scorso per Floccari.
Inoltre la Lazio è interessata al centrocampista marocchino Houssine Kharja, che non trova posto nelle file rossoblu, proponendo come cambio un altro centrocampista, Bresciano, che sarebbe gradito a Ballardini.
Alla Lazio interessa inoltre il terzino Moretti, sempre del Genoa, per il quale offre in cambio il centrale Stendardo.
A quanto pare, la Lazio è sempre interessata all'arrivo della punta centrale Roque Santa Cruz, ancora non utilizzato dal Manchester City neppure in incontri di coppa.
Tutte queste trattative si dovrebbero concludere a breve.
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Il pagellino di Lazio-Lecce
Muslera 6: due buone parate e la beffa dell'autogol
Lichtsteiner 6: lui lotta e corre sempre con impegno
Biava 6: ben piazzato; due salvataggi sulla linea
Stendardo 5: è entrato in squadra in un momento di scarsa vena
Radu 6: la sua onesta figura la fa sempre
Brocchi 5: avrebbe meritato un turno di riposo
Ledesma 6: sempre ordinato e tempestivo
Mauri 6: un bel gol, ma niente altro
Hernanes 5: sembrava altrove col suo pensiero
Zarate 6.5: ancora una traversa! Vivace e sfortunato
Floccari 5: ha bisogno assolutamente di ricaricare le batterie
Bresciano 5: è apparso lento e deconcentrato
Reja 5.5: poteva per una domenica dar fiducia a Gonzalez
Lichtsteiner 6: lui lotta e corre sempre con impegno
Biava 6: ben piazzato; due salvataggi sulla linea
Stendardo 5: è entrato in squadra in un momento di scarsa vena
Radu 6: la sua onesta figura la fa sempre
Brocchi 5: avrebbe meritato un turno di riposo
Ledesma 6: sempre ordinato e tempestivo
Mauri 6: un bel gol, ma niente altro
Hernanes 5: sembrava altrove col suo pensiero
Zarate 6.5: ancora una traversa! Vivace e sfortunato
Floccari 5: ha bisogno assolutamente di ricaricare le batterie
Bresciano 5: è apparso lento e deconcentrato
Reja 5.5: poteva per una domenica dar fiducia a Gonzalez
Classifiche di rendimento per Fantacalcio 19.ma
Portieri: Viviano De Sanctis Castellazzi
Difensori: Maicon Grava Astori
Cambiasso Cannavaro Thiago Silva
Balzaretti Cesar Casarini
Centrocampisti: Maggio Gattuso Inler
Dossena Guberti Grossmuller
Pazienza Diamanti Martinho
Pastore Hamsik Inler
Attaccanti: Sanchez Pato Vucinic
Cavani Ibrahimovic Denis
Di Natale Acquafresca Lavezzi
Allenatori: Mazzarri Di Carlo Guidolin
Il migliore: sicuramente Cavani, autore della fantastica tripletta alla Juventus
Il podio: secondo Acquafresca, una bella doppietta a Parma; terzo Sanchez, stupefacente a San Siro contro il Milan
La formazione del giorno: Viviano; Maicon, Cambiasso, Balzaretti;Maggio, Dossena, Pazienza, Pastore; Sanchez, Cavani, Di Natale. Allenatore Mazzarri.
La Nazionale del giorno: Viviano; Grava, Cannavaro, Balzaretti; Maggio, Dossena, Pazienza, Guberti; Di Natale, Acquafresca, Di Vaio. Allenatore Mazzarri.
Difensori: Maicon Grava Astori
Cambiasso Cannavaro Thiago Silva
Balzaretti Cesar Casarini
Centrocampisti: Maggio Gattuso Inler
Dossena Guberti Grossmuller
Pazienza Diamanti Martinho
Pastore Hamsik Inler
Attaccanti: Sanchez Pato Vucinic
Cavani Ibrahimovic Denis
Di Natale Acquafresca Lavezzi
Allenatori: Mazzarri Di Carlo Guidolin
Il migliore: sicuramente Cavani, autore della fantastica tripletta alla Juventus
Il podio: secondo Acquafresca, una bella doppietta a Parma; terzo Sanchez, stupefacente a San Siro contro il Milan
La formazione del giorno: Viviano; Maicon, Cambiasso, Balzaretti;Maggio, Dossena, Pazienza, Pastore; Sanchez, Cavani, Di Natale. Allenatore Mazzarri.
