lunedì 21 giugno 2010

Luigi santo - I miei ricordi - 74

Il giorno di San Luigi, 21 giugno, tutti i bambini di Acuto, con un odoroso giglio bianco nella mano destra, con una fascia trasversale rossa i maschi e bianca le femmine, sfilavano in processione per la via principale del paese cantando quest'inno: "Luigi santo/ noi t'invochiamo, / ti veneriamo / sui nostri altar..."
Ma quando la processione, quasi sul finire, passava davanti al negozio di Enrichetto il barbiere, scoppiava un piccolo dramma. Un bambino, che non partecipava alla processione, nel sentire le parole dell'inno si gettava per terra e cominciava a urlare e a scalciare.
Non si trattava assolutamente di epilessia o male caduco, ma di un fatto molto più semplice. Il bambino, nipote di Enrichetto, si chiamava Luigi ; probabilmente le parole di quell'inno, "Luigi santo", gli venivano ripetute a casa come uno sfottò per i suoi capricci, e lui se la prendeva a male e si arrabbiava. Figuratevi quando vide e sentì quel coro di bambini in processione: nella sua mente era più che convinto che tutto il paese lo stesse prendendo in giro.
Il fatto si ripeteva ogni anno, finché il bambino non divenne adulto e finalmente si convinse che nessuno ce l'aveva con lui. Il bravo Luigi, Placido per soprannome
di famiglia, era in effetti un buon bambinone, alto e robusto, destinato poi a divenire carabiniere. Nessuno si sarebbe sognato di prenderlo in giro in quella maniera irriverente. San Luigi Gonzaga era il patrono della gioventù, il giglio della purezza, e nel passato veniva celebrato con particolare rispetto, perché, pur essendo principe di un grande casato, era morto giovanissimo curando i malati di peste.
Così facevano i figli delle grandi famiglie, una volta. Oggi si danno ad altre attività, e nella migliore delle ipotesi vincono le gare di ballo alla TV. Ma anche a quei tempi c'era qualche figlio di papa' - o anche di papa - che non scherzava mica. Pensiamo soltanto a Cesare Borgia detto il Valentino, figlio di papa Alessandro VI.
Ricordo sempre quell' episodio di Luigi perché non solo aveva il mio stesso nome, ma perfino il mio soprannome, poiché anch'io venivo chiamato in famiglia Luigi Placido, essendo di solito molto calmo. Ma ero capace anch'io delle mie bizze solenni. Guai a svegliare il cane che dorme!
Le processioni, nel paese, erano frequenti, e non disturbavano il traffico perché non ce n'era. Il clima religioso era alimentato dalla presenza delle suore Adoratrici del Sangue Prezioso, ordine fondato proprio ad Acuto nel lontano 1834 da Santa Maria De Mattias.
In Acuto c'è sia la casa madre dell'ordine sia un collegio di formazione delle educande, per cui una percentuale piuttosto alta della popolazione del paese è rappresentata dalle religiose dell'ordine.
Questo fatto ha costituito sempre, per il paese, un'anomalia, anche in occasione delle elezioni politiche, per cui mettere le mani sul pacchetto di voti delle suore voleva dire assicurarsi l'esito delle votazioni. Per almeno trent'anni, dal 1946 al 1976, Acuto è stato sempre un paese politicamente conservatore, ma da allora è passato stabilmente nelle mani della sinistra, ed anche le suorine non sono rimaste estranee a questo fenomeno. Solo nelle ultime elezioni comunali, dopo un altro trentennio, c'è stata un'inversione di marcia (continua).

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