Ledesma o Biglia? Konko o Cavanda? Floccari o Perea? Hernanes o Ederson? Keita o Lulic? Onazi o Gonzalez? E forse potremmo continuare ancora. La Lazio è diventata, piano piano, la squadra degli equivoci. Petkovic non sembra più in grado di scegliere. Gli è venuta a macare all'improvviso quella chiarezza d'idee che per un buon periodo ha dimostrato l'anno scorso, almeno per tutto il girone di andata.
Poi sono cominciati gli equivoci, nati magari da una serie d'incidenti fisici, ma poi sviluppati nel corso delle settimane. La squadra dei doppioni non è stata più una risorsa, per la Lazio, ma la fonte di gravi equivoci tecnici. Da qui la variazione non solo degli uomini, ma anche delle tattiche di gioco, un balletto di numeri nei quali si è perso il tecnico e con lui si sono persi anche i suoi giocatori.
4-1-4-1;4-3-3; 4-3-2-1; 3-5-2. e così via. Qual è lo schema utile, per questa Lazio? Il segreto di una squadra può essere quello di insistere il più possibile sugli stessi uomini e sullo stesso schema, non si può stare a cambiare all'infinito, si finisce per non capirci più nulla. Variare è bene, ma con giudizio e solo quando non se ne può fare a meno. Il turn over è necessario, ma intanto poteva essere riservato solo all'Europa League mettendo in campo una formazione studiata apppositamente per la Coppa, con Berisha, Floccari, Pereirinha, Ederson, Biglia, Perea, Keita, Cana, e altri giocatori ritenuti di rincalzo, ma in realtà di pari valore dei titolari.
Petkovic avrebbe dovuto tener conto di queste gerarchie, ma ha finito per fare un gran minestrone e per non capirci più nulla. Si aggiungano i problemi creati dal desiderio di alcuni "grandi" come Klose ed Hernanes di pensare più ai mondiali che al campionato, rinviando alla prossima primavera il periodo di forma migliore. Lo stesso scadimento di forma di Gonzalez e Lulic potrebbe avere questa origine.
Alla Lazio, ora, è necessaria solo una cosa: chiarezza.
Nessun commento:
Posta un commento