La Nazionale del giorno: Viviano; Grava, Cannavaro, Balzaretti; Maggio, Dossena, Pazienza, Guberti; Di Natale, Acquafresca, Di Vaio. Allenatore Mazzarri.
domenica 9 gennaio 2011
La festa strozzata: il Lecce ci mette k.o.
Giornata nera. La festa dei 111 anni è stata guastata completamente. Il volo di Olimpia, magnifico come sempre, per la prima volta non ha portato fortuna.
In campo è sceso il fantasma della Lazio. Si spiega così lo 0-1 al 39' del primo tempo: palo di Jeda, la palla batte sulla schiena di Muslera: è autogol, una vera beffa per il portiere.
Al ritorno in campo, Mauri indovina una girata di destro e infila Rosati: 1-1, si spera.
Ma è solo un'illusione. Anche le altre grandi sono in difficoltà, ma reagiscono: la Lazio no.
E' proprio una giornataccia. Reja fa uscire clamorosamente Hernanes, entra Bresciano, ma la mossa non porta fortuna: anzi! Passano solo quattro minuti, e dopo un palo di Zarate direttamente su calcio d'angolo il Lecce parte in contropiede e segna il 2-1 con l'illustre sconosciuto Grossmuller.
Esce anche Mauri ed entra Kozak, ma neanche lui porta fortuna. Purtroppo Rocchi ha avuto un brutto infortunio al ginocchio durante il riscaldamento, e non è potuto andare neanche in panchina.Urge seconda punta nuova, che faccia tanti gol.
Così la festa è andata veramente per traverso, e al 38' il Lecce sfiora il terzo gol: traversa e doppio salvataggio di Biava sulla linea.
No, la Lazio non c'era. Si è presa un turno di vacanza che speriamo possa essere compensata domenica con il nuovo turno casalingo con la Sampdoria.
Evitiamo giudizi sui singoli giocatori: sarebbero troppo negativi e forse ingiusti.
Troppe feste e calorie da smaltire? Potrebbero forse bastare sette giorni per cancellarne le tracce. Anche in classifica.
In campo è sceso il fantasma della Lazio. Si spiega così lo 0-1 al 39' del primo tempo: palo di Jeda, la palla batte sulla schiena di Muslera: è autogol, una vera beffa per il portiere.
Al ritorno in campo, Mauri indovina una girata di destro e infila Rosati: 1-1, si spera.
Ma è solo un'illusione. Anche le altre grandi sono in difficoltà, ma reagiscono: la Lazio no.
E' proprio una giornataccia. Reja fa uscire clamorosamente Hernanes, entra Bresciano, ma la mossa non porta fortuna: anzi! Passano solo quattro minuti, e dopo un palo di Zarate direttamente su calcio d'angolo il Lecce parte in contropiede e segna il 2-1 con l'illustre sconosciuto Grossmuller.
Esce anche Mauri ed entra Kozak, ma neanche lui porta fortuna. Purtroppo Rocchi ha avuto un brutto infortunio al ginocchio durante il riscaldamento, e non è potuto andare neanche in panchina.Urge seconda punta nuova, che faccia tanti gol.
Così la festa è andata veramente per traverso, e al 38' il Lecce sfiora il terzo gol: traversa e doppio salvataggio di Biava sulla linea.
No, la Lazio non c'era. Si è presa un turno di vacanza che speriamo possa essere compensata domenica con il nuovo turno casalingo con la Sampdoria.
Evitiamo giudizi sui singoli giocatori: sarebbero troppo negativi e forse ingiusti.
Troppe feste e calorie da smaltire? Potrebbero forse bastare sette giorni per cancellarne le tracce. Anche in classifica.
La Lazio ha 111 anni - Oggi in campo Stendardo al posto di Dias
Festa in casa Lazio: proprio oggi 9 gennaio la Lazio compie 111 anni, e la ricorrenza sarà festeggiata dal volo dell'aquila Olimpia, che precede la grande sfida con il Lecce.
