martedì 15 marzo 2011

Vita di collegio: 10. Le docce in mutandine nere

Monsignor Salina continuava a impartirci severe norme di educazione, anche sessuale.
Dovevamo avere il massimo rispetto per il nostro corpo, tempio dello Spirito Santo.
Non dovevamo toccare assolutamente le nostre parti intime: il solo toccarle equivaleva a sporcarsi.
Arrivò al punto di proporre: quando vi fate la doccia, dovete indossare un paio di mutandine nere.
Capisco e ammiro lo spirito con cui lo diceva, ma in pratica la sua norma era irrealizzabile. Tra il dire e il fare...Comunque, e scusatemi se sto toccando un argomento che riguarda la sfera dell'intimo, le sue norme severe erano un'alta guida morale, per noi. Forse le mutandine nere si riferivano soltanto al fatto di non lasciarsi vedere dagli altri. E noi non toccavamo le nostre parti intime se non per l'indispensabile.
Le nostre guide spirituali erano di così alto valore morale che non usavano mai la parola masturbazione, e personalmente io non ho saputo cosa fosse se non all'età di sedici anni.
Si parlava invece della donna, come di una creatura che meritava il massimo rispetto proprio in quanto destinata alla funzione di madre, e la Madre di Dio, la Vergine Maria, ne era l'esempio più alto.
Debbo dire che riguardo al problema sessuale la nostra educazione era vigile, delicata e sensibile, e produceva i suoi frutti.
Almeno per i primi tre  anni, fino ai quattordici quindi, non ho mai avuto il sospetto che in questo senso qualcosa andasse nel verso sbagliato. Neanche il problema dell'omosessualità, ritenuto così ricorrente nei collegi religiosi, era da noi sospettato e affrontato.
Eravamo angeli? Fino a quattordici anni io ritengo di sì. Eravamo in realtà controllati in modo soft ma sicuramente efficace.
Qualche problema cominciò ad emergere dopo gli esami di licenza  media, quando dovemmo sostenere gli esami pubblici di stato nelle Scuole Medie di Anagni, e ci fu per noi l'impatto con le ragazze, per la prima volta al nostro fianco per giorni e giorni. Cominciarono i primi innamoramenti, insospettati e improvvisi, e da allora questo tipo di problema s'impose per tutti e non poté essere nascosto o trascurato. Il padre spirituale cominciò a lavorare anche su questo argomento: fino ad allora era stato cauto e prudente, se non per qualche caso specifico che si presentava e che era tenuto dolorosamente nascosto a chi non ne era direttamente coinvolto. 
L'età dell'innocenza, allora, poteva miracolosamente durare fino ai quattordici anni, negli ambienti più protetti come quelli dei seminari.



 

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