Quello che abbiamo vissuto, noi tifosi laziali, nei tre quarti d'ora dallo 0-1 al primo gol di Floccari, ha dell'inenarrabile. Ci sembrava che tutto stesse rifiorendo, ma la mazzata di Bergvold ci ha rigettato nella disperazione. Il Livorno di Cosmi, sei punti nelle due ultime giornate, ci stava facendo vivere una vera tragedia.
Poi, il raggio di sole. Il gol di Floccari. E subito dopo, lo squarcio d'azzurro sull'Olimpico, con il bis del nuovo idolo biancazzurro.
Con Floccari, i gol fioccano. Così si è rivisto il buon Tommaso Rocchi ritrovare la via del gol dopo ben cinque mesi, lasciando stare le illusorie segnature nell'Europa League e concentrandoci sul campionato. Chiusura col botto con la quarta rete di Kolarov, nostro specialista dei calci di rigore, che speriamo il buon Lotito resista alla tentazione di lasciarlo andare all'Inter, anche se l'eventuale sostituzione con Santon non sarebbe sgradita.
Eccoci perciò a sognare ancora, anzi, finalmente a sognare quest'anno. La malandata zattera dei naufraghi della Lazio sembra essersi trasformata in una corazzata. Siamo di nuovo quattro punti al di sopra dell'abisso, che corrispondono almeno a quattro miglia, con Atalanta, Siena e Bologna di nuovo in crisi, con il Livorno risucchiato due punti sotto di noi.
Sì, possiamo sognare. Quattro reti un una sola partita, quando per farne altrettante abbiamo impiegato esattamente dieci giornate. La nostra difesa è tra le primissime, tre gol soltanto dal record dell'Inter, appena tre gol incassati nelle ultime sei partite. Nessuno ha saputo fare meglio di noi. Questa difesa, basata su un 3-5 che alll'occorrenza si trasforma in un 5-3, dà l'impressione di poter tenere benissimo anche in trasferta, sicchè a Udine, domenica, andremo probabilmente a fare ancora qualcosa di buono.
Con i nostri calcoli minimalisti, che pongono la quota salvezza a 37 punti, ora non resta che fare altri 18 punti nelle restanti 20 partite. Dormendo su un cuscino più comodo, e con un Floccari subito così incisivo, ora ci sembra che tutto sia facile, e che la Lazio possa finalmente pensare a brillare, osando perfino schierare un rischioso tridente.
Ci siamo gettati alle spalle uno dei periodi più tribolati e drammatici della nostra storia. La sosta natalizia ci ha fatto veramente comodo, ha ritemprato le nostre forze. Ora non abbiamo più paura. Ora sappiamo che anche con Ballardini possiamo vedere gol e spettacolo, e sentire applausi. Era proprio questa la svolta che attendevamo. Ora possiamo anche aspettare con calma e fiducia quel paio di acquisti che ci mancano per poter diventare uno squadrone.
Un plauso vada al nostro presidente Lotito. Ha pazientato e sopportato l'insopportabile. Ha mantenuto la sua fiducia in Ballardini quando ormai nessuno credeva più in lui, fino alle 16.15 del giorno della Befana. Dentro quella calza, c'era nascosto un grande Sergio Floccari.
Lotito ha battuto il record della "fiducia ad oltranza". La buona sorte, ma soprattutto la buona fede,gli hanno dato ragione. Finalmente, come si auspicava, dopo questo 4-1, la torma di uccellacci del malaugurio è fuggita via dagli spalti dell'Olimpico, colpita da una serie di sassate. Due di Sergio Floccari, una del capitano indomabile Tommaso Rocchi, una del grintoso Alexandar Kolarov. Che Dio ce li mantenga per sempre. E ce ne mandi anche altri, per diventare più grandi.
Poi, il raggio di sole. Il gol di Floccari. E subito dopo, lo squarcio d'azzurro sull'Olimpico, con il bis del nuovo idolo biancazzurro.
Con Floccari, i gol fioccano. Così si è rivisto il buon Tommaso Rocchi ritrovare la via del gol dopo ben cinque mesi, lasciando stare le illusorie segnature nell'Europa League e concentrandoci sul campionato. Chiusura col botto con la quarta rete di Kolarov, nostro specialista dei calci di rigore, che speriamo il buon Lotito resista alla tentazione di lasciarlo andare all'Inter, anche se l'eventuale sostituzione con Santon non sarebbe sgradita.
Eccoci perciò a sognare ancora, anzi, finalmente a sognare quest'anno. La malandata zattera dei naufraghi della Lazio sembra essersi trasformata in una corazzata. Siamo di nuovo quattro punti al di sopra dell'abisso, che corrispondono almeno a quattro miglia, con Atalanta, Siena e Bologna di nuovo in crisi, con il Livorno risucchiato due punti sotto di noi.
Sì, possiamo sognare. Quattro reti un una sola partita, quando per farne altrettante abbiamo impiegato esattamente dieci giornate. La nostra difesa è tra le primissime, tre gol soltanto dal record dell'Inter, appena tre gol incassati nelle ultime sei partite. Nessuno ha saputo fare meglio di noi. Questa difesa, basata su un 3-5 che alll'occorrenza si trasforma in un 5-3, dà l'impressione di poter tenere benissimo anche in trasferta, sicchè a Udine, domenica, andremo probabilmente a fare ancora qualcosa di buono.
Con i nostri calcoli minimalisti, che pongono la quota salvezza a 37 punti, ora non resta che fare altri 18 punti nelle restanti 20 partite. Dormendo su un cuscino più comodo, e con un Floccari subito così incisivo, ora ci sembra che tutto sia facile, e che la Lazio possa finalmente pensare a brillare, osando perfino schierare un rischioso tridente.
Ci siamo gettati alle spalle uno dei periodi più tribolati e drammatici della nostra storia. La sosta natalizia ci ha fatto veramente comodo, ha ritemprato le nostre forze. Ora non abbiamo più paura. Ora sappiamo che anche con Ballardini possiamo vedere gol e spettacolo, e sentire applausi. Era proprio questa la svolta che attendevamo. Ora possiamo anche aspettare con calma e fiducia quel paio di acquisti che ci mancano per poter diventare uno squadrone.
Un plauso vada al nostro presidente Lotito. Ha pazientato e sopportato l'insopportabile. Ha mantenuto la sua fiducia in Ballardini quando ormai nessuno credeva più in lui, fino alle 16.15 del giorno della Befana. Dentro quella calza, c'era nascosto un grande Sergio Floccari.
Lotito ha battuto il record della "fiducia ad oltranza". La buona sorte, ma soprattutto la buona fede,gli hanno dato ragione. Finalmente, come si auspicava, dopo questo 4-1, la torma di uccellacci del malaugurio è fuggita via dagli spalti dell'Olimpico, colpita da una serie di sassate. Due di Sergio Floccari, una del capitano indomabile Tommaso Rocchi, una del grintoso Alexandar Kolarov. Che Dio ce li mantenga per sempre. E ce ne mandi anche altri, per diventare più grandi.
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