mercoledì 31 ottobre 2012

Mauri salva la Lazio e consolida il quarto posto

La Juve va via, l'Inter la segue, la Lazio salva la faccia con Mauri riagguantando un pericoloso Torino. L'impressione è che ci sarà un gran duello con il Napoli per il terzo posto e la Champions League. Infatti il Napoli ha fatto peggio della Lazio perdendo a Bergamo e dimostrando di avere anch'esso dei problemi.
Lazio che si lascia sorprendere dopo soli  dieci minuti da un gol di testa del difensore Glick: poi ha dovuto dannarsi l'anima per arrivare almeno al pareggio, con una bellissima rete di Mauri al 17' della ripresa su azione dell'indomito Rocchi, il vero animatore delle speranze biancocelesti.
Vano il dominio territoriale della Lazio, perchè il Toron in contropiede è stato spesso pericoloso con l'ex giallorosso Cerci. La Lazio ha ovviamente risentito dell'assenza di Ledesma ed Hernanes: dell'argentino sono mancate le preziose geometrie a centrocampo, che Cana non poteva certo offrire, mentre Candreva, con la sua generosità, ha cercato di sostituirsi al Profeta, ed è stato il più pericoloso con i suoi tiri da lontano che però stavolta non sono bastati per darci una vittoria che avrebbe permesso di ridurre ancora più nettamente il distacco dal Napoli.
Il prossimo turnio ci vede impegnati sul difficile campo del Catania, e lì bisognerà davvero fare i miracoli. Quei miracoli che stasera né Petkovic né Klose hanno potuto regalarci, su un campo appesantito dalla pioggia battente.

Lazio-Torino, con Brocchi e Lulic per Ledesma ed Hernanes

Stasera Lazio-Torino, con i laziali decisi a riprendersi quel che gli è stato tolto a Firenze. Tre punti sui pericolosi granata di Ventura, e, oplà, la Lazio è di nuovo in sella. 
Mancano Ledesma ed Hernanes? Mica siamo morti. Rientra Brocchi a pieno servizio, e ci metterà tutto il cuore e tutta la sua esperienza. Quanto ad Hernanes, un Lulic sempre pericoloso e dinamico può non farlo rimpangere, e al resto ci penseranno Mauri e Candreva, oltre naturalmente al grandissimo Miro Klose. La Lazio è forte, dai! Nulla è perduto e tutto è da conquistare.

Anni di scuola: 18. Mezzo metro di neve

Nel buio fitto della sera incominciammo a intonare le più belle canzoni popolari: "Tapum tapum tapum", "Se fossi una rondinella", "Bombardano Cortina", "La tradotta che parte da Torino", e così via. 
Stavamo cantando con particolare sentimento la bellissima "O Angiolina, bella Angiolina", quando sentimmo nel buio avvicinarsi pian piano un estraneo. Restammo interdetti quando riconoscemmo il sindaco Pio Del Signore, cugino delle nostre pensionanti Edia e Sistina.
Pensammo che avrebbe potuto rimproverarci perché stavamo disturbando la quiete pubblica con i nostri cori, ma il piccolo sindaco, dalle dimensioni quasi lillipuziane, ci pregò di continuare perché quelle canzoni erano veramente belle, e anzi unì la sua voce alle nostre. 
L'illuminazione notturna, specialmente in quelle zone, non esisteva per nulla, e le nostre voci, nel buio, non erano sguaiate e da ubbriachi, ma modulate in tono lieve e molto suggestive. Fu una serata memorabile, una delle più belle nei miei ricordi, a oltre quarant'anni di distanza.
Trevi era bella anche nei mesi invernali, quando c'era fino a mezzo metro di neve. Le scuole, per qualche giorno, potevano anche rimanere chiuse, specialmente quella sezione che si trovava proprio sulla cima del paese, al vertice di una salita talmente vertiginosa da non poter essere assolutamente percorsa a piedi, e forse anche con gli sci sarebbe stata estremamente pericolosa.

Valmontone: che Halloween a Magicland!

Zucche giganti, lugubri cimiteri, fantasmi, streghe, vampiri ed horror a non finire, oggi 31 ottobre, fino alle 23, a Magicland! Un Halloween con i controfiocchi.
Rivivono Houdini e Cagliostro. Una giuria premierà le tre maschere più belle. I bambini mascherati fino a dieci anni entrano gratis, biglietto serale a 20 euro per gli adulti dopo le 17.
Magicland resta aperto fino al 4 novembre, e poi arrivederci alla stagione natalizia il 22 dicembre.Ci sarà un gran Capodanno. 
Dopo Gardaland, Magicland è subito diventato il secondo parco giochi italiano con un milione di visitatori, dalla Toscana alla Campania. I giovani che ci lavorano, ad agosto hanno percepito stipendi per circa 600 mila euro. Dunque Magicland è già divenuto anche un traino economico di non indifferente portata.

Cataldi e Rozzi, due pezzi di Lazio futura

Clamoroso. Danilo Cataldi, il promettentissimo centro campista della Lazio primavera, diciotto anni appena, corteggiato dal Manchester City di Roberto Mancini, ha detto no alle sirene inglesi ed ha firmato il contrattto con la Lazio fino al 2015. 
- Ho rifiutato di seguire a Manchester il mio vecchio compagno di squadra Vladimiro Marin, altra speranza perduta laziale, per rimanere fedele alla grande Lazio di domani, nella quale io credo. Io e il mio compagno di squadra della Primavera, Antonio Rozzi, vogliamo fare il grande salto proprio nella Lazio-
Così si esprime un vero fenomeno del vivaio laziale, quel Cataldi che ha militato fino a pochi mesi fa nell'Ottavia, borgata nord di Roma, e che in poco tempo sta bruciando le tappe ed è già diventato un punto di forza della Nazionale under 19. Lui, e insieme a lui quell'Antonio Rozzi, altro giovane fenomeno del vivaio di Bollini, anche lui diciotto anni, gran cannoniere della Primavera attualmente fermo per un antipatico infortunio, ma già capace di farsi largo nella Lazio dei grandi nella quale ha esordito l'anno scorso.
Il binomio del mediano-mezzala Cataldi e del centravanti Rozzi costituisce fin da adesso un bel passo in avanti nel futuro della Lazio: un piccolo Candreva e un piccolo Chinaglia nel domani biancoceleste. Con Petkovic che sa valorizzare al massimo i giovani (vedi Cavanda e Onazi), possiamo dire davvero che la Lazio sta trovando la strada giusta, e questo, Cataldi lo ha capito, rinuniciando così alla prospettiva inglese di Manchester per crescere a Formello.
Già: a Formello oggi i giovani biancazzurri crescono, e certamente avranno un domani.

martedì 30 ottobre 2012

Anni di scuola: 17. Quegli spensierati insegnanti

La vita, a Trevi nel Lazio, trascorreva monotona come avviene in tutti i piccoli paesi di provincia. Ma noi, insegnanti che vivevamo in una pensione, scapoli impenitenti, con pochi soldi in tasca e tanta gioia di vivere, inventavamo le cose più strane per divertirci una volta usciti dalle aule scolastiche.
Le nostre passeggiate, così, lungo la via che portava alla Fonte Suria e proseguiva poi sempre in salita verso Filettino, risuonavano spesso delle canzoni più recenti ascoltate alla radio o alla TV con i "Dada umpa" e le "Cicale cicale", le "Piccolissime serenate" e "Per fare un albero ci vuole un seme" e via via tutte le più grosse sciocchezze dell'epoca come "la casa senza soffitto e senza cucina" in Via dei Matti numero zero.
Quando arrivava il circo per le feste patronali, non esitavamo a salire in otto o nove sul carosello, dandoci dei robusti calci dietro i seggiolini, con grande scandalo e divertimento dei bambini e ancor più degli adulti.
Infatti, noi quattro o cinque pensionati della pensione maschile incontravamo le altrettante pensionanti di quella femminile e formavamo iun bel gruppone di falsi adolescenti o di mancati adulti. Malgrado ciò, eravamo pur sempre gli unici ad animare i grigi e lunghi pomeriggi di un piccolo borgo di montagna.
Le nostre passeggiate, spesso, si ripetevano anche dopo cena, almeno nelle serate più calme e serene. Ricordo che una volta andammo a sedere tutti nel giardinetto che era di fianco al cimitero, appena all'entrata del paese.

Serrone: accorpare le scuole a Paliano? impossibile!

Tutto Serrone in ebollizione contro il Piano Scolastico Provinciale che prevede l'accorpamento dell'Istituto Comprensivo locale a quello di Paliano. Non è neanche possibile l'accorpamento un po' meno scomodo con il Piglio, che ha già assorbito Trevi nel Lazio e Filettino.
Si dimentica che Serrone è una comunità montana con molte difficoltà di raccolta dei bambini (tre quarti d'ora), e si dimenticano le tante iniziative che la scuola di Serrone ha saputo realizzare, come il progetto europeo Comenius, l'archivio storico, il teatro, e il programma delle balie.
Il consigliere provinciale Mario Felli si propone di dare battaglia alla Provincia (finché è in piedi...) sostenuto dall'intera amministrazione, con il sindaco Maurizio Proietto, il vicesindaco Enilde Tucci e l'assessore Natale Nucheli decisi a battersi fino in fondo. Si farà comunque ricorso al Tar, con buone prospettive di annullamento di un provvedimento assurdo.

Mai più Bergonzi per la Lazio!