Non inganni l'umile posizione in classifica dei giallorossi di Puglia: sono e restano una squadra temibile e insidiosa, capace di guastare anche le feste più importanti, Chiedere referenze ai giallorossi di Roma, i quali una ventina d'anni fa persero in casa lo scudetto proprio all'ultima giornata contro i leccesi!
Occhi aperti, dunque, e che l'aquila Olimpia continui a portarci fortuna. Con lei, tranne due pareggi, abbiamo sempre vinto a casa nostra, e il computo ormai si avvicina alle dieci vittorie. Se non ci sfugge questa di oggi, il secondo posto in classifica sarà sicuramente nostro, e questo può essere un ottimo trampolino di lancio por il girone di ritorno.
Reja conferma la squadra di sempre, con la sola eccezione dello squalificato Dias, che verrà sostituito dall'esperto Stendardo. Tutti gli altri al loro posto, a partire da Ledesma e Brocchi e proseguendo con Hernanes, Mauri e Zarate a sostegno di Floccari unica punta, chiamato oggi a dimostrare di essere capace di segnare gol importanti. Può darsi che in seguito arrivi un'altra punta vigorosa, che lo affianchi particolarmente negli incontri casalinghi.
Insomma, oggi è una giornata molto importante, per la Lazio.E non mancate al nostro commento, che leggerete su questo sito verso le cinque pomeridiane.
Non inganni l'umile posizione in classifica dei giallorossi di Puglia: sono e restano una squadra temibile e insidiosa, capace di guastare anche le feste più importanti, Chiedere referenze ai giallorossi di Roma, i quali una ventina d'anni fa persero in casa lo scudetto proprio all'ultima giornata contro i leccesi!
Occhi aperti, dunque, e che l'aquila Olimpia continui a portarci fortuna. Con lei, tranne due pareggi, abbiamo sempre vinto a casa nostra, e il computo ormai si avvicina alle dieci vittorie. Se non ci sfugge questa di oggi, il secondo posto in classifica sarà sicuramente nostro, e questo può essere un ottimo trampolino di lancio por il girone di ritorno.
Reja conferma la squadra di sempre, con la sola eccezione dello squalificato Dias, che verrà sostituito dall'esperto Stendardo. Tutti gli altri al loro posto, a partire da Ledesma e Brocchi e proseguendo con Hernanes, Mauri e Zarate a sostegno di Floccari unica punta, chiamato oggi a dimostrare di essere capace di segnare gol importanti. Può darsi che in seguito arrivi un'altra punta vigorosa, che lo affianchi particolarmente negli incontri casalinghi.
Insomma, oggi è una giornata molto importante, per la Lazio.E non mancate al nostro commento, che leggerete su questo sito verso le cinque pomeridiane.
Campilongo subentra a Carboni nel Frosinone
Coraggio a due mani: i dirigenti del Frosinone, visto il precipitare della situazione della squadra in classifica, ormai nel pieno vortice della retrocessione, hanno esonerato il tecnico Guido Carboni e chiamato al suo posto Salvatore Campilongo.
Salvatore Campilongo, ex giocatore frusinate, ha allenato in tempi recenti il Foggia, l'Avellino e l'Empoli, per cui conosce in profondità tutti i segreti del suo mestiere.
Mancano ancora 21 giornate al termine del campionato, e Campilongo, dotato di una vasta esperienza, avrà il modo di restituire fiducia e un pizzico di entusiasmo alla squadra canarina, ormai evidentemente demoralizzata. Guido Carboni merita comunque un ringraziamento, sua per la salvezza ottenuta miracolosamente lo scorso anno, sia per il grande lavoro svolto anche quest'anno, non accompagnato però dalla fortuna.
Un "in bocca al lupo" sincero a Campilongo, che ha le carte in regola per condurre in porto la grande impresa.
Salvatore Campilongo, ex giocatore frusinate, ha allenato in tempi recenti il Foggia, l'Avellino e l'Empoli, per cui conosce in profondità tutti i segreti del suo mestiere.
Mancano ancora 21 giornate al termine del campionato, e Campilongo, dotato di una vasta esperienza, avrà il modo di restituire fiducia e un pizzico di entusiasmo alla squadra canarina, ormai evidentemente demoralizzata. Guido Carboni merita comunque un ringraziamento, sua per la salvezza ottenuta miracolosamente lo scorso anno, sia per il grande lavoro svolto anche quest'anno, non accompagnato però dalla fortuna.
