Angelo Mosetti, comunque, peggio di una mosca cavallina, continuava a combinare le più disastrose diavolerie di questo mondo, senza curarsi di coinvolgere altre persone nelle sue avventure.
Con me, quell'anno, come istitutore, era arrivato anche un altro ragazzo di Acuto, Gianni Giurioli, figlio del segretario comunale, di ottima famiglia, anche lui dai capelli rossicci e dal carattere esplosivo. Aveva una grande intelligenza, fu promosso in seconda liceo, ma l'anno successivo cominciò a zoppicare e fu respinto.
Per non mortificare il padre, che nutriva grandi speranze su di lui, inventò un'enorme bugia: disse di essere stato promosso a giugno, organizzò addirittura un pranzo colossale a casa sua, invitando tutta una serie di convittori e di compagni di classe fatti venire appositamente da Alatri. Naturalmente si guardò bene dall'invitare me, che abitavo a due passi, perché sapeva che io non ero tanto abile da poter reggere fino in fondo il suo gioco.
L'anno successivo, fu costretto a ripetere la classe: fu promosso, e dovette ripetere il gioco all'incontrario, perché naturalmente i suoi avrebbero creduto che stesse frequentando l'ultimo anno e si stesse preparando alla maturità, mentre era ancora in seconda liceo.
Io nel frattempo, come vedremo, avevo cambiato una seconda volta collegio, sempre nel ruolo d'istitutore.
Con me, quell'anno, come istitutore, era arrivato anche un altro ragazzo di Acuto, Gianni Giurioli, figlio del segretario comunale, di ottima famiglia, anche lui dai capelli rossicci e dal carattere esplosivo. Aveva una grande intelligenza, fu promosso in seconda liceo, ma l'anno successivo cominciò a zoppicare e fu respinto.
Per non mortificare il padre, che nutriva grandi speranze su di lui, inventò un'enorme bugia: disse di essere stato promosso a giugno, organizzò addirittura un pranzo colossale a casa sua, invitando tutta una serie di convittori e di compagni di classe fatti venire appositamente da Alatri. Naturalmente si guardò bene dall'invitare me, che abitavo a due passi, perché sapeva che io non ero tanto abile da poter reggere fino in fondo il suo gioco.
L'anno successivo, fu costretto a ripetere la classe: fu promosso, e dovette ripetere il gioco all'incontrario, perché naturalmente i suoi avrebbero creduto che stesse frequentando l'ultimo anno e si stesse preparando alla maturità, mentre era ancora in seconda liceo.
Io nel frattempo, come vedremo, avevo cambiato una seconda volta collegio, sempre nel ruolo d'istitutore.
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