La Lazio non sa farsi rispettare. La Lazio è troppo buona con gli arbitri. Bergonzi andava cancellato per sempre dalle designazioni per la squadra biancoceleste, perchè troppo grossa ce l'aveva già combinata a Udine l'anno scorso, quando a tre giornate dalla fine perdemmo per 2-0 lo scontro diretto valevole per l'ammisione alla Champions League, con il secondo gol venuto a causa di un fischio arbitrale non intervenuto a interrompere il gioco gravemente scorrettro dei friulani e la conseguente rinuncia della Lazio a proseguire la partita, e poi i quattro turni di squalifica a Marchetti e i tre a Diaz.
Bergonzi ci era costato l'eliminazione da una Champions e la lunga squalifica a Marchetti che per quelle vicende ha finito per perdere la maglia della Nazionale. Troppo caro ci è costato Bergonzi perché dovessimno accettarlo per Firenze, dove ha combinato altri guai contro la Lazio. Basta! Se Petkovic e Lotito sono dei signori, noi tifosi laziali ancora sprizziamo veleno e certe situazioni non possiamo accettarle. Sicuro: noi non siamo la Juventus! Sicuro: Bergonzi è giovane, e "noi" lo dobbiamo rispettare. Continuando a fare i "signori" così, ci si ritrova con le pezze al culo, mentre gli altri se ne vanno a fare vendemmia alle nostre spalle  in quella che sarebbe anche la nostra vigna.
Mah! Non sappiamo dove sia di casa la giustizia sportiva. Ora dobbiamo anche ringraziare che Ledesma ed Hernanes siano stati squalificati per una sola giornata e li riavremo magari riposati contro il Catania e la Roma.
Pensiamo al Torino e a tre difficili punti da cogliere per non franare in classifica. E stiamo con gli occhi aperti, senza nervosismi, ma anche senza farci dare degli sganassoni da arbitri che, non sappiamo perché, ma a noi laziali non ci amano davvero. A' Bergonzi: e che ti abbiamo fatto?

lunedì 29 ottobre 2012

Anni di scuola: 16. La scomparsa del latino

Anche il latino, che all'inizio era obbligatorio, cominciò a diventare opzionale, e venne sostituito dall'insegnamento di applicazioni tecniche. Insomma, nella stessa scuola dell'obbligo, si creava nuovamente una diversificazione che si era cercato di eliminare con una scuola uguale per tutti. Circa un terzo degli alunni frequentava le lezioni di latino, e due terzi invece quelle, assai più comode, di applicazioni tecniche, che negli anni sostituirono completamente la lingua latina.
La graduale scomparsa del latino fu il colpo di grazia per la scuola media dell'obbligo. Lo studio del latino fu rinviato al quarto ginnasio, con l'eliminazione di ben tre anni nei quali, in precedenza, si studiavano intensamente non solo la grammatica, ma anche la sintassi, che veniva a concentrarsi nel biennio del ginnasio insieme al greco, creando gravissimi problemi sia agli insegnanti che agli alunni, costretti a fare i salti mortali. Da qui il graduale declino della scuola italiana, risalente sicuramente al decennio 1952-1962, dal quale possiamo dire che non si sia più ripresa malgrado le successive riforme.
La mazzata finale si ebbe negli anni '80, quando un'improvvida legge firmata da Luigi Berlinguer eliminò il sette in condotta, e successivamente perfino gli esami di riparazione di settembre. Si riconobbero i famigerati "diritti degli alunni" a scapito di quelli dei sempre più tartassati insegnanti, molti dei quali entrarono in crisi irreversibile.
Gli studenti, infatti, si sentirono fortemente spalleggiati nelle loro richieste sempre più pressanti, e videro barcollare insegnanti e presidi. Dannosi furono anche la stupida eliminazione degli esami di riparazione e l'invenzione dei "crediti", che permetteva il protrarsi per anni e anni di lacune sempre più incolmabili.

Piglio: torniamo alla provincia di Roma!

Cancellato Frosinone come capoluogo di provincia, i paesi della Ciociaria del Nord, capeggiati da Piglio e Paliano, chiedono di tornare alla Provincia di Roma, come è stato fino al 1927, quando Mussolini istituì la provincia di Frosinone, e ovviamente tutti i paesi ciociari fino a Cassino avevano come provincia proprio Roma.
Il ricercatore Giorgio Alessandro Pacetti, la cui idea è sostenuta dai sindaci della zona (appoggiano la proposta, oltre a Piglio e Paliano,  anche Serrone, Trevi nel Lazio e Filettino, e così  pure Acuto e Fiuggi) propone il ritorno a Roma, assai meglio collegata di Latina per tutti i servizi burocratici, economici e civili.
Ma bisogna far presto, magari con un referendum, perché la cancellazione di Frosinone verrà attuata entro la fine dell'anno. Il referendum potrebbe essere abbinato alle elezioni per la Regione Lazio.

Senza Ledesma ed Hernanes, che Lazio sarà?

Lasciamoci alle spalle, subito, tutto l'horror della sconfitta laziale a Firenze per mano di Bergonzi, e tuffiamoci interamente sul già imminente Lazio-Torino.
Senza gli squalificati Ledesma ed Hernanes, che Lazio sarà? Bè, intanto una Lazio più calma, vogliamo sperare, con un arbitro più in palla e più avveduto di quello di Firenze, però anche con giocatori laziali meno nervosi, perchè i falli dell'argentino e del brasiliano non ci sono affatto piaciuti per quanto li vogliamo giusiticare a causa del nervosismo. Falli di quel genere, colpendo volutamente l'avversario, non sono falli da grande squadra, perchè si sa in partenza che produrranno frutti più nocivi assai che lasciar andar un avversario non nelle immediate vicinanze della propria rete. Speriamo che Petkovic cancelli quella che era, ahimè, una brutta prerogativa di Reja, cioè l'eccesso di nervosismo presente già nell'allenatore, mentre Vlado è un serafico, anche se la mosca sul naso nessuno se la lascia passare.
Non abbiamo nessun uomo dalle caratteristiche di Hernanes e soprattutto di Ledesma. Un mediano che costruisce gioco e faccia da regista in difesa non lo possediamo davvero, oltre a Ledesma. Potremo arrangiarci con Brocchi o azzardare la carta del giovanissimo Onazi, che fra un anno sarà maturo. L'anno scorso c'era Matuzalem, per quanto assai lento, ma intelligentissimo. Gonzalez è troppo focoso, Cana troppo indisciplinato tatticamente, Candreva troppo offensivo. Sarebbe occorso un Hetemaj o un Nainggolan, ma non siamo riusciti a portarli a Roma. 
Quanto al geniaccio inventivo di Hernanes, potrà essere surrogato in qualche modo da Ederson, sarebbe la sua partita se fosse pronto. Oppure utilizzando Mauri in quella funzione, arretrandolo leggermente.Al limite, si può dire che l'assenza di Hernanes sarà meno dolorosa di quella di Ledesma, della cui calma e ponderatezza la Lazio non può fare a meno.

domenica 28 ottobre 2012

Che arbitro, ragazzi: Lazio battuta a Firenze, ma Bergonzi...

La Fiorentina si è ritrovata subito a suo agio, con un arbitro tutto casalingo come Bergonzi. Primo tempo guidato dai viola,  rigore sbagliato da Rodriguez, gol raggiunto da Ljajic al 46'. Prima ingiustizia contro la Lazio, il fallo di mano di Quadrado in area giudicato involontario, ma sarebbe stato più appropriato il calcio di rigore.
La Lazio si è finalmente fatta viva nella ripresa, e avrebbe agguantato il pareggio con Mauri se Bergonzi non avesse visto un fuorigioco che non c'era. 
Poi ancora una serie di disavventure laziali, prima con l'espulsione di Ledesma per doppio cartellino giallo, successivamente con un altro fallo di Hernanes che lasciava la squadra addirittura in nove.
Petkovic non si è arreso, ha chiamato in campo Brocchi e Rocchi per Gonzalez e Candreva, la Lazio ci ha provato ancora, poi proprio al 90' è stata castigata da un secondo gol di Toni.
Una giornataccia favorita dagli errori arbitrali. Bene comunque la Fiorentina di Montella che sale molto in classifica. Però la Lazio, apparsa nervosa, non senza qualche ragione, non è sembrata cotta, e attendiamo una immediata reazione contro il Torino mercoledì, anche se Petkovic dovrà fare a meno degli squalificati Ledesma ed Hernanes, due uomini fondamentali. Ma i biancocelesti ce la metteranno tutta per dimostrare di essere sempre vivi e meritevoli.

Anni di scuola: 15. Un camion carico di sabbia

Gli esami di terza media avevano un copyright tutto proprio, nel senso che ogni professore varava liberamente il testo delle prove scritte. Il primo esame di terza media a Trevi nel Lazio finì nella più completa allegria, perchè ad un certo punto, per lo scritto di matematica, vedemmo metaforicamente arrivare addirittura sulla piazza del paese un camion carico di sabbia, che doveva essere depositata formando un cono di cui bisognava calcolare le dimensioni partendo dal volume.
Questo grandioso spettacolo era opera della mente dell'ingener Della Valle, illustre professore di matematica che viveva stabilmente a Trevi: pur essendo nato e cresciuto a Roma, aveva sposato una bella donna trebana e ormai si era fossilizzato tra quelle montagne. Quando, al termine di quel colossale problema, scoprimmo che le reali dimensioni del cono erano venti centimetri di circonferenza base per dieci centimetri di altezza, ci facemmo tutti una sonora risata. Meno allegri i ragazzi, che dalle premesse si aspettavano tutt'altra conclusione e non riuscivano a ottenere le dimensioni esatte di quel monumento di sabbia. Il primo a ridere di se stesso fu proprio l'ingegner Della Valle, che per fortuna era un uomo di spirito.
I primissimi anni della scuola dell'obbligo furono alquanto avventurosi per i piccoli centri di montagna, per i quali non si riuscivano a trovare insegnanti laureati e abilitati specialmente nelle lingue straniere. A Trevi, per esempio, l'insegnamento di francese era stato affidato per lunghi anni al farmacista locale, un oriundo calabrese che aveva qualche pratica di questa lingua, ma la cui pronuncia lasciava molto a desiderare. Ma ormai, dopo un decennio, cominciavano ad arrivare insegnanti professionalmente all'altezza, sicché i posti disponibili erano quasi tutti coperti da personale adeguato.

