martedì 29 marzo 2011

Vita di collegio: 17. Asia gialla

Il più bel libro di testo che avevamo era dedicato alla Bibbia. Era veramente un bel testo, illustrato magnificamente da un disegnatore famoso: Mario Barberis. Ogni capitolo era accompagnato da un quadro che illuminava l'intera scena. Anche il testo era scritto in modo chiaro e moderno. Tutti i personaggi avevano una precipua identità: Adamo, Eva, Caino, Abele, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Beniamino, Mosè in Egitto, il passaggio del Mar Rosso, la Terra Promessa, tutto appariva affascinante agli occhi di un  bambino di undici anni.
Poi l'innesto del Nuovo sull'Antico Testamento: era presentato in modo così naturale da sembrare la necessaria prosecuzione. La vita di Gesù, la sua predicazione, la Passione e Morte, la Resurrezione, la Pentecoste, la predicazione degli Apostoli, la spettacolare conversione di Saul, cioè di San Paolo. Non vi era traccia di odio verso gli ebrei, come sembra fosse una tradizione della Chiesa medioevale. Grazie a quella versione della Bibbia così luminosa e serena, io ho sempre amato gli ebrei e visto Cristo e i cristiani come la prosecuzione naturale della loro storia.
Per questo ho sempre reputato Hitler e il suo odio verso gli ebrei come una vicenda innaturale e disumana, e non ho mai pensato che la Chiesa potesse lontanamente avere un atteggiamento dissimile dalla prosecuzione naturale di un' unica vicenda morale e storica. Mi sono reso conto che papi come Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II hanno dovuto lottare molto per ristabilire questo principio.
Le nostre letture erano strettamente controllate. Anzi, non era permessa alcuna lettura che non fosse quella di testi autorizzati.
Ricordo che, da una vacanza estiva, avevo portato da casa un libro di Mario Appelius, uno scrittore del periodo fascista, famoso per aver inventato la frase: "Dio stramaledica gli inglesi!"
Il libro si chiamava "Asia gialla", e parlava dei suoi viaggi turistici e diplomatici in Asia, forse con qualche libertà espressiva di troppo. Ebbene, questo libro sparì dal cassetto della mia scrivania e non vi fece più ritorno. Io, consapevole di aver contravvenuto a un ordine preciso, non ebbi il coraggio di chiedere che fine avesse fatto. Mi fu consentita invece la lettura dei "Fioretti di San Francesco", che avevano la stessa provenienza di "Asia gialla", cioè la casa del fascio di Acuto smantellata da noi bambini in occasione della caduta di Mussolini il 25 luglio del 1943. Ma questo i miei buoni superiori di Anagni non lo sapevano: altrimenti non so come avrebbero reagito.
Sempre di quella provenienza era anche un bel diario istoriato con immagini colorate in stile mussoliniano, cioè futurista, ma senza neanche una parola di testo. Io utilizzai quelle belle pagine per scrivervi la cronache di un nostro giornalino interno che parlava esclusivamente di sport: i tornei di ping pong, gli incontri di calcio fra le nostre camerate, vero e proprio campionato interno. Istintivamente, mi stavo già proiettando verso quel giornalismo sportivo che fu poi la mia grande passione negli anni della prima gioventù, gli anni fra il Cinquanta e il Sessanta. 







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