venerdì 11 giugno 2010

Cantilene di bambini - I miei ricordi - 69

Certamente i bambini di ogni paese crescono, nei loro giochi, accompagnati da cantilene tradizionali, risalenti al passato, e via via modificate o variate più o meno volontariamente.
Queste cantilene si ritrovano e si somigliano un po' dovunque, da quanto si deduce da testi letterari e da raccolte di quello che oggi si chiama folklore popolare.
Oggi, veramente, queste cantilene stanno andando in disuso e si ritrovano soltanto nei paesi più piccoli, dove è facile trovarsi ancora a contatto con la natura.
Infatti, si può notare che queste cantilene si riferiscono sempre a piccoli animali, oppure a fenomeni atmosferici.
Per esempio, la lucciola. I bambini di Acuto dicevano così: "Lucciola lucciola calda calda /tira la coda alla cavalla,/la cavalla del re,/ lucciola lucciola in mano a me". La lucciola, in dialetto, è chiamata "pùccica penta".
Poi la lumaca. "Esci, esci, lumaca,/ tua madre è tornata, /è tornata dal fosso,/ ti ha portato pane e osso,/pane e cerasa / ci faremo una bella mangiata". La lumaca, in dialetto, è chiamata ciammaruca.
E ancora, la coccinella: "Andata, andata a Roma/ con le zacchere e la corona..." Infatti la coccinella è raffigurata poeticamente in un pellegrino con la sua mantella piena di macchie di fango e una corona in mano, che va verso Roma nel suo pellegrinaggio.
Poi, la pioggerella leggera di marzo: "Piove, piove / l'acquarella del bove./ Sant'Antonio sta a sentire:/toglie l'acqua e mette il sole..."
Quindi la neve che cade a larghi fiocchi: " Fiocca, fiocca / in cima alla Rocca./Moglie e marito si rappallocca..."
Poi arriva il giorno di festa, la domenica: "Domani è domenica,/tiriamo l'orecchio a Menica./ Menica va piangendo/con l'orecchio penzolando..."
Ce n'erano anche delle altre, alcune in realtà piuttosto ruvide nel linguaggio e letteralmente non riferibili, come quella di "Andrea, Andrea, Andrea,/ sette diavoli addosso teneva:/ uno entrava,/ uno usciva,/ povero Andrea, come faceva!". Le strofette erano in parte dovute all'inventiva dei singoli bambini, in parte tramandate invece come una tradizione familiare, e come tale non sempre identica da una zona all'altra del paese.
Queste cantilene riguardano sempre animaletti che vengono a contatto con i bambini, come le lucertole, o i ricci, o gli scoiattoli, o anche i lombrichi e gli scarabei, oppure i maggiolini (detti "lazze" con la zeta dura), che colpiscono i bambini con il loro mantello verde lucente e il volo improvviso. Oppure ancora la libellula, che a Rocca di Cave viene chiamata "Maria Papèra", ed è un'altra gradita compagna di giochi come la variopinta farfalla.
Ahimè, tutti animaletti che i bambini di città non potranno mai vedere, e che cominciano a diventare rarità anche nei piccoli paesi ormai troppo civilizzati. Gioco e poesia pare proprio che non vadano d'accordo con il mondo moderno: oggi i bambini preferiscono giocare con Jig robot d'acciaio (continua).

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