sabato 19 febbraio 2011

Il lemure e il gatto - 80- storie di animali

Il lèmure è una piccola scimmia, che dorme di giorno e vive di notte, ha grandi occhi, una lunga coda, braccia e gambe della stessa lunghezza che da lontano lo fanno somigliare ad un essere umano. In passato, per questo, gli antichi romani lo considerarono come l'ombra dei loro antenati, e lo ritennero sacro.
Il gatto, invece, fu considerato sacro da un altro popolo, ancora più antico dei romani: gli Egizi. Con i suoi occhi fosforescenti e il taglio verticale della sua pupilla, fu ritenuto portavoce del mistero della morte e custode dei defunti nel passaggio verso l'altra vita.
Le piccole scimmie chiamate lèmuri aspettano il sorgere del sole, allungano le loro mani verso i primi raggi dell'astro, protendendo le palme verso di esso come cercando un messaggio di vita, e poi si ritraggono nell'ombra.
Le pupille dei gatti, invece, quando il sole tramonta, e la terra rimane nel buio, si accendono di un luce misteriosa, che incute timore all'uomo.
Una sera, al tramonto del sole, il gatto Euripide, che se ne stava al margine di un bosco, sentì alle sue spalle un movimento, e vide un'immagine strana, che sembrava quella di un bambino piccolo e magro, con le mani protese verso gli ultimi raggi del sole, quasi in preghiera.
- Chi sei? - chiese impaurito il gatto - e perché te ne stai lì a pregare? -
- Sono il lèmure Tanò - rispose con voce penetrante quello strano essere - Sono solo una piccola scimmia, non aver paura, non faccio del male proprio a nessuno -
- Oh, benedetto Iddio! - disse il gatto Euripide ancora tutto impaurito. - Ho creduto per un momento di vedere un fantasma -
- E non ti sbagliavi di molto: nella Roma antica noi lèmuri eravamo considerati i fantasmi degli antenati, e tutti ci consideravano sacri. Poi sfuggivamo alla luce del sole dopo aver rivolto ad esso la nostra preghiera sia al tramonto che all'alba -
- Siete un bel po' strani, non c'è che dire - convenne il gatto Euripide.
- E tu? Non ti vedi? Tutto nero e con quelle grandi pupille gialle e verticali, sembri fatto apposta per incutere paura. Anche tu sei un animale strano, che se ne sta al buio dentro la cenere del focolare, e i suoi occhi sembrano delle braci. Quante volte siamo fuggiti, noi lèmuri, quando vi abbiamo visto aggirarvi nel buio con quello strano passo felpato -
- Qualcosa deve esserci di vero, nelle leggende che si riferiscono a noi. Quante superstizioni, quante paure assurde! - convenne il gatto Euripide.
- Sì. Gli uomini si sono sempre divertiti, nei secoli, a creare leggende paurose con al centro animali come noi e voi. Storie tenebrose tra la vita e la morte. Quando il sole sorge, o quando il sole tramonta, la vita cambia così tanto che non si può non avere paura -
Ormai si stava facendo notte. Il gatto Euripide aveva già fatto cena e si accingeva a prendere possesso di un focolare per passarvi tutta intera la notte, completamente nero nel buio. Tranne quella strana fessura luminosa negli occhi, di tanto in tanto.
Il lèmure Tanò invece era pronto a dare inizio alla sua vita notturna, insieme agli amici della sua tribù. Ne sentì il richiamo, e si allontanò dalla casa dell'uomo, dirigendosi verso il regno misterioso della foresta.

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