giovedì 5 agosto 2010

Le tre dita di Bersaglia - I miei ricordi 96

Tonino, tra i nostri amici, era un tipo molto intraprendente: questo spiega il suo nome di Bersaglia, il bersagliere.
Se c'era un'avventura da inventare, una situazione critica a cui far fronte, un compito particolarmente difficile da risolvere, puoi star sicuro che lo trovavi in prima fila.
Tonino era più giovane di due o tre anni rispetto all'età media del gruppo, ma assolutamente questo non era uno svantaggio per lui, che trovava sempre il modo di farsi notare.
Eppure il povero Bersaglia aveva esordito in modo drammatico nell'attività di gioco. Avrà avuto al massimo sei anni quando, rovistando fra i sassi nei dintorni del paese, aveva rinvenuto una specie di penna stilografica. La guerra era appena finita. Ritrovamenti di questo genere erano consueti, ma sapevamo che erano pericolosi, piccoli ordigni esplosivi per intimorire la popolazione.
Ma Tonino era ancora troppo piccolo per conoscere questa dura regola, e volle provare a manovrare la penna. Ci fu un'esplosione potente, che gli annebbiò la vista e lo fece svenire. Al suo risveglio, si accorse di essere ferito alla mano, che sanguinava orrendamente, e che tre dita della mano destra, indice, medio e anulare, erano partite irrimediabilmente.
Ma Tonino aveva un coraggio incredibile, e non si abbatté per la brutta disavventura. Con la mano così ridotta, avendo una buona prensilità fra pollice e mignolo, riuscì praticamente a far tutto, e bene, perfino a scrivere, appoggiando la penna nell'incavo del pollice, per tutti e cinque gli anni della scuola elementare, e anche per il futuro.
Tonino Bersaglia, a maggior ragione, continuò a meritare il suo soprannome di Bersagliere, sempre primo per ogni avventura, coraggioso e qualche volta irresponsabile.
Aveva un fisico robusto e nello stesso tempo agile, riusciva a infilarsi anche nei luoghi più inaccessibili, e fungeva da avanguardia in tutti i nostri giochi più avventurosi. Quel tremendo infortunio, ultimo residuo della durissima guerra, non lo aveva minimamente scalfito.
Giocava a pallone con vera abilità, era un mediano ricco d'inventiva, avrebbe forse potuto anche riuscire, ma il padre, Angelino, che era l'elettricista del Comune, riuscì a trovargli subito un posto di lavoro, e così Tonino, piano piano, si ritirò un po' dalla nostra banda, e soltanto l'estate, per le vacanze, tornava a inserirsi nel gruppo e a far capire che, se se ne era staccato, era stato soltanto per necessità familiari. Il padre, in paese, era noto per la sua severità, e così pure la moglie e tutto il notevole plotone dei figli, maschi e femmine, che da soli riuscivano ad animare l'intera Piazza della Corte.
Tonino Bersaglia, comunque, con tutto il suo handicap, riuscì sempre ad emergere per dinamismo e intraprendenza sull'intero gruppo familiare degli Attura (continua).

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