Ieri tanta esultanza per il quasi certo arrivo di Roque Santa Cruz, oggi tanta tanta prudenza. Andiamoci coi piedi di piombo. Sembra che da un paio di stagioni il bel campione paraguayano non marci più tanto bene fisicamente, e che la cartilagine di un ginocchio gli procuri tanti di quei fastidi da ridurre alla metà il suo rendimento.
Alla Lazio serve sì una punta forte, ma non una punta che si regge in piedi a fatica. Come si dice: meglio un asino vivo che un dottore morto.
Nel nostro caso, poi, di...asini vivi ce ne sarebbero addirittura due. Oltre a Liborio Kozak, che resta al servizio di Reja se Santa Cruz non arriva, c'è anche quel Tommaso Rocchi che voci insistenti vogliono come partente, non rientrando più in certi schemi del gioco offensivo della Lazio.
Ohé, ma che scherziamo! Io ai gol di Rocchi più a quelli del promettente Kozak non rinuncerei mai e poi mai. Le cifre sono cifre, alla matematica bisogna credere, e anche le ultime cifre parlano di un precampionato in cui la Lazio ha segnato 33 gol, ma la metà l'hanno fatta esattamente in due, con gli 8 gol di Kozak e i 5 di Tommaso Rocchi.
Gli schemi sono una cosa presunta, i gol sono una cosa certa. Non mi priverei mai dei dieci gol che oggi Tommaso Rocchi può garantire alla Lazio, nè dei 7/8 che può assicurare un Kozak che giochi, diciamo, 15/20 partite.
Magari arriva un Santa Cruz che devi pagare caro (vuole 2 milioni almeno d'ingaggio annuale, poiché a Manchester ne prende 2,2), e poi tutte le settimane devi stare a fare i conti con la sua cartilagine. I grandi giocatori si comprano perché servono, e non tanto per comprarli.
Invece Rocchi e Kozak saranno pure due asini, ma nel senso che sprizzano salute e scalpitano dalla voglia di fare gol e di sfondare. Il dottore non troppo vivo lasciamolo perciò a Manchester o in qualunque altra città che voglia accoglierlo: noi a Roma siamo ben serviti.
A quegli schemi che Santa Cruz garantisce sulla carta è adattissimo Kozak. A quegli altri schemi, più consueti e più risaputi, provvede benissimo un Rocchi che abbiamo definito un asino vivo, ma che in realtà è proprio un bel muletto, sempre pronto e scalpitante, integro fisicamente, e che la Fiorentina farebbe ponti d'oro per avere al posto di Jovetic e di Mutu.
E noi che ne abbiamo ancora bisogno, glielo andiamo a cedere per una manciata di euro? Lasciamo pure che siano gli ultimi milioni di euro che vale Rocchi: perchè, se fa dieci gol a Roma e arriva a 103, non sono forse soldi ben spesi?
Ci rifletta Lotito, ora che i fatti gli stanno dando ragione e che il perfetto accordo con Reja sta rilanciando sulla via della saggezza e della concretezza. Un'intesa così, ad esempio, Lotito non l'ha mai avuta con Delio Rossi. Eppure anche Delio era un fior di allenatore, forse solo un po' troppo ripiccoso.
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