Domani sera alle 18, col Cesena, una Lazio nuova per la risalita.
Reja chiama in campo forze fresche, per rinnovare lo spirito e l'orgoglio: ecco il rientro a tempo pieno dei due granatieri André Dias e Libor Kozak, due nostri grandi punti di forza.
Le altre novità sono Garrido e Zarate, due ragazzi del cui valore si discute, ma che se trovano la via giusta sono destinati a dare una bella spinta a questa formazione.
Un grano alla volta: così bisogna affrontare il rosario delle nove partite che mancano alla fine. Il passo dobbiamo farlo proprio su quella Roma che quest'anno ci ha fatto li bozzi per ben tre volte, una vera piaga d'Egitto mandataci per scontare non si sa quali vecchi peccati.
Eppure la Lazio, ogni volta, con santa e certosina pazienza, ha lasciato guarire la piaga ed è ripartita con baldanza all'attacco. I nostri dopoderby sono stati sempre vigorosi. Se Olimpia, col suo bel volo che ormai sa di primavera, ci darà una mano, non solo manterremo quei due bei punti di vantaggio, ma ci metteremo a sperare e a gufare che la Roma, qui e là, qualcuno ne perda per strada, a cominciare da Firenze dove Mihajlovic sicuramente non gliela manderà liscia.
Zarate, in avanti, al posto di Sculli ancora un po'frastornato, potrà davvero fare da sponda a Kozak o ricevere da lui qualche buon pallone da sfruttare a sua volta. Ma colui su cui speriamo tanto è quell'Hernanes che si è un po' perduto nelle nebbioline di questo ritardato inverno.
Lazio nuova, vita nuova. Sconteremo le squalifiche e rimonteremo in sella senza fare più sciocchezze. Il nostro campionato è sempre un torneo di primissima qualità, con una ventina di punti in più rispetto all'anno scorso. Le partite che mancano alla fine non devono fare altro che dare nuovo lustro a una classifica da primi della classe.
Reja chiama in campo forze fresche, per rinnovare lo spirito e l'orgoglio: ecco il rientro a tempo pieno dei due granatieri André Dias e Libor Kozak, due nostri grandi punti di forza.
Le altre novità sono Garrido e Zarate, due ragazzi del cui valore si discute, ma che se trovano la via giusta sono destinati a dare una bella spinta a questa formazione.
Un grano alla volta: così bisogna affrontare il rosario delle nove partite che mancano alla fine. Il passo dobbiamo farlo proprio su quella Roma che quest'anno ci ha fatto li bozzi per ben tre volte, una vera piaga d'Egitto mandataci per scontare non si sa quali vecchi peccati.
Eppure la Lazio, ogni volta, con santa e certosina pazienza, ha lasciato guarire la piaga ed è ripartita con baldanza all'attacco. I nostri dopoderby sono stati sempre vigorosi. Se Olimpia, col suo bel volo che ormai sa di primavera, ci darà una mano, non solo manterremo quei due bei punti di vantaggio, ma ci metteremo a sperare e a gufare che la Roma, qui e là, qualcuno ne perda per strada, a cominciare da Firenze dove Mihajlovic sicuramente non gliela manderà liscia.
Zarate, in avanti, al posto di Sculli ancora un po'frastornato, potrà davvero fare da sponda a Kozak o ricevere da lui qualche buon pallone da sfruttare a sua volta. Ma colui su cui speriamo tanto è quell'Hernanes che si è un po' perduto nelle nebbioline di questo ritardato inverno.
Lazio nuova, vita nuova. Sconteremo le squalifiche e rimonteremo in sella senza fare più sciocchezze. Il nostro campionato è sempre un torneo di primissima qualità, con una ventina di punti in più rispetto all'anno scorso. Le partite che mancano alla fine non devono fare altro che dare nuovo lustro a una classifica da primi della classe.
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