domenica 27 giugno 2010

Il Muretto di San Sebastiano - I miei ricordi 77

Uno dei luoghi imperdibili per trascorrere un'oretta in allegria era senza dubbio il muretto di San Bastiano, un bel muretto lungo una ventina di metri, che dalla ex colonia della Maternità e Infanzia giungeva al bivio della statale 155 con il viale di accesso ad Acuto, nei pressi della chiesetta di San Sebastiano (in dialetto, San Bastiano).
Un muretto così ampio e comodo da indurre alla conversazione e all'intimità per simpatiche soste durante la passeggiata.
Purtroppo questo muretto impediva la visuale alle automobili che uscivano dal paese oppure vi entravano, o semplicemente erano di passaggio per Fiuggi. Vi furono parecchi incidenti, qualcuno mortale.
Ma quando la Giunta Comunale prese la decisione di eliminare questo storico muretto, che risaliva almeno agli inizi del secolo, si scatenò una furiosa battaglia d'opinione fra progressisti e conservatori: in questo caso i conservatori volevano appunto...conservare il muretto, mentre ai progressisti premeva eliminare il pericolo. Fu in questa occasione che mio fratello maggiore, Vito, che era vicesindaco della giunta di sinistra, se ne uscì in una frase che lo rese noto nella zona: " Progresso è lavorare per il bene delle generazioni future, non per il proprio bene."
Alla fine il muretto fu abbattuto, fra il generale pianto di tutti i nostalgici, e sostituito con una robusta ringhiera metallica che permetteva una perfetta visibilità delle macchine in arrivo sulla 155, e toglieva per sempre il comodo appoggio per le conversazioni e il riposo.
La battaglia poi si estese più oltre, e coinvolse la fabbrica di calce duecento metri più oltre, sempre sulla strada per Fiuggi. Qui la questione era ancora più delicata, perchè da una parte c'erano motivazioni igieniche ed etiche, e dall'altra il lavoro che la fabbrica assicurava a una cinquantina di famiglie, circa un decimo dell'intero paese.
Si trattò di una svolta storica. Il panorama dei dintorni di Acuto era ( ed è tuttora, anche se in modo attenuato) deturpato da una orribile ferita che metteva a nudo la montagna in una zona di belle caratteristiche naturali e turistiche, a due passi da Fiuggi. Inoltre la polvere sollevata dalla calce e diffusa nell'aria da una grossa ciminiera imbiancava tutta la zona, rendendo l'aria irrespirabile per chi passava a piedi lungo la passeggiata.
Ma si poteva lasciare senza stipendio un'ampia fetta della popolazione del paese? Alla fine gli ambientalisti e la giunta di sinistra ebbero la meglio, e la fabbrica, di proprietà dell'ex podestà e dei suoi eredi, fu costretta a spostarsi in un'altra zona del Lazio, in aperta campagna, e a convertire in parte le sue caratteristiche.
Il paese tornò a respirare, ma ci volle un buon decennio almeno per annullare le conseguenze economiche della perdita di lavoro di molti degli operai.
Ormai la lotta politica aveva scavato un solco profondo tra le parti: ma più che di ideologia, si trattava di rancori personali.
La conferma si ebbe quando, alla vigilia della vendemmia, le vigne di alcuni personaggi coinvolti nella lotta furono trovate danneggiate in modo irreparabile. Sembrava di essere tornati in piena faida medioevale, e in buona sostanza era proprio così. La lotta era cominciata per il famoso muretto di San Bastiano.
Un'altra bruttissima ferita nel panorama del Comune, visibile a decine di chilometri di distanza, è una seconda cava di pietra aperta negli anni sessanta, di dimensioni bibliche, una specie di Geenna scavata nelle colline tra Acuto e la valle percorsa dalla superstrada. Ma non esiste una legge che tutela la bellezza turistica di una zona ? (continua).

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