Un "in bocca al lupo" sincero a Campilongo, che ha le carte in regola per condurre in porto la grande impresa.
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notizie di calcio
sabato 8 gennaio 2011
L'anguilla e l'aragosta - 58 - storie di animali
L'anguilla Elettra guizzava rapida tra la laguna e il mare aperto: era una bella giornata d'autunno, l'aria era ancora calda e le acque tiepide. D'un tratto, vicino alla riva, vide una bella aragosta rosseggiante, che si chiamava Arabella, e le si accostò per fare una piacevole chiacchierata. Si conoscevano da una stagione, si può dire fossero vecchie amiche.
- Ciao, Arabella! Sono contenta di rivederti. Come te la passi? -
- Direi bene, Elettra: con questo buon clima...Sembra ancora estate -
- A casa tutti bene? Come avete trascorso le ferie? -
- Per noi aragoste l'estate è una gran brutta stagione: gli uomini ci danno una caccia spietata, specialmente i pescatori della domenica, che sono io più pericolosi. Ora stiamo tirando un po' il fiato, perché la villeggiatura è finita -
- A noi anguille, cara Arabella, capita tutto il contrario. La stagione brutta, per noi, comincerà tra poco, quando si avvicina il Natale e tutti gli uomini vogliono avere l'anguilla e il capitone per il loro pranzo della festa -
- Come ti capisco, Elettra! Per noi è molto doloroso. Lo sai che, quando ci prendono, ci gettano vive nell'acqua bollente perché credono che in questo modo la nostra polpa sia più squisita. Sono dei veri sadici: nei ristoranti ci tengono in bella mostra in una vasca perché i clienti possano scegliere di persona le proprie vittime -
- Che cudeltà! Ma credi che a noi ci trattino meglio? Ci fanno a pezzi e ci mettono in salamoia. Se esiste giustizia, dovrebbe venire una buona volta anche l'era in cui
i pesci siano i padroni del mondo e gli uomini le loro vittime. Allora anche noi li cucineremmo a nostro modo, infarinandoli e friggendoli in padella -
- Non farmici pensare - disse l'aragosta Arabella pensierosa. - Metterli vivi in un pentolone d'acqua bollente...Loro lo chiamano inferno. La loro fortuna è che noi non siamo demoni e quasi quasi li perdoniamo -
- Ma sarà sempre così? - riprese l'anguilla Elettra. - Le cose potrebbero anche cambiare...
- Forse. Però da milioni di anni noi siamo stati sempre le vittime e loro i carnefici -replicò con un sospiro Arabella.
L'anguilla Elettra era in vena di filosofia. - Sai -soggiunse con serietà - quando sono stanchi di prendersela con noi fanno scoppiare delle guerre orribili in cui si distruggono tra loro con armi micidiali, missili, bombe nucleari, napalm: si bruciano anche tra loro fra enormi tormenti -
- Sono davvero delle creature infernali - commentò l'aragosta Arabella. - Noi siamo animali pacifici, non faremmo del male a nessuno, saremmo capaci di guidare il mondo con sistemi giusti, senza odio e senza vendetta -
- Cara Arabella, si è fatto tardi. Ora ti saluto e torno in laguna dai miei. Spero solo di non incontrare nessun pescatore lungo il mio cammino -
- E' buio, ormai: va' tranquilla - salutò l'aragosta. - Loro sono a cena, a quest'ora -
- Sì, e magari stanno gustando le carni di qualche pacifico abitante del mare, o della terra, o del cielo. Il potere è nelle loro mani: che ci vuoi fare? Ma il Creatore non potrebbe una volta schierarsi dalla nostra parte ? -
- Ciao, Arabella! Sono contenta di rivederti. Come te la passi? -
- Direi bene, Elettra: con questo buon clima...Sembra ancora estate -
- A casa tutti bene? Come avete trascorso le ferie? -
- Per noi aragoste l'estate è una gran brutta stagione: gli uomini ci danno una caccia spietata, specialmente i pescatori della domenica, che sono io più pericolosi. Ora stiamo tirando un po' il fiato, perché la villeggiatura è finita -
- A noi anguille, cara Arabella, capita tutto il contrario. La stagione brutta, per noi, comincerà tra poco, quando si avvicina il Natale e tutti gli uomini vogliono avere l'anguilla e il capitone per il loro pranzo della festa -
- Come ti capisco, Elettra! Per noi è molto doloroso. Lo sai che, quando ci prendono, ci gettano vive nell'acqua bollente perché credono che in questo modo la nostra polpa sia più squisita. Sono dei veri sadici: nei ristoranti ci tengono in bella mostra in una vasca perché i clienti possano scegliere di persona le proprie vittime -
- Che cudeltà! Ma credi che a noi ci trattino meglio? Ci fanno a pezzi e ci mettono in salamoia. Se esiste giustizia, dovrebbe venire una buona volta anche l'era in cui
i pesci siano i padroni del mondo e gli uomini le loro vittime. Allora anche noi li cucineremmo a nostro modo, infarinandoli e friggendoli in padella -
- Non farmici pensare - disse l'aragosta Arabella pensierosa. - Metterli vivi in un pentolone d'acqua bollente...Loro lo chiamano inferno. La loro fortuna è che noi non siamo demoni e quasi quasi li perdoniamo -
- Ma sarà sempre così? - riprese l'anguilla Elettra. - Le cose potrebbero anche cambiare...
