Se vuoi avere un vivaio che funziona, tu un dieci per cento delle tue risorse atletiche lo devi riservare ogni anno ai ragazzi che provengono dalla Primavera. Siete in 25 titolari?Ebbene, 2/3 elementi debbono essere giovanissimi:18/20 anni.
Deve essere un obbligo inderogabile. Quei due/tre ragazzi li tieni insieme agli altri a guardare, a imparare: stai sicuro che, prima o poi, l'occasione buona per l'esordio si verificherà.
Così cominciò Alessandro Nesta. Così Marco Di Vaio. Così Bruno Giordano. Così Leonello Manfredonia.Così Vincenzino D'Amico.
Certo, se come secondo o terzo rincalzo tieni un trentenne, i giovani del tuo vivaio non riuscirai mai a valorizzarli.
Ecco perché, quest'anno, io darei fiducia ad Alessandro Tuja, già definito il piccolo Nesta. Guarda caso, ne porta anche il nome. L'anno di esperimento al Monza ha dato i suoi frutti, ha giocato tredici volte da titolare e altrettante è subentrato nel corso della gara. Segno che su di lui ci puoi contare, almeno per farlo crescere ancora, dargli fiducia, sgrossarlo, farlo anche sbagliare: spesso sbagliano anche i grandi, no? Per un giovane, anche lo sbaglio è salutare: starà molto più attento la seconda volta.
Se non hai coraggio, dal giovane e promettente allievo il grande campione non lo caverai mai.
Se pensi che, per avere un Barreto, hai dovuto tirar fuori cinque milioni in due rate,
capirai sùbito che vale la pena rischiare qualcosa con un Tuja o con un Perpetuini.
E che valeva la pena tenersi un Faraoni senza il rischio di vederlo diventare grande all'Inter. Ma ci deve essere, alla guida del vivaio, uno come Bruno Conti, che prima li alleva e poi li lancia. A cominciare dai suoi figli.
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