Acuto: sempre in alto "Le colline ciociare"

Eccellenza assoluta, ancora una volta, tra i ristoranti italiani per "Le colline ciociare" di Salvatore Tassa ad Acuto.
La guida " I Ristoranti d'Italia 2013" creata dall'Espresso e diretta da Enzo Vizzani, giunta alla sua 35.ma edizione, attribuisce il massimo punteggio, tre cappelli, al ben noto ristorante di Acuto, unico riconoscimento del genere attribuito a un ristorante ciociaro.
Il piccolo paese di Acuto riesce ancora una volta a crearsi una grande reputazione nazionale grazie alla cucina innovativa di Salvatore Tassa, un "uomo che si è fatto da sé"  con una vera e propria filosofia nella scelta e nell'uso degli ingredienti, tutti del territorio, usati con raffinata creatività.

E così, Maurito se ne va...

Tra i convocati della Lazio per Firenze, spicca l'assenza di Maurito Zarate. I 45 minuti di Atene gli sono stati fatali. Petkovic si è reso conto che l'argentino, in queste condizioni, non può essere utile alla Lazio, e si prepara la sua sicura partenza a gennaio.
Anche Lotito ormai si è convinto di aver perduto almeno i tre quarti del suo capitale di 20 milioni di euro spesi tutti in  una volta per quel campione che ha giocato un solo, magnifico campionato, per spegnersi poi gradualmente come una candela consumatasi troppo presto.
La Lazio gioca stabilmente con una punta sola, Klose. I suoi valori aggiunti sono i tanti gol segnati dai centrocampisti Hernanes e Candreva. Il vice naturale di Klose è almeno per ora Floccari. Poi c'è Kozak, che risulta già sacrificatissimo e a gennaio probabilmente partirà anche lui a cercare altrove quel posto e quella gloria che la Lazio non gli può garantire. In ultima analisi, ma sempre utilissimo alla bisogna, resta Tommaso Rocchi, punta numero quattro, che non vuole andare via e preferisce aspettare il suo momento. Zarate è solo la punta numero 5, e per lui non rimane neanche un piccolo spiraglio, che peraltro un ragazzino come Rozzi riuscirebbe a sfruttare anche meglio di Maurito, date le sue caratteristiche tecniche.
Immaginiamo che Zarate, in un Catania o in un  Torino, magari in un Cagliari o in un Pescara, potrebbe ancora far valere le sue doti tecniche. Meglio per lui andare via: la strada, alla Lazio, è chiusa.
Peccato. Finisce così un grande amore, i tifosi lo amano ancora, ma da noi ormai Marito Zarate è solo una pecorella smarrita.

sabato 27 ottobre 2012

Solita tripletta della Lazio Primavera al Crotone: Serpieri Crecco Silvagni

La Lazio Primavera, ancora priva del capocannoniere Rozzi, continua la sua marcia a forza di 3-0, vittima stavolta il Crotone sul campo di Formello dedicato all'aquilotto Mirko Fersini.
Sono andati a segno il terzino Serpieri, la punta Crecco e infine Silvagni, entrato nel finale. Continua il duello in vetta con il Napoli, che ha sempre un punto di vantaggio, mentre si staccano Roma e Juve Stabia tre e quattro punti sotto le due più forti.

Anni di scuola: 14. L'immensità di Mario D'Amore

Fu Alvaro Pezzotti, in questo modo, a convincerci a fare il passo dell'immediato ritorno alla base, e mettendola sul piano della risata ci facilitò moltissimo il momento un po' umiliante del nostro ritorno.
Alvaro era un vero compagnone, e anche il suo trasferimento, l'anno successivo, insieme a quello di Gianni Fiore, contribuì a rendere il secondo anno un po' meno allegro.
In compenso, arrivarono due nuovi colleghi, il siciliano Salvatore Farina e il napoletano Mario D'Amore. I due non furono accolti bene da Gerardo Festa, che era un po' il termometro della situazione: Farina sembrò subito un rivale di Gerardo come "conquistatore" delle colleghe; quanto a D'Amore, caratteristico per il suo lungo naso, la sua simpaticissima bruttezza, e il continuo cantare canzoni napoletane, dava sui nervi a Gerardo, che era un tipo un poco chiuso e riservato e non accettava l'eccessiva cordialità del suo quasi conterraneo.
Ciò non impediva, però, a Gerardo di fare le sue imbarcate a quattro sulla sua generosa Mini Morris, sempre disponibile per le gite pomeridiane nelle vicine cittadine laziali, Subiaco, Anagni, Veroli e Alatri, dove spesso ci recavamo per la visione di qualche bel film.
Geardo aveva infatti un carattere scorbutico e puntiglioso, ma sul piano della generosità e della disponibilità era veramente unico, e non ci chiedeva mai un minimo contributo per la benzina consumata, tutt'al contrario del "vecio" Pasquale Ciccone, che ci faceva pagare col tassametro i suoi viaggi quotidiani Trevi-Roma e viceversa.
A proposito di Mario D'Amore, tra le sue canzoni preferite era senza dubbio "L'immensità" di Don Backy, e ci sembra di risentire ancora adesso la sua appassionata interpretazione: "Io son sicuro che..."

Fiuggi: si torna a imbottigliare!

Un gran passo in avanti per la ripresa delle Terme di Fiuggi: il gruppo Acqua e Terme Fiuggi  (ATF), di cui il Comune è azionista unico, è subentrato ufficialmente alla gestione Sangemini. Il liquidatore Francesco Pannone e il sindaco di Fiuggi Fabrizio Martini invitano la popolazione a partecipare all'inaugurazione simbolica dello stabilimento oggi sabato 27 ottobre alle ore 10 in località Spelagato.
La produzione dell'acqua di Fiuggi, appena una settimana dopo la riconsegna, è regolarmente ripresa a ritmi serrati. Si cerca di recuperare il tempo perduto e di rilanciare in grande stile le Terme anche grazie al nuovo direttore Marco Franzoso, intenzionato a riportare la produzione e la vendita dell'acqua di Fiuggi ai livelli degli anni migliori, con il rilancio definitivo dell'azienda. E' solo un primo passo, molto resta da fare, ma chi ben comincia è alla metà dell'opera.

Lo sceicco che tifa Lazio

C'è a Roma uno sceicco arabo di 48 anni, tifoso sfegatato della Lazio, che nutre dentro di sé un sogno nascosto: quello di poter essere un giorno un dirigente biancoceleste, e di poter partecipare con le sue fortune di grande petroliere all'affermazione internazionale della società biancoceleste.
Si chiama Khalid Al Shoaibi, tifa Lazio da quando venne a Roma al seguito del padre, petroliere come lui, ed era esattamente l'epoca della Lazio di Chinaglia vincitore dello scudetto 1974. Da allora sono passati 38 anni, ma Khalid è rimasto fedele a quella bella maglia biancoceleste, e dopo tanti anni ha voluto rinverdire quei ricordi invitando l'ultimo di quei ragazzi-scudetto, Vincenzino D'Amico, durante la bella partita vittoriosa contro il Milan e poi con una cena in un ristorante dei Parioli.
A Khalid non mancano certo le risorse, è il dirigente di uno dei massimi gruppi petroliferi europei, e il sogno più grande che ha è quello di poter contribuire alla costruzione dello Stadio della Lazio, dove la squadra biancoceleste, come oggi la Juventus, si senta completamente a casa sua e riesca a concentrare attorno a sé una massa ancora più grande e affezionata di tifosi.
Lotito, ovviamente, dovrebbe fare amicizia con un uomo così, e assieme a lui concentrare intelligenza e disponibilità economiche per contribuire a dare ancora più slancio alla società romana. Per ora è soltanto un abbozzo di sogno da cercare di tradurre in realtà per gradi e con molta pazienza, ma indubbiamente la genuinità del tifo laziale da parte di uno sceicco arabo è un'occasione e una passione che andrebbero sfruttate e non lasciate cadere. Un bionomio Lotito-Al Shoaibi per ora è solo fantasia, ma,  se permettete, una grande fantasia che potrebbe portare molto in alto la Lazio.

venerdì 26 ottobre 2012

Anni di scuola: 14. Il problema del freddo

C'era un solo problema, a Trevi nel Lazio: il freddo dei mesi invernali. Il paese è situato all'altezza di oltre 900 metri, sopra l'Altipiano di Arcinazzo, in una zona ventosa, e le temperature, da novembre a febbraio, sono assolutamente rigide.
Il secondo piano della pensione era fronteggiato da un ballatoio che lasciava filtrare vento e gelo, e mentre i pensionati del primo piano potevano fruire del tepore della cucina, i due che erano ospitati al piano più alto pativano il freddo almeno di notte, malgrado l'abbondante coltre di coperte. Se si voleva studiare o scrivere, era preferibile portarsi giù nella camera da pranzo, fruendo della compagnia dei colleghi e di almeno tre o quattro gradi in più di temperatura media.
Non era possibile l'uso di stufe elettriche, perchè il consumo della luce era sotto stretto controllo. Per fortuna, scendere al piano di sotto comportava sempre dei vantaggi, come la compagnia e qualche visita di amici e parenti che aiutava a trascorrere le lunghe ore di freddo, senza contare la presenza della TV, se desiderata.
Un professore che alternava la permanenza a Trevi con frequenti ritorni a Romna era Alvaro Pezzotti, insegnante d'Arte proveniente dall'Accademia delle Belle Arti di Roma, di origini marchigiane, un simpatico brontolone molto amico di Gerardo Festa che comunque faceva buona compagnia a tutti narrando le sue mirabolanti gesta di conquistatore. Era un fomidabile divoratore di polenta e di lumache, preparate spesso dalle locandiere Edia e Sistina con sughi davvero squisiti. Siccome le lumache non picevano a tutti, Alvaro finiva per farsene vere e proprie scorpacciate.
Quando io e Gerardo Festa facemmo il colpo di testa di trasferirci per una settimana da Ovidio, Alvaro veniva spesso a sfotterci durante i nostri pranzi abborracciati, vantando l'eccellente cucina di Sistina, cuoca prelibata.