- Forse. Però da milioni di anni noi siamo stati sempre le vittime e loro i carnefici -replicò con un sospiro Arabella.
L'anguilla Elettra era in vena di filosofia. - Sai -soggiunse con serietà - quando sono stanchi di prendersela con noi fanno scoppiare delle guerre orribili in cui si distruggono tra loro con armi micidiali, missili, bombe nucleari, napalm: si bruciano anche tra loro fra enormi tormenti -
- Sono davvero delle creature infernali - commentò l'aragosta Arabella. - Noi siamo animali pacifici, non faremmo del male a nessuno, saremmo capaci di guidare il mondo con sistemi giusti, senza odio e senza vendetta -
- Cara Arabella, si è fatto tardi. Ora ti saluto e torno in laguna dai miei. Spero solo di non incontrare nessun pescatore lungo il mio cammino -
- E' buio, ormai: va' tranquilla - salutò l'aragosta. - Loro sono a cena, a quest'ora -
- Sì, e magari stanno gustando le carni di qualche pacifico abitante del mare, o della terra, o del cielo. Il potere è nelle loro mani: che ci vuoi fare? Ma il Creatore non potrebbe una volta schierarsi dalla nostra parte ? -
Livorno spietato col Frosinone: 0-2
La Befana ha portato un bel sacco pieno di carbone per i canarini frusinati: uno 0-2 perentorio, che non lascia adito a dubbi. Il Livorno non ha fatto sconti, dovendo pensare alle sue speranze ed aspirazioni a un ritorno in serie A.
Sùbito la malasorte in azione al 12', quando il portiere Sicignano ha dovuto lasciare il campo per un brutto infortunio. Frattali, subentrato all'esperto titolare, nulla ha potuto, e anzi è stato proprio un suo grave errore ad aprire la via del gol ai livornesi, con Dionisi pronto a raccogliere il gradito regalo al 38'. A vuoto ogni tentativo di reazione, e non è servito l'innesto di qualche rinforzo.
Al 31' della ripresa la botta conclusiva di Tavano, e buonanotte. Ora la classifica piange davvero.
Siamo in piena voragine, e ci vorrà una gran forza d'animo per venirne fuori. La prossima trasferta di Empoli permette solo qualche speranza, a patto di reagire con energia alla brutta piega presa dalla situazione.
Sùbito la malasorte in azione al 12', quando il portiere Sicignano ha dovuto lasciare il campo per un brutto infortunio. Frattali, subentrato all'esperto titolare, nulla ha potuto, e anzi è stato proprio un suo grave errore ad aprire la via del gol ai livornesi, con Dionisi pronto a raccogliere il gradito regalo al 38'. A vuoto ogni tentativo di reazione, e non è servito l'innesto di qualche rinforzo.
Al 31' della ripresa la botta conclusiva di Tavano, e buonanotte. Ora la classifica piange davvero.
Siamo in piena voragine, e ci vorrà una gran forza d'animo per venirne fuori. La prossima trasferta di Empoli permette solo qualche speranza, a patto di reagire con energia alla brutta piega presa dalla situazione.
