Di Domenico Felici, poi, io ho un ricordo perenne, che dura da sessant'anni. Ve lo racconto brevemente. Lui lo avrà certamente dimenticato, io no. Il professore di educazione fisica, il brusco ma simpaticissimo Colasanti, ci portava spesso, nelle sue ore di lezione, a fare delle gare di atletica al campetto distante poche centinaia di metri dalla scuola.
Le gare di velocità venivano disputate sulla strada asfaltata sovrastante. Ci disponevamo in una fila di sette-otto a stretta portata di gomito. Io capitai, per mia sfortuna, sotto...il gomito del gigantesco Domenico. Colasanti diede il via: -Uno, due, tre! - Felici sgomitò per darsi la spinta, e mi colpì in pieno sulla mascella destra. Un urlo di dolore, e quando aprii la bocca sputai il resto di entrambi i miei molari.
Ebbe voglia Domenico a scusarsi per la sua involontarietà: io dovetti dare l'addio ai miei preziosi molari, di cui rimase solo un parziale frammento di base, quasi inservibile per la mia masticazione. Avevo soltanto diciotto anni e i miei denti erano perfettamente sani, tanto è vero che gli altri li conservo quasi tutti intatti ancora oggi, alla rispettabile età di 77 anni, con grande meraviglia del medico che mi fa l'anamnesi in occasione di qualche intervento chirurgico.
Di Domenico Felici ho seguito l'evoluzione negli anni, ma non l'ho più visto. Credo di averlo riconosciuto per la sua mole gigantesca in anni recenti, al Provveditorato agli Studi di Roma, in occasione di un esame di maturità nel quale sarà stato impegnato in qualche istituto commerciale di Roma. I mei poveri molari ne provarono ancora dolore
per un attimo.
Le gare di velocità venivano disputate sulla strada asfaltata sovrastante. Ci disponevamo in una fila di sette-otto a stretta portata di gomito. Io capitai, per mia sfortuna, sotto...il gomito del gigantesco Domenico. Colasanti diede il via: -Uno, due, tre! - Felici sgomitò per darsi la spinta, e mi colpì in pieno sulla mascella destra. Un urlo di dolore, e quando aprii la bocca sputai il resto di entrambi i miei molari.
Ebbe voglia Domenico a scusarsi per la sua involontarietà: io dovetti dare l'addio ai miei preziosi molari, di cui rimase solo un parziale frammento di base, quasi inservibile per la mia masticazione. Avevo soltanto diciotto anni e i miei denti erano perfettamente sani, tanto è vero che gli altri li conservo quasi tutti intatti ancora oggi, alla rispettabile età di 77 anni, con grande meraviglia del medico che mi fa l'anamnesi in occasione di qualche intervento chirurgico.
Di Domenico Felici ho seguito l'evoluzione negli anni, ma non l'ho più visto. Credo di averlo riconosciuto per la sua mole gigantesca in anni recenti, al Provveditorato agli Studi di Roma, in occasione di un esame di maturità nel quale sarà stato impegnato in qualche istituto commerciale di Roma. I mei poveri molari ne provarono ancora dolore
per un attimo.
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