Piglio: spostiamo la biblioteca

Via la Biblioteca comunale (o meglio, quel poco che vi resta...) dall'umido locale dell'ex cinema Roma, facile preda delle alluvioni.
Le piogge hanno provocato gravi danni alle strutture, ai libri e alle suppellettili nei locali di Piazza Roma sottostanti al Castello. Ormai da mesi e mesi i giovani di Piglio non possono più accedere al bene prezioso della lettura. La biblioteca risale al 1991, all'epoca del sindaco Ricci. 
Il gruppo dei giovani di "Immagini-amo il nostro territorio" invoca lo spostamento della biblioteca in un luogo più idoneo e sicuro, in uno dei tanti locali del Comune che già ospitano la Croce Rossa, il centro anziani, il gruppo  dei donatori di sangue, la sala bivalente, il centro culturale Benedetto da Piglio ed altre associazioni. Perchè la biblioteca no?

Lazio più brava di Napoli e Udinese

I laziali sono tornati un po' delusi da Atene: con un po' più di attenzione i tre punti potevano essere nostri. Ma nulla di grave: siamo sempre in testa alla classifica, con due traferte giocate su tre, e nelle partite di ritorno ci resta solo la trasferta di Maribor; un pareggio anche lì, e poi avremo in casa sia Panathinaikos che Tottenham, e il passaggio di turno non ci dovrebbe certo sfuggire.
La Lazio sono anni e anni che non va così bene in Europa League: negli anni scorsi, solo delusioni. Quest'anno la formazione di Petkovic, pur non risultando perfetta, controlla benissimo la situazione, assorbe con una certa bravura le pesanti conseguenze del turn over, e sta  andando decisamente meglio sia del Napoli che dell'Udinese, che hanno sicuramente una quotazione più alta.
Siamo mancati in fase di attacco, dove i sostituti di Klose, Floccari e Zarate, sono andati così così, e specialmente Maurito ha mancato la preziosa occasione di giocare 45 minuti alla grande, facendo vedere di poter essere utile alla squadra.
Qualche indecisione anche in difesa, dove purtroppo Diakitè, con tutti i suoi problemi ai quali ora si aggiungono anche le macchine bruciate forse da qualche tifoso di malanimo, non può ancora dare il suo apporto che almeno in Europa League sarebbe davvero prezioso.
Ma ora eccoci a pensare a un'altra brutta trasferta da affrontare: Firenze. Ci arriviamo un po' stanchi per la faticaccia di Atene, ma almeno Klose, Lulic e Biava si sono riposati, e forse potremo contare anche su Ederson e Brocchi.  A Firenze è un po' una svolta, perchè sarebbe pericoloso perdere altro terreno dalla Juventus, e lasciar andare avanti Inter, Napoli, Udinese e Roma, le nostre vere antagoniste per l'ingresso alla Champions League insieme al Milan che certo si riprenderà.

giovedì 25 ottobre 2012

Atene: Lazio sciupona, raggiunta nel finale

La Lazio ha impattato ad Atene, 1-1, dopo aver dominato la partita senza riuscire a dare la stoccata decisiva. Favorita da un clamoroso autogol di Seitaridis dopo 26 minuti di gioco, ha tenuto in pugno la partita fino a un quarto d'ora dalla fine, colpendo un palo con Dias e mancando tutta una serie di occasioni. Nel finale, grande risveglio del Panathinakos, che indovina la sostituzione dei due attaccanti e trova il pareggio con un gol di Toché in mischia.
Con questo punto la Lazio rimane in testa al girone con 5 punti sui 4 del Maribor, i 3 del Tottenham e i 2 del Panathinaikos, che fra due settimane incontreremo ancora all'Olimpico: in caso di vittoria, è molto probabile che la Lazio si assicuri il passaggio ai turni finali dell'Europa League, cosa che avrebbe potuto fare benissimo fin da stasera se non fosse stata un po' sventata nel finale.
Una certa stanchezza si è avvertita anche stavolta, come già contro il Miulan, nelle file biancocelesti. Nella ripresa Petkovic ha sostituito Mauri, Hernanes e Gonzalez, assai provati, con Zarate, Onazi e Cana, che non sono riusciti a mantenere la spinta offensiva, e così piano piano la squadra romana si è lasciata chiudere nella sua area di rigore perdendo due punti preziosi.
Comunque, Lazio ancora imbattuta e prima in classifica, cosa che non accadeva da moltissimi anni.

Anni di scuola: 13. I legami si allentano

Dovevamo fare la spesa da soli, cucinare da soli, lavare i piatti e le pentole, rifarci i letti e tenere in ordine la casa, sicché, a farla breve, nel giro di una settimana decidemmo di rientrare nella nostra comoda pensione, perdonati senza rancore dalle signorine Edia e Sistina, e accolti volentieri da quel paio di colleghi che non avevano aderito alla nostra ribellione.
Per tanti motivi, insomma, pure se la residenza a Trevi era sempre piacevole, le passeggiate frequenti e le gite nei dintorni una necessità per spezzare la monotonia, non c'era più quel clima di entusiasmo e di idillio che aveva regnato nella stagione precedente.
Ad aprile, poi, un provvedimento emenato dal Ministero ci lasciava la possibilità di trasferirci in qualche cittadina più evoluta, tipo Fiuggi o Anagni, e successivamente nelle nostre province di origine, nel mio caso Roma. 
Questo finì per allentare del tutto i nostri legami con Trevi e con tutto il cordiale ambiente che avevamo intorno, amicizie e frequentazioni. Cominciammo a sentirci provvisori, sempre con un piede alzato come quei colleghi che preferivano rientrare quotidianamente a Roma e consideravano Trevi come un vero e proprio esilio.
Credetemi, non c'è niente di peggio, per un insegnante, di questo stato d'animo, che spezza quasi ogni legame con gli alunni, rendendo tutto aleatorio e provvisorio. Il primo a voler andare via era il preside, e tutti noi seguivamo, volere o non volere, il suo cattivo esempio. 
Gli unici che si sottraevano a questo clima erano due insegnanti del posto, sposati e legati al paese con tutta la loro famiglia. Per essi, Trevi continuava ad essere il piccolo paradiso che anche noi avevamo conosciuto l'anno precedente.

Cave: quante feste per la sagra della castagna!

Tre giorni tutti dedicati al frutto tipico di Cave, la castagna, da venerdì 26 a domenica 28 ottobre.
Aprono tutte le vecchie cantine del centro storico, predisposte delle navette per smaltire il gran traffico dei visitatori, gemellaggio con la Pro Loco di Presicce (Lecce), seconda edizione della "castagna d'oro", premio al miglior dolce a base di castagne con la cuoca internazionale Anna Dente in giuria.
Tra le altre iniziative, stand gastronomici, esposizione lavori artiginali, spettacoli musicali, un torneo di basket, un concorso fotografico, festa per i bambini, teatro-danza, musica folk, raduno "bici castagnata", una pedalata ecologica, spettacolo musicale itinerante.
Da Piazza Santa Croce navette gratuite per tutti i visitatori fino al parcheggio del centro storico. Tre giorni favolosi da non mancare.

Floccari, Ciani e Cana forze fresche per la Lazio ad Atene

Ore 19, Atene, scenario aperto sull'Europa League. Arriva la Lazio col suo rinnovato credito europeo, il suo Petkovic che ora ci viene invidiato un po' da tutti, un vero allenatore di calibro internazionale.
La Lazio è capolista del girone, ma sa che oggi si gioca una larga fetta del suo prestigio: in caso di vittoria scappa via, ma anche in caso di pareggio potrebbe continuare la sua marcia positiva verso le fasi finali della Coppa, tirando un bel respiro di sollievo fino a marzo.
Turn over necessario come il pane: il dottor Vlado fa riposare Klose (in volo verso la Germania anche se convocato), Lulic, Biava e Candreva, oltre a Marchetti che già si sapeva: al loro posto un Sergio Floccari rilanciato, un Ciani che morde il freno per conquistare un posto da titolare, e un Cana che col suo gran fisico può rendersi sempre utile negli incontro da battaglia.
Panathinaikos malandato e fuoriforma, un po' come il Milan da noi: ma guai a fidarsi della gatta ferita! E' capace di tirare fuori gli unghioni proprio nel momento più difficile. Per sudarsi il suo punto o magari i suoi tre punti, la Lazio dovrà lottare alla morte e dare il meglio di sé. E' ancora imbattuta nell'Europa League, fuori casa ha saputo farsi rispettare sul terreno del Tottenham, cercherà di fare il bis ad Atene e magari di  conquistare anche qualcosa in più. 
Petkovic schiererà probabilmente questa Lazio: Bizzarri; Konko, Dias, Ciani, Cavanda; Ledesma, Cana, Gonzalez, Hernanes; Mauri; Floccari. Morde il freno Brocchi che sicuramente sarà anche lui in campo almeno nella ripresa, mentre Ederson ancora non è pronto. E' comunque una Lazio sempre capace di far gioco e gol, dentro l'anima è una squadra nuova e dai propositi sempre bellicosi. Ogni giocatore ha il suo ruolo e il suo compito ben preciso, e l' ultima idea di Petkovic è l'ampiamento della rosa dei titolari, da 11 a 19, aggregandovi almeno Candreva, Cana, Ciani, Ederson, Brocchi, Floccari, Zarate e Bizzarri, in modo da avere sempre in campo una squadra sicura di sè, in campionato e nelle  Coppe. Stasera vederemo se è la strada giusta per ottenere il meglio dalla sua rosa di giocatori.

mercoledì 24 ottobre 2012

Anni di scuola: 12. Il secondo anno a Trevi nel Lazio

Il secondo anno a Trevi nel Lazio fu ugualmente bello, ma non del tutto tranquillo. Cambiaromo molte cose: innanzitutto il preside, che veniva da Roma e si sentiva provvisorio, sicché s'impegnava nel suo lavoro in modo relativo. Era un ingegnere, ed aveva altro per la testa.
Intanto, era obbligato a completare il suo lavoro con quattro ore di matematica, e questo contatto con le classi gli risultava pesante, sicché mollava spesso e volentieri quelle ore assegnando delle supplenze che quasi sempre finivano sulle mie spalle: penso che avesse messo dei "buchi" nel mio orario considerandomi docile e paziente.
Per un po' resistetti, ma dopo circa un mesetto esplosi in una protesta che certamente non si aspettava, e che lo mise in difficoltà. Ma io non mi sentivo di vedere aggravato così pesantemente il mio orario, e chiesi che qualche ora di supplenza venisse assegnata anche ad altri colleghi.
Questi ed altri erano motivi di malumore. C'erano stati molti trasferimenti anche di colleghi, e per esempio se n'era andato a Roma Gianni Fiore, che era un po' il beniamino sia della scuola sia della pensione in cui vivevamo noi professori.
A un certo punto, si creò in me  e nel collega di Avellino Gerardo Festa un po' di tensione con le proprietarie della pensione Edia e Sistina, sicchè decidemmo di lasciare la pensione e di trasferirci in una abitazione privata appartenente al falegname Ovidio, una persona molto simpatica anche se nel suo laboratorio al pian terreno fabbricava bare per i morti: il cimitero era lì a due passi e la sera tardi, quando rientravo a casa nel buio più profondo, passare lì davanti ti faceva venire i brividi.