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cronaca sportiva
venerdì 7 gennaio 2011
Il pagellino di Genoa-Lazio
Muslera 7: salva due volte la rete nella ripresa
Lichtsteiner 6.5: si è distinto per efficacia e mobilità
Biava 6: sicuro e forte nei contrasti
Dias 6.5: ha sempre anticipato Toni con franchezza
Radu 6.5: bel rientro; difende e attacca bene
Brocchi 6: uomo ovunque, con molta grinta
Ledesma 6.5: lavoro ordinato e preciso in difesa
Mauri 6: idee chiare e movimento; cala nel finale
Hernanes 7: giocoliere prestigioso; peccato quel palo!
Zarate 6: si è impegnato molto, ma in area non sfonda
Floccari 5.5: si è dato da fare, ma Kaladze lo ha ingabbiato
Reja e Lopez 6: nel finale il Genoa li ha impensieriti
Lichtsteiner 6.5: si è distinto per efficacia e mobilità
Biava 6: sicuro e forte nei contrasti
Dias 6.5: ha sempre anticipato Toni con franchezza
Radu 6.5: bel rientro; difende e attacca bene
Brocchi 6: uomo ovunque, con molta grinta
Ledesma 6.5: lavoro ordinato e preciso in difesa
Mauri 6: idee chiare e movimento; cala nel finale
Hernanes 7: giocoliere prestigioso; peccato quel palo!
Zarate 6: si è impegnato molto, ma in area non sfonda
Floccari 5.5: si è dato da fare, ma Kaladze lo ha ingabbiato
Reja e Lopez 6: nel finale il Genoa li ha impensieriti
Classifiche di rendimento per Fantacalcio 18.ma
Portieri: Muslera Eduardo Agazzi
Difensori: Cambiasso Domizzi Lichtsteiner
Lucio Raggi Silvestre
Kaladze Bovo Radu
Centrocampisti: Strasser Inler Migliaccio
Thiago Motta Sanchez Babacar
Giovinco Santana Greco
Pastore Hernanes Asamoah
Attaccanti: Okaka Miccoli Di Natale
Borriello Maxi Lopez Crespo
Di Vaio Vucinic Jimenez
Allenatori: Guidolin Leonardo Ventura
Formazione della 18. giornata: Muslera; Cambiasso, Lucio, Kaladze; Strasser, Thiago Motta, Giovinco, Pastore; Okaka, Borriello, Di Vaio. Allenatore: Guidolin.
Nazionale della 18. giornata: Agazzi; Domizzi, Raggi, Bovo; Migliaccio, Greco, Giovinco, Brocchi; Okaka, Borriello, Di Vaio. Allenatore: Guidolin.
Il migliore: indubbiamente Giovinco, autore di due clamorose reti sul campo della "sua" Juventus
Il podio: l'interista Thiago Motta è secondo, pure lui con due reti sul Napoli; terzo Okaka, che ha regalato al Bari la vittoria nel derby di Lecce.
Difensori: Cambiasso Domizzi Lichtsteiner
Lucio Raggi Silvestre
Kaladze Bovo Radu
Centrocampisti: Strasser Inler Migliaccio
Thiago Motta Sanchez Babacar
Giovinco Santana Greco
Pastore Hernanes Asamoah
Attaccanti: Okaka Miccoli Di Natale
Borriello Maxi Lopez Crespo
Di Vaio Vucinic Jimenez
Allenatori: Guidolin Leonardo Ventura
Formazione della 18. giornata: Muslera; Cambiasso, Lucio, Kaladze; Strasser, Thiago Motta, Giovinco, Pastore; Okaka, Borriello, Di Vaio. Allenatore: Guidolin.
Nazionale della 18. giornata: Agazzi; Domizzi, Raggi, Bovo; Migliaccio, Greco, Giovinco, Brocchi; Okaka, Borriello, Di Vaio. Allenatore: Guidolin.
Il migliore: indubbiamente Giovinco, autore di due clamorose reti sul campo della "sua" Juventus
Il podio: l'interista Thiago Motta è secondo, pure lui con due reti sul Napoli; terzo Okaka, che ha regalato al Bari la vittoria nel derby di Lecce.
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