lunedì 23 agosto 2010

Giacinto e la Sirenetta - favola in versi 3

- Dormi, dormi, Helga - sembran dire
quegli occhi di animale sofferente
- dormi, perché il sonno può lenire
anche il dolore più cocente - 100

Helga fa un gesto anche al bambino
perché si riposi sul bel prato;
pure il cane si stende a lei vicino,
e dal dolore sembra consolato. 104

Dormirono due giorni, o chissà quanto;
e appena si destarono, di fronte,
una luce d'arancia e d'amaranto
tingeva intorno tutto l'orizzonte. 108

- Andiamo, andiamo, è ora ormai d'agire -
dice il bambino. Ed Helga, sorridente,
s'alzò decisa, senza più soffrire.
E il cane andò con loro agevolmente. 112

Andarono per ore, su una via
odorosa di glicini e di alloro.
Poi videro un'insegna d'osteria,
e cercarono un poco di ristoro. 116

L'oste sembrava un orco assai ringhioso;
li accolse con malgarbo, a muso duro.
- Oggi per noi è giorno di riposo!
Se volete, c'è un po' di pane scuro - 120

Ai nostri amici, tanta era la fame,
quel pane piacque più di una focaccia,
la più squisita di tutto il reame.
In un minuto, non ne restò traccia. 124

- Hai niente altro, padrone, per favore? -
chiese Giacinto in tono un po' pietoso.
La Sirenetta, intanto, con fervore
chiedeva al Cielo un dono più prezioso. 128

L'oste, adesso, si mostra più cortese,
e serve un piatto di verdura calda
e un vassoio di trote e maionese.
Il cuore del viandante si rinsalda. 132

- Dove andate? - con aria maliziosa
chiese l'oste ai ragazzi. - Mah...chissà!
Cerchiamo una sorgente misteriosa,
dove si attinge la felicità - 136

- Forse posso aiutarvi - disse l'uomo.
- Seguitemi...- E discesero pian piano
in una grotta grande come un duomo.
Spinse un sasso quadrato con la mano. 140

Un riquadro di luce celestina
apparve alla parete, e tutti intenti
vi guardarono dentro. Una stradina
si snodava tra boschi iridescenti. 144 (continua)

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