Serrone e Piglio: biblioteca sì e biblioteca no

 A Piglio si piange per la scomparsa della biblioteca comunale sommersa e travolta da ben tre alluvioni senza che il Comune provvedesse a porvi un qualche riparo se non la definitiva chiusura (ma non si poteva trovare una sistemazione più in alto e più sicura per i libri, che sono un patrimonio di cultura e vanno trattati bene quanto le persone?).
A Serrone, al contrario, si fa festa per l'inaugurazione della biblioteca comunale, che avverrà venerdì 26 ottobre alle 10.30 a Palazzo Fuksas in via Prenestina 136, contrada La Forma, grazie all'amministrazione che è riuscita a inserire l'iniziativa nel sistema bibliotecario e documentario della Valle del Sacco. Hanno contribuito la provincia di Frosinone e la Regione Lazio, e con le donazioni private si parte subito con la bella cifra di 4700 volumi, una ricchezza culturale per gli abitanti del Serrone, che potranno usufruire inoltre di tutti i benefici del sistema intercomunale.
Non ci sono barriere architettoniche, e tutti potranno accedere, come fa presente il sindaco Maurizio Proietti. L'assessore alla cultura Natale Nucheli ricorda che la biblioteca ha 30 postazioni disponibili per la lettura suddivisi in due zone, la prima per bambini fino a 14 anni, la seconda per gli adulti da 15 anni in su.
E intanto a Piglio...

Klose: che bello vivere a Roma!

Roma, città della dolce vita, era famosa una volta per riuscire a ridurre a brandelli i grandi calciatori. Ricordiamo Francisco Lojacono della Roma e Humberto Tozzi della Lazio, ma la fila sarebbe lunghissima. 
Tuttavia, da qualche anno non è più così, e se un giocatore vuole essere serio e impegnato può farlo benissimo anche in questa città dalle mille tentazioni. Ne è diventato l'esempio lampante Miro Klose, che da quando si trova nell'ambiente romano ha ritrovato lucidità, ritmo e forma atletica come se fosse un ragazzo di 24 anni e non un uomo consumato da 34 anni. E una conferma è venuta anche da Antonio Candreva, che si era perso per le periferie di alcune città del nord, ma ha saputo ritrovarsi magnificamente all'aria del Cupolone.
In una intervista di ieri, Miro Klose non ha fatto altro che magnificare la città di Roma, le sue bellezze, la vita che vi si poò vivere, la serenità degli allenamenti di Formello, il desiderio d'imparare bene la lingua italiana assieme a sua moglie, e insomma tutta la gioia di un uomo che vive bene e pienamente la sua esistenza, sa far bene il suo mestiere anche se è quello difficile del fuoriclasse del calcio. 
Con un uomo così, c'è da chiedersi dove arriverà la nazionale tedesca, e per quanto ci riguarda da vicino dove arriverà la Lazio. Di solito gli abbinamenti meglio riusciti tra una società di calcio e un grandissimo campione finiscono per diventare scudetto, come fu per Maradona a Napoli, per Gigi Riva a Cagliari, per Batistuta a Firenze, per Chinaglia a Roma, per Del Piero a Torino, per Ibrahimovic un po' dovunque. Grande campione uguale grande squadra, e Klose è indubbiamente uno dei più grandi campioni che abbiamo conosciuto. Porterà davvero bene alla Lazio?

martedì 23 ottobre 2012

Alle stampe "Pinocchio ancora burattino"

"Neverland edizioni" di Lucera (Foggia) sta per pubblicare il nostro libro "Pinocchio ancora burattino", che da poco tempo abbiamo finito di presentare a nostra volta su "Qui Lazio by Jadicicco".
Dopo "Paese di Ciociaria" e "Piccole storie di animali" è dunque il nostro terzo lavoro che esce in forma cartacea, cioè nella classica edizione in volume.
Al "Pinocchio" della Neverland abbiamo premesso la seguente dedica:
Pinocchio è stato sempre amato da tutti i bambini, che non si stancano mai di leggere le sue avventure.
Ebbene, l'autore di queste pagine ha creduto opportuno dare un seguito alle favolose avventure dell'amato burattino, per consentire ai lettori di ogni età, ma soprattutto agli alunni delle scuole, di ritrovare un vecchio amico e di seguirlo ancora a lungo nelle sue imprese.
In questo libro c'è, però, non solo il recupero di tanti indimenticati personaggi, a partire dal "miracolato" Lucignolo, più vivo e audace che mai, ma anche la scoperta di tanti altri compagni del nuovo Pinocchio, il quale sceglie di rimanere per sempre burattino, chiedendo alla Fata Turchina un "prodigio alla rovescia": e Pinocchio sarà burattino per sempre, amante appassionato dell'avventura che il saggio ragazzino in ccarne ed ossa non potrebbe più affrontare.
Nell'intimo del burattino di legno regna però un cuore così generoso da saper estrarre da ogni sbalorditiva avventura sempre un pizzico di generosità e di amicizia.
Buon viaggio, dunque, ancora per tante prodezze, caro e indimenticato Pinocchio.

Anni di scuola. 11. Il pianto di una bambina

Un altro ricordo di questo primo anno fu il pianto disperato di una ragazzina alla quale avevo dato un pessimo voto per una serie impressionante di errori di ortografia. Eppure, alle elementari, era stata sempre la più brava! Alla prova successiva, la bambina applicò tutta la sua attenzione, e il risultato fu di gran lunga migliore: da quel momento, lei mi dimostrò una grandissima stima e amicizia.
Sto qui ad elogiare i miei metodi educativi e non dovrei proprio farlo, ma, oltre a un piacere vivo che provavo nell'insegnare, io mi portavo dietro tutta una lunga serie di avventure personali, e soprattutto una dolorosa esperienza di giornalista mancato, durata una decina d'anni e conclusa amaramente soprattutto per colpa del mio carattere, troppo mite e troppo ribelle, nello stesso tempo, a quelle che io ritenevo ingiustizie.
Ecco: la parola "giustizia" ha sempre ispirato il mio insegnamento. Non ho mai voluto premiare le simpatie né punire le antipatie, non ho mai voluto guardare le differenze sociali nè tenerne conto. Per me, anzi, il punto di riferimento è stato sempre l'alunno più debole, quello da portare avanti ad ogni costo, da "promuovere" nel senso di guadagnarlo allo studio e all'impegno. Gli alunni bravi vanno meravigliosamente avanti da soli: a loro basta ascoltare, perché è facile apprendere e svilupparsi.-
Non so se sono veramente riuscito ad essere giusto, nella mia lunga carriera scolastica di oltre trent'anni. So soltanto che non ho nulla da rimproverarmi, sotto questo aspetto. A tutti coloro che si sono raccomandati a me ho sempre detto sì, perché li avrei aiutati comunque, tutti, senza preferenza per nessuno.

Zagarolo: giocare è importante

A Zagarolo, una gran bella iniziativa per sabato 27 ottobre , dalle 15 alle 20, a Palazzo Rospigliosi: un laboratorio di ludo-pedagogia, ossia di educazione attraverso il gioco.
Promotrici le associazioni "Le barbe della Gioconda" e "Semi di riso", più il comitato solidale antirazzista di Zagarolo. Sono invitati tutti i residenti, di ogni nazionalità. 
La ludo-pedagogia nasce in Uruguay come metodo per promuovere la partecipazione di persone adulte al gioco: possono partecipare anche i bambini, ma il discorso è rivolto soprattutto agli adulti come dimensione socio-affettiva, il gioco come fonte di conoscenza e di valore attivo e comunitario, il gusto di stare insieme.

