Mentre altrove si fa clamore, in bene o in male, la Lazio, zitta zitta, ha ripreso la sua marcia, quella marcia dei due punti a partita che la porterebbe dritta dritta in Champions League.
Nelle ultime sette giornate, la Lazio ha infatti conquistato la bellezza di quattordici punti, frutto di quattro vittorie, due pareggi e una sola sconfitta, quella, stupidissima, di Cagliari.
La Lazio ha vinto con la Fiorentina, a Brescia, col Bari e col Palermo, ha pareggiato con Milan e Chievo, e ha perso in Sardegna. In sette giornate ha segnato otto gol e ne ha subiti soltanto due (Chievo, Cagliari), che è una specie di record. La Lazio segna poco, è vero, ma non subisce quasi niente e questo spiega il suo andamento sicuro.
Di quegli otto gol, tre sono di Kozak, due di Hernanes, due di Sculli e uno di Tata Gonzalez.
La marcia dei due punti a partita è esattamente quella che permise alla Lazio del finale di campionato scorso di rimontare sei posizioni di classifica, conquistando ben venti punti in dieci giornate.
Alla fine di questo torneo mancano appunto dieci giornate, e se questa Lazietta ripetesse se stessa dell'anno scorso, finirebbe con 71 punti in classifica e con la sicurezza di giocare il prossimo anno in Champions League, più in terza posizione che in quarta.
Dobbiamo cominciare bene con la Roma: è essenziale. Perché, nelle dieci partite finali dell'anno scorso, ne perdemmo soltanto due, appunto contro la Roma e quella "famigerata" contro l'Inter. Per il resto vincemmo con Cagliari, Siena, Bologna, Genoa, Livorno e Udinese, pareggiammo con Milan e Napoli, segnando 17 gol e subendone 11.
Quella era una Lazietta senza Hernanes. Segnarono 4 gol Floccari e Rocchi, 2 Lichtsteiner, 2 Dias, 1 Matuzalem, 1 Hitzlsperger, 1 Cruz , 1 Mauri. Nessun gol né Zarate né Kolarov, che erano i nostri campioni.
Abbiamo, come vedete, capacità di ripeterci. Questa è la Lazio di Reja, che non fa chiacchiere, ma fatti. Il calendario, grosso modo, è lo stesso, con Roma e Inter da affrontare, e anzi senza il Milan che abbiamo già affrontato.
Andiamo avanti così, un golletto alla volta, e con la rete di Muslera quasi inviolata.
Ma con una forza d'animo, una volontà, una coesione di gioco davvero ammirevoli.
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