A una certa età, in quasi tutti i goleadores si verifica un'involuzione: tirano un po' indietro la gamba, arretrano di qualche metro, cominciano a preferire il lancio al compagno meglio smarcato anzichè la proiezione diretta in rete. Più che realizzatori, diventano "pensatori", quindi registi. Una metamorfosi del genere, nella Lazio, la vedemmo nel Roberto Mancini degli ultimi due anni. Ma continuò ad essere un fior di giocatore.
Qualcosa del genere, forse, sta accadendo inconsciamente a un altro grande giocatore: Tommaso Rocchi. E un tecnico accorto come Ballardini sta cominciando a intuire una verità del genere.
Con l'arrivo di un goleador puro come Sergio Floccari, nelle ultime due partite contro Livorno e Udinese, alle spalle del tandem Floccari-Zarate, Ballardini ha piazzato proprio Tommaso Rocchi come "mastice" di un tridente che proprio tridente non è. In un certo senso, Rocchi ha assunto quello che era il ruolo di Pandev, che non era una punta in assoluto, ma una mezza punta-suggeritore e regista con in più il dono del gol.
Non importa che Tommaso non abbia proprio il fisico di uno sfondatore: nel nuovo compito, leggermente arretrato, in un 1-2 anzichè un vero tridente, Rocchi può sentirsi a suo proprio agio: è sempre stato abile anche negli assist, e con gli anni e l'esperienza può diventarlo sempre di più. Farà qualche gol in meno, e nessuno pretenderà che stia sempre lì a insidiare il portiere avversario.
Le prime due prove sono state positive. Ballardini continua a fare delle scoperte, a intuire possibilità inaspettate: lo ha fatto con Radu, con Del Nero, con Baronio, con Matuzalem, inventando funzioni nuove. Ora che la buriana è passata, il tecnico superpelato potrà lavorare nella massima tranquillità nel suo ruolo di scopritore.
Rocchi (classe 1977), ha una buona visione di gioco, un tocco di palla raffinato, un'intelligenza pratica e una forza d'animo che possono aiutarlo in questa metamorfosi che potrebbe essere quella definitiva, e che oltretutto garantisce una minore usura e una maggiore durata nel tempo. Schiaffino, John Hansen e Liedholm, tanto per fare dei nomi classici, giocarono fino ai trentacinque/trentasei anni, così come il nostro Frustalupi.
Il buon Tommaso non dovrà logorarsi più nella ricerca del gol. Se il gol verrà, sarà bene accolto. Ma a questo compito, ora, sono specificamente delegati Floccari e Zarate. E la Lazio ha grande bisogno di un uomo in cabina di regìa.
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