La Lazio? la squadra più precisa

Le statistiche ci mostrano, quest'anno, una Lazio ben diversa dal gioco dell'anno scorso: è quella che staziona meno di ogni altra nell'area di rigore avversaria, è solo sedicesima in questa classifica, ma in compenso è quella che ha realizzato più gol dopo la Juventus. Questo significa che i piedi dei giocatori laziali sono quelli più precisi, che i loro tiri sono ispirati al cinismo e alla decisione, e che i biancocelesti, per segnare, spesso non hanno neanche bisogno di entrare in area di rigore, come dimostrano i tiri da lontano di Hernanes e di Candreva.
Se ai sette gol segnati da questi due centrocampisti si aggiungono quelli dell'unico uomo di punta, Klose, che ama invece realizzare da pochi passi, si ha un totale di tredici gol per il trio Klose-Hernanes-Candreva, e questo terzetto, per ora, risulta infatti il più prolifico di tutta la serie A.
Forse è proprio questo il tipo di gioco che Petkovic definisce gioco di attacco pur schierando un solo attaccante: bisogna essere precisi e determinati nel tiro, dimostrare efficienza e cinismo,  poco fumo e molto arrosto, mentre l'anno scorso il risultato era inverso: molto fumo, moltissime occasioni da rete, e poco arrosto, meno gol realizzati. L'anno scorso, all'ottava giornata, la Lazio aveva segnato 11 gol, con Klose a 4 ed Hernanes a 3, mentre quest'anno è già a quota 15, con Klose a 6 ed Hernanes a 5, entrambi nella graduatoria dei primi dieci realizzatori.
Un'altra classifica dimostra che la Lazio è la prima squadra italiana nei tiri da lontano, ben 80, cioè dieci a partita, con Hernanes a 27 e Candreva a 23, mentre altri due ottimi tiratori da lontano possono essere Lulic ed Ederson, che però ha ancora giocato pochissimo.
Queste cifre, dunque, mostrano una Lazio diversa e più efficace rispetto all'anno scorso, come del resto confermano i 3 punti di più in classifica. Dovesse continuare con questo ritmo, davvero la Lazio avrebbe spalancato il suo ingresso nella Champions League.

lunedì 22 ottobre 2012

Anni di scuola: 10. Le grotte di Orciano

Nelle lunghe giornate di Trevi nel Lazio, fra le lezioni del mattino e le passeggiate pomeridiane, trovavo anche il tempo di coltivare la mia passione di scrivere. Qualche poesia d'amore, e un piccolo romanzo per l'infanzia, piuttosto un racconto lungo: "Le grotte di Orciano".
Finalmente trovavo il tempo di dedicarmi alla scrittura disinteressata, dedicata ai ragazzi fra i dodici e i quattrodici anni, esattamente quelli ai quali insegnavo la mattina.
Un racconto in parte autobiografico sulla mia infanzia, in parte inventato e fantastico. Man mano che lo andavo componendo, affliggevo i miei alunni obbligandoli ad ascoltarlo. Mi rendevo conto che mi seguivano con un certo interesse, in particolare un ragazzo e una ragazza ricchi di fantasia, che addirittura mi chiedevano in anticipo le vicende che si sviluppavano nel racconto.
Ho sempre avuto un ottimo rapporto di comunicazione con i miei alunni. Mi ascoltavano e partecipavano. Non ero un campione nel tenere la disciplina, ma questa mia facilità nel tenere i contatti mi aiutava moltissimo, e non ho mai avuto problemi di condotta, nelle mie classi. Mi ricordo che un collega giovane, con una laurea brillante, mi chiedeva come facessi a leggere lunghi racconti in classe destando la generale attenzione, mentre lui, con tutta la sua brillante parlantina, non riusciva a creare un vera comunicazione ed aveva grossi problemi nel tenere calmi gli alunni.
La ragazza che mi ascoltava con la massima attenzione, Marisa, era di una famiglia di poveri contadini, ma aveva una fantasia fervida, e i suoi temi mi colpivano per quella strana forza, quasi selvaggia, di comunicare le sue idee.

Colleferro: i cento anni della B.P.D.

Era il 26 ottobre del 1912 quando il senatore Leopoldo Parodi Delfino e l'industriale Giovanni Bomprini fondarono a Colleferro lo stabilimento B.P.D. per la produzione di munizioni.
La fabbbrica nasceva sulle ceneri dello zuccherificio Valdisacco, che trasformava le barbabietole in zucchero alle fine dell'800 accanto allo scalo ferroviario Segni-Colleferro.
Venerdì 26 ottobre 2012, pertanto, si celebrerà il centenario della nascita della grande industria a Colleferro con un annullo postale speciale che verrà apposto nella Sala Moffa al Comune,  e con una messa solenne nella chiesa di S. Barbara alle ore 17 celebrata dal vescovo di Segni-Colleferro monsignor Maurizio Apicella, alla presenza dei gonfaloni comnunali di tutto il territorio.
Al termine, un breve concerto per violino e pianoforte a cura dall'associazione musicale Ars Nova.
Alle 18.30 il sindaco Mario Cacciotti deporrà una corona d'alloro davanti al busto del senatore Parodi nel giardino antistante la chiesa, e al monumento ai caduti nei giardini di Largo Oberdan.
Un volume curato da Renzo Rossi, "la BPD attraverso la pubblicità", verrà presentato preso l'auditorium Avio di Corso Garibaldi.

In arrivo per la Lazio uno sponsor straordinario

Le prodezze della Lazio di Petkovic stanno suscistando vasta eco oltre frontiera. Così, a Formello, da qualche tempo arrivano notizie di sponsor internazionali interessati ad abbinarsi all'aquila biancoceleste. Uno sponsor di questa gittata manca alla Lazio ormai da cinque anni, in quanto Lotito ha sempre rifiutato offerte inferiori almeno ai quattro milioni annui di contributi.
Si tratta di uno sponsor generale ufficiale, a prescindere da quello tecnico della Macron legata alle maglie ufficiali, che comunque assicura già alla Lazio un contributo di 14 milioni in cinque anni. Con queste cifre, la società biancoceleste esce molto potenziata sullo scenario italiano ed europeo, come uno dei marchi più appetiti e contesi. Sono interessate alcune grandi società, di cui perfino una dalla Russia e altre dagli Stati Uniti e dalla Germania, dove la presenza di un giocatore come Klose fa da enorme cassa di risonanza.
L'abbinamento a una grande industria consentirebbe come primo passo alla Lazio di arrivare all'ingaggio di un grosso attaccante alternativo a Klose. Si tratta, come tutti sanno, dell'olandese Huntelaar, che è in scadenza di contratto con i tedeschi dello Schalke 04 e potrebbe approdare a Formello il prossimo gennaio, dando un grosso respiro alle ambizioni europee della società biancoceleste.
Non si è ancora spenta l'eco del grande successo sul Milan, ma ora bisogna pensare subito alla dura trasferta di Atene contro il Panathinaikos: un risultato positivo spianerebbe la strada alla Lazio verso le fasi finali dell'Europa League.

domenica 21 ottobre 2012

Anni di scuola: 9. Un amore segreto

Gianni, comunque, non diceva nulla del suo nascente legame con Lia, e come al solito accadde che si aprì una competizione con gli altri insegnanti, nella quale rimasi parzialmente coinvolto anch'io. 
Tra noi, senza tante complicazioni, c'era una bella amicizia, ed anche quando eravamo a Roma , compresa la stessa Lia, ci scambiavamo delle visite, e finalmente venni a sapere che tra Gianni e Lia si era sviluppato qualcosa più di un semplicerapporto amichevole.
Quando, nel 1971, cioè due o tre anni dopo, mi sposai con Maria Stella a Rocca di Cave, invitai anche Gianni e Lia, che furono miei graditi ospiti, e di lì a poco si unirono anche loro in matrimonio.
Organizzavamo anche delle feste da ballo nel salone del vicino Hotel Suria, due chilometri fuori del paese lungo la via per Filettino. Ma le ore più belle erano quelle che trascorrevamo in lunghe passeggiate per la stessa strada, verso la Fonte Suria, una sorgente minerale di acqua molto apprezzata giacente in una conca meravigliosa tra prati sempre verdi. Un panorama splendido, fra i Monti Simbruini, al centro di boschi che in autunno cambiavano di colore, dal giallo al rosso acceso, prima che cominciasse la parziale caduta delle foglie.
Poco più su c'era un laghetto artificiale, nato dalla captazione delle acque dell'Aniene, che nasce proprio nella piazza principale di Filettino; ancora più in alto ci sono gli impianti sciistici di Campo Staffi. La natura è stata generosa con questi luoghi, sicuramente tra i più belli del Lazio. Noi insegnanti di quel periodo vi trascorremmo due anni di perfetta tranquillità, tanto che tra noi ribattezzammo il paese con il nomignolo di "Trevi nell'ozio", un ozio fatto anche di scuola e di studio secondo il significato latino del termine.

Paliano: il regno delle farfalle

Da ieri sabato 20 fino a mercoledì 23 ottobre, bella iniziativa a Paliano con "il magico mondo delle farfalle e degli insetti".
In via Mola del Casale l'azienda Serpens, col sostegno dei ragazzi di "immagini-amo il nostro territorio", dalle 9 alle 16.30 ha dato vita a uno spettacolo inconsueto. Donatella Di Cola, che da trent'anni lavora nel settore delle farfalle e degli insetti, ha raccontato l'incantevole mondo delle farfalle, come la Butterfly Wenders che sostituisce il lancio del riso nelle cerimonie nuziali, fino al progetto "Adotta una farfalla", che protegge gli esemplari in via di estinzione.
L'azienda produce farfalle autoctone e tropicali e collabora a importanti scenografie cinematografiche.
Il  fantastico viaggio nel verde dura quattro ore, e si conclude con una spettacolare visita al borgo medioevale di Paliano.

