domenica 8 dicembre 2013

A Torino: morte di una squadra chiamata Lazio

La Lazio fu. Ora non c'è più. A Torino, per mano del polacco Glik, è stata definitivamente uccisa una squadra chiamata Lazio, che solo sette mesi fa aveva conquistato la Coppa Italia e guadagnato l'ingresso nell'Europa League. Siamo stati fino al 95' a sperare che  l'ennesimo pareggio strappato coi denti salvasse Petkovic e lasciasse respirare ancora i giocatori biancocelesti, ma senza dubbio è stato meglio così, gli ultimi dubbi sono stati cancellati.
No, Petkovic non ce la faceva più. Lotito ha resistito fino all'ultimo, ma partita dopo partita lo scivolone dei biancocelesti è diventato sempre più penoso. La Lazio non riesce più a segnare, e questo è il segno incontrovertibile che le cose debbono cambiare. E' lo stesso andazzo che tre anni fa stava portando la Lazio in serie B con un altro signor allenatore come Ballardini: ma quando tra un gruppo di giocatori e un tecnico anche bravo si crea incompatibilità di gioco, che diventa assoluta improduttività, bisogna cambiare.
Petkovic potrebbe davvero essersi impegnato come futuro tecnico della Svizzera, ma potrebbe anche non averlo fatto: il dubbio però è nato, il solco già scavato si è approfondito, e bisogna cambiare più che in fretta. 
Già per giovedì contro il Trabzon dovrà essere in campo un tecnico nuovo, che ci auguriamo possa essere il bravissimo Alberto Bollini. La primavera potrà prenderla Simone Inzaghi. Peccato, perché almeno in Europa Petkovic si era difeso bene. Ma il destino ha voluto così, ed è meglio che così sia accaduto.
Ciao, Vladimir. La tua bella stagione laziale è finita. Qualcosa hai vinto. Ma la Lazio deve vincere ancora.
N.B. A Torino la Lazio ha giocato bene. Peggio ancora. Vuol dire che il fondo non è stato ancora toccato.

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