Cominciamo male. Molto fumo e niente arrosto. La Lazio gioca bene e si guarda nello specchio, ma, ahimè, non è mai lo specchio della rete avversaria.
Così la Samp, piano piano, dopo essere stata schiacciata nella sua area, ha ripreso slancio e fiducia. E' stata anche aiutata dall'arbitro veronese Romeo, che ha visto in una spinta qualunque di Lichtsteiner un generoso calcio di rigore contro la Lazio, dando una buona mano e una gradita consolazione ai poveri blucerchiati eliminati così crudelmente dalla Champions League: in pratica ha spianato loro la strada della vittoria premio.
Poi è arrivata la super-paperella di Fernando Muslera, e per la Lazio fu subito notte. Hai voglia a sperare che prima Foggia e poi Rocchi, nei pochi minuti finali, riuscissero a segnare quei due gol che in ottanta minuti, e con il dominio del campo, gli Hernanes e i Floccari non erano riusciti a fare.
E va bene. Punto e basta. Anzi, nessun punto, e basta. Punto e basta anche con le proteste testarde di Reja che cominceremo a pagare fin dal prossimo turno nella partita interna con il Bologna, che avremmo dovuto affrontare con tutta la possibile calma e concentrazione.
E mettiamocela una buona volta, questa calma.
Da Genova torniamo solo con una lieta constatazione. Cavanda è veramente un buon terzino, un fisicaccio alla Diakité ma con tanta tecnica in più. Tornerà buono, anche se Lotito sta cercando questa sera un rinforzo nell'ultimo giorno della campagna acquisti.
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