Un'ora di grande Lazio, quasi ripreso il Napoli

Una Lazio immensa per un'ora, tre gol spettacolari, tre punti in più rispetto al campionato scorso, quasi ripreso quel Napoli che al San Paolo ci aveva schiacciato e aveva fatto pensare a una superiorità che invece non esiste. Almeno il Napoli possiamo riprenderlo per davvero, per ora solo la Juventus è al di fuori della nostra portata.
Poi, mezz'ora di Milan che ci ha messo paura, riducendo le distanze con De Jong ed El Shaarawy, stringendoci d'assedio nell'ultimo quarto d'ora: ma anche in questo caso si è vista una capacità di resistenza che l'anno scorso sarebbe probabilmente mancata, e il diavolo avrebbe finito per inforchettarci senza pietà.
Lazio salda di nervi malgrado tutto. Certo, nel finale il Milan è venuto fuori con la prepotenza della squadra che con una vampata di orgoglio vuole dimostrare di essere ancora grande: forse la Lazio ha visto mancare un po' della sua lucidità fisica, Mauri, Candreva ed Hernanes, che avevano dato tanto, hanno avuto bisogno di tirare il fiato e Petkovic è stato costretto a rinforzare la difesa con gli innesti di Cavanda, Cana e Brocchi, accolto come un salvatore nel suo rientro dopo mesi e mesi di assenza.
Bizzarri invece ha sostituito bene Marchetti assente dell'ultimo momento: alcune sue parate sono state apprezzabili, sui due gol forse nulla ha potuto tanto sono stati fulminei tagliando fuori l'intera difesa.
Ora la Lazio è attesa dalla trasferta di Atene col Panathinaikos e da quella di Firenze per il campionato. Petkovic dovrà giostrare al meglio con le sostituzioni, per fortuna ora può contare anche su Brocchi, Ederson e Radu e le loro forze fresche offriranno un grande contributo.

sabato 20 ottobre 2012

Lazio matura per la Champions: battuto 3-2 un Milan battagliero

Lazio grande per un'ora: 3-0 e gol bellissimi di Hernanes al 25', di Candreva al 41' e di Klose al 4' della ripresa.
Mezz'ora finale di un Milan orgoglioso e forse risorgente, che rimonta con De Jong al 16' e con El Sharawi al 35', ponendo sotto assedio la Lazio nel quarto d'ora finale.
La Lazio ha divorato almeno due volte il quarto gol con Gonzalez e Dias, e ha dovuto chiudere l'incontro con il cuore in gola e rischiando di pareggiare una partita stradominata.
Nel finale i laziali hanno accusato una certa stanchezza: hanno lasciato il campo Mauri, Gonzalez e Candreva, i più provati, sostituti da Cavanda, Cana e Brocchi rientrato finalmente dopo lunghi mesi di assenza, mentre i rossoneri hanno schierato un tridente assai insidioso con Pato in aggiunta a El Sharawi e Pazzini, e addirittura un attacco a quattro negli ultimi minuti con Bojan.
Bizzarri, schierato all'ultimo momento in sostituzione di Marchetti stiratosi nel riscaldamento prepartita, ha vigilato nel finale con qualche preziosa parata che ha giustamente consentito alla Lazio di conquistare tre punti di platino: prova di maturità superata per Petkovic, e nuovo impegno per la conquista di un posto valido per la Champions League.
I migliori della Lazio sono stati Hernanes e Ledesma, e prove valide anche per Klose e Dias, preziosi per la loro esperienza.

Lazio Primavera al galoppo a Lanciano: 3-0

Ricomincia il campionato Primavera con una bella vittoria della Lazio a Lanciano: 3-0. Pur priva del goleador Rozzi, ancora infortunato, i biancocelesti di Bollini hanno vinto con autorità segnando con Tira, Cataldi e Silvagni.
La Lazio deve recuperare l'incontro con il Napoli, che attualmente è in testa alla clasifica con un punto di vantaggio sui ragazzi di Bollini,  che in caso di vittoria potrebbero riprendersi il primato.

Terence Hill uguale Karol Woytila

Non può non saltare all'occhio la solare somiglianza dell'attore Terence Hill  (vedere: "A un passo dal cielo") con la figura di Karol Woytila da giovane. Siamo stupiti solo dal fatto che questa somiglianza non abbia finora indotto nessun regista di sceneggiati tv o film a tentare una grande avventura che potrebbe avere esiti clamorosi. Chi ci proverà per primo non dovrà sicuramente pentirsene.

Anni di scuola: 8. La pensione delle donne

Se gli insegnanti maschi di Trevi nel Lazio erano il nucleo principale della pensione Del Signore, le insegnanti donne erano invece accolte nella pensione Amati, distante un centinaio di metri.
Era una pensione familiare, senza una trattoria: il gruppetto delle insegnanti, tre o quattro, vivevano in una comoda casa privata, con grandi stanze e un ampio salone con caminetto, molto accogliente. La padrona di casa era più che altro un'amica, solo pochi anni in più delle professoresse, non era sposata e aveva lo stesso spirito giovanile.
Accanto a quel caminetto, nelle lunghe serate invernali, spesso eravamo ospiti anche noi professori, e le ore trascorrevano liete, spensierate, con qualche serata da ballo organizzata in occasione, ad esempio, del carnevale.
L'atmosfera era amichevole, animata da semplici giochi di società, che scatenavano le nostre risate di cuore. Non  c'era alcun sottofondo malizioso, nei nostri incontri. Frequentava quelle serate una cugina della proprietaria, Lia, una giovane maestra che era anche la nipote delle nostre due "locandiere" Edia e Sistina.
Durante quegli incontri, nacque piano piano l'amore tra il nostro collega Gianni Fiore, il più giovane di noi coi suoi ventiquattro anni, e la stessa Lia. Un amore tenuto molto segreto e conclusosi due anni dopo con il matrimonio e il trasferimento a Roma, dove Gianni, figlio di un preside di liceo, abitava nei pressi di Santa Maria Maggiore, in un antico appartamento vicino al Cinema Cristallo.
Gianni era alto e slanciato, e ricordo che durante un ballo particolarmente vivace, al suono del disco" Se sei bello, ti tirano le pietre" del cantante italo-francese Nino Ferrer, andò a sbattere con la testa sotto il lampadario e rimase leggermente ferito, con un  versamento di sangue che fece una certa impressione. Ma niente d'importante, e la festa riprese in piena allegria.

Cave: dove fiorisce il marrone...

Cave, 26-28 ottobre, storica sagra della castagna. Cave è la terra del più pregiato marrone, che una volta veniva esportato anche a Parigi.
In occasione di questo finesettimana, viene assegnato anche il premio "La castagna d'oro" (domenica 30 nell'aula municipale).
Per il resto, tre giorni d'intensa festa sia nel centro storico di S.Stefano sia sulle strade moderne, con stand e degustazione di prodotti tipici che sfruttano la meravigliosa castagna dei boschi di Cave.

Miro è lassù, ma Hernanes ci può arrivare...

Torna il campionato, torna la bella Lazio di Petkovic, e Lazio-Milan è la promessa di un gran bell'incontro di calcio. Può venirne fuori qualcosa di nuovo: che il Milan risorga, ad esempio: c'è da aspettarselo da un momento all'altro. Ma anche che la Lazio confermi, con una grande partita, di essere sul punto di diventare grande a sua volta, di poter puntare davvero ai massimi traguardi.
La Lazio gioca in formazione-tipo, ancora con Ederson, Radu e Brocchi ad aspettare. Il 4-1-4-1 non si tocca, è prezioso, vede Lulic ancora terzino sinistro, e poi il pentagono Ledesma-Candreva-Gonzalez-Hernanes-Mauri capace di coprire tutto il campo con efficacia, sia che si attacchi sia che ci si difenda.
Miro Klose è l'arma non tanto segreta di Petkovic, ma un'arma sempre efficace perchè i movimenti del tedesco sono sempre imprevedibili: uno scatto laterale improvviso e la difesa avversaria si ritrova spiazzata. Va dentro lui o ci va Hernanes, una specie di suo alter ego, un giocatore che sta crescendo visibilmente dopo che Petkovic gli ha trovato la posizione e soprattutto la funzione giusta. Se Miro Klose è sugli altari, Hernanes sta trovando la via giusta per arrivargli accanto, lassù dove regnano le aquile, il cielo dei grandi. Questo binomio può davvero fare grande la Lazio, al di là di tutte le speranze, i sogni e le ambizioni.
Stasera potrebbe aversene la controprova. Non sarà impresa facile: ma Klose-Hernanes, insieme, ci proveranno.

venerdì 19 ottobre 2012

Anni di scuola: 7. Quegli amori giovanili...

Il buon Gerardo ci cancellava tutti dal suo taccuino dove registrava accuratamente tutti i nomi e i numeri di telefono delle persone di cui veniva a conoscenza.
La vicenda più clamorosa fu quella di una bellissima insegnante di educazione fisica proveniente da Veroli: tutti ne erano innamorati, ma Gerardo aveva preso una vera e propria cotta. Lei sorrideva a tutti e non diceva no a nessuno, anche se poi non c'era nulla di concreto e di compromettente.
Gerardo era però geloso alla follia, e se qualcuno di noi si accostava a quella dolcissima creatura andava su tutte le furie. La considerava ormai sua proprietà. Prendevamo la macchina , la sua Mini Morris, per andare a cercarla e a trovarla.
Il dramma avvenne a fine anno, quando la bella collega di Veroli si presentò a Trevi con tanto di fidanzato ufficiale, un atletico e vigoroso trentacinquenne che dava una pista a tutti noi, e fece crollare definitivamente tutte le speranze di Gerardo Festa, che però diede a noi la colpa  del suo fallimento, e ci cancellò una volta di più dalla lista dei suoi amici.
Però i fulmini e le saette di Gerardo, terribili nei primi momenti, piano piano si placavano, e  tornavamo a riprendere i contatti amichevoli di sempre, anche perché vivevamo a contatto di gomito, e sarebbe stato difficile tenere il broncio per più di qualche giorno.
Dopo due anni trascorsi a Trevi nel Lazio, Gerardo tornai a incontrarlo anche l'anno successivo, quando, avendo chiesto entrambi il trasferimento, ci ritrovammo per qualche mese nella scuola media di Alatri, la bella cittadina a un tiro di schioppo da Frosinone. Ma fu solo per qualche mese, da ottobre a febbraio, perché poi le nostre strade si divisero definitivamente.

Paliano: trionfo dei graffiti

Il Comune di Paliano e un gruppo di giovani guidati da Andrea Rossi hanno realizzato per sabato 20 e domenica 21 ottobre una grande idea: il Festival dei Graffiti nel parcheggio multipiano di Via Fratelli Beguinot.
Dalle 10 fino alla sera, 22 giovani whriters provenienti da tutto il mondo daranno vita a una gara sul tema "Paliano medioevale".
L'assessore alle politiche giovanili Simone Marucci ricorda l'importanza della fantasia creativa e della magica libertà che darà colore ai vecchi muri di Paliano.

I due laziali più famosi: Klose e...Cana

Non ci credeterete, ma i tifosi europei hanno scelto i candidati alla rosa dei primi otto calciatori più famosi, e tra questi sono stati designati due laziali: uno va benissimo, scontatisssimo, ed ha anche tante possibilità di far parte della rosa finale, mentre per secondo, a sorpresa, è uscito fuori Cana, evidentemente votato in massa dagli sportivi albanesi.
Miro e Lorik, dunque, stanno lì a rapresentare i giocatori più conosciuti dalla massa degli sportivi: di Miro Klose sono molte le qualità che lo hanno portato ad emergere: lo sportivissimo gesto di Napoli, l'ormai imminente conquista di  primo cannoniere della nazionale tedesca di tutti i tempi, i magnifici campionati che sta disputando alla Lazio alla bella età di 34 anni (comunque è di due anni più giovane di Tottti, e quindi ha almeno altre due stagioni a disposizione per fare meraviglie).
Ma Lorik Cana? Evidentemente non ha ancora avuto l'opportunità di trovare un suo ruolo stabile nella Lazio e di far esplodere le sue capacità atletiche e tecniche non indifferenti, se viene tanto stimato da far parte di una élite europea.
La statistica, come sempre, è dell'IFFHS, Istituto della Federazione Football Storia e Statistiche, che ogni tanto ci delizia delle sue ricerche.Ora sta scegliendo gli 8 giocatori più popolari d'Europa, gli 8 dell'America, 1 per l'Australia (Del Piero?), 5 per l'Asia, 5 per l'Africa e 5 per la Confederazione del Centro America e dei Caraibi, un totale dei 32 giocatori più popolari al mondo. Miro Klose risulterà senz'altro fra questi 32 giocatori che si fanno amare da tutti gli sportivi del mondo.

giovedì 18 ottobre 2012

Anni di scuola. 6. La Mini Morris di Gerardo Festa

Gerardo Festa, collega avellinese di applicazioni tecniche, era a Trevi già da alcuni anni, e quindi era un po' il nostro pioniere e colui che ci apriva le strade nel nuovo ambiente.
Gerardo era nostro coetaneo, era un tipo molto sportivo e aperto, era di buona famiglia e l'unico tra di noi che possedesse un'automobile, una Mini Morris bianca piccola ma efficiente, anche se il telaio era un po' troppo basso e ogni tanto causava qualche piccolo inconveniente su quelle strade di montagna.
Gerardo era in pensione da anni presso le sorelle Del Signore, insieme al veterinario Pio di Ferentino. Per lui, in casa, non c'erano segreti, e le signorine Edia e Sistina se lo coccolavano un poco.
Gerardo non era geloso della sua automobile, e non ci faceva sentire per niente a disagio per questa sua superiorità meccanica, ma generosamente metteva il suo mezzo a disposizione per gli amici, che poi eravamo io e Gianni Fiore, e successivamente anche il professore di arte Alvaro Pezzotti, che venne a comporre il quartetto d'insegnanti ospiti di quella pensione. In quattro andavamo dunque, specialmente il giovedì, a fare delle gite nelle cittadine vicine, Fiuggi, Alatri, Anagni, Veroli, Guarcino e Subiaco, spesso per andare a vedere qualche bel film che veniva dato in anteprima in quei piccoli centri, talvolta anche prima di presentarli a Roma.
Gerardo, scapolone anche lui, ogni tanto prendeva qualche piccola cotta, che si risolveva sempre alla stessa maniera: individuata la preda, che di solito era qualche collega particolarmente dotata di qualità fisiche, tutti noi ci sentivamo spinti alla competizione, e così si apriva una specie di gara per arrivare alla conquista. Gerardo naturalmente andava in bestia: era sempre lui ad aprire la caccia, e la conclusione era che finiva inevitabilmente sconfitto.

Trevi nel Lazio: mistero sull'acqua del lago Pertuso

Le acque del laghetto di Pertuso, ottenuto da uno sbarramento del fiume Aniene nei pressi di Trevi nel Lazio, stanno misteriosamente scemando.
Il Parco dei Simbruini ha chiesto spiegazione all'Acea e all'Enel  autorizzate al parziale prelievo delle acque: la causa della profonda crisi idrica è naturale, o è data da un irregolare prelievo?
Occorre una opportuna pianificazione per la corretta gestione dell' Aniene: la Giunta Regionale può convocare il comitato di monitoraggio del fiume per la salvaguardia delle sue acque e di tutto l'ambiente simbruino.

Chinaglia torna a Roma per sempre accanto a Maestrelli

Ieri i tifosi laziali hanno avuto una grande notizia, direttamente da Massimo Maestrelli, il figlio dell'indimenticabile allenatore del primo scudetto: ai primi di novembre la salma di Giorgio Chinaglia, che ora si trova nel cimitero di Naples in Florida, tornerà a Roma per riposare per sempre vicino a quella di Tommaso Maestrelli nel cimitero di Prima Porta.
Una notizia data direttamente durante il TG 5 delle 13, e che ha profondamente commosso la tifoseria laziale composta da due milioni di persone. Tutti compatti attorno a Giorgio: a dare il permesso del trasloco della salma è stata proprio la prima moglie di Giorgione, Connie Eruzione, che accompagnerà i resti di Chinaglia a Roma assieme ai figli. Una testimonianza compatta, da tutte le parti, della grande stima e dell'incancellabile amore che lega tutti i laziali al ricordo di quel grande campione non solo di calcio, ma di autentica passione per la squadra e per la società biancoceleste.
Una figura grande quanto controversa, un po' come succede per tutti i grandi del calcio come Maradona o come l'altro laziale Gascoigne, figure incancellabili per la grande personalità che le contraddistinse assieme alla classe di giocatori inimitabili.
Maestrelli-Chinaglia costituiscono per la fede laziale un binomio inscindibile, ed è dunque giusto che riposino insieme per sempre, e che la loro tomba continui ad essere come una sorgente di fede e di amore per la Lazio, che nel 1974, grazie a loro due e ad altri campioni indimenticabili, raggiunse il punto forse più alto di tutta la storia di questa gloriosa società nata ai Parioli 112 anni fa, prima squadra romana del gioco del pallone.

mercoledì 17 ottobre 2012

Anni di scuola: 5. Una serena vita di paese

Edia e Sistina cucinavano molto bene, c'era un clima familiare e cordiale, avevamo ciascuno una comoda cameretta con balcone, e ci restava tanto di quel tempo per studiare, stare insieme e fare delle belle passeggiate in un paesaggio arioso e ricco di verde.
Dalle sorelle Del Signore, nessuna delle due sposata, di età tra i quaranta e i cinquanta, eravamo ospiti io e Gianni Fiore di Roma, Gerardo Festa di Avellino, ed anche il veterinario del paese, Pio, originario di Ferentino, che tutti i sabati tornava a casa dalla moglie Amalia, molto bella, secondo quanto descriveva chi l'aveva conosciuta.
Le insegnanti donne, Marisa, Adriana e Concettina, erano ospiti di un'altra piccola pensione familiare, tenuta da una parente delle due sorelle Del Signore, che era giovane quanto le insegnanti stesse, ed erano amiche di Lia Del Signore, una giovane maestra di Trevi, nipote delle due sorelle, che un paio di anni dopo finirà per sposare il nostro collega Gianni Fiore, il più giovane di tutta quella nidiata d'insegnanti che si facevano spesso compagnia, organizzando piccole feste e belle passeggiate quotidiane.
Fu un'annata meravigliosa e irripetibile, in quanto l'anno dopo si registrarono molti cambiamenti. Vivevamo a contatto di gomito con i nostri alunni e con i loro genitori anche fuori dell'orario di scuola, e con molti di essi avevamo stretto anche amicizia e confidenza. Un insegnante, Paolo D'Ottavi, era del posto, e talvolta ci invitava a pranzo, facendoci trovare una ricca polenta con salsicce fornite direttamente dal popolarissimo macello di suo padre. Lo stesso Paolo, appassionato di calcio, ci invitava spesso a disputare partitelle di pallone con la squadra di giovani dilettanti che allenava personalmente.

Cave: tre giorni di Giochin'Arte

Cave: da venerdì 19 ottobre a domenica 21, iniziativa dell'associazione culturale e naturalistica "A Refera", con la collaborazione di altri gruppi culturali. L'idea è quella di far rinascere, con un numero zero di avvio, i "Giochi de 'na vota", con i bambini che si proveranno a riprendere quelli che erano i giochi dei nonni.
Ci saranno performance di Arte di Strada, Musica e Teatro. Rimboschimento di zone brulle. Uso esclusivo del dialetto cavisello. Un'estemporanea di pittura. Stand gastronomici di prodotti tipici. E poi tanti vecchi giochi: campana, schè-schè-schè, bricci, lippa, battimuro, biglie, gioco con l'elastico ecc...Partecipazione gratuita per bambini e adulti, con passaggio di cappello per libere offerte.
"A Refera" si batte per la salvaguardia dell'ambiente dei Monti Prenestini.

Un, due tre: Brocchi, Radu e Diakité

Mentre Candreva si prendeva un pezzetto di nazionale, mentre Klose segnava due gol alla Svezia e arrivava a un passo da Gerd Muller come primo cannoniere della nazionale tedesca, a Formello si stava verificando un piccolo miracolo: il rientro in contemporanea dei tre giocatori rimasti per tanto tempo fuori della scena, desiderati da tutti i tifosi che si sono quasi dimenticati come giocano.
Certamente Petkovic, che ha ormai messo in piedi una squadra perfetta con il 4-1-4-1, prima di cambiare le carte in tavola ci penserà bene, anche perché è in arrivo un Milan scombinato quanto volete, ma sempre un diavolaccio da prendere con le molle perché può tornare a far guai da un momento all'altro: però poter contare su Radu, Brocchi e Diakité sarà sicuramente una bella tentazione, una specie di quadratura del cerchio.
Il ritorno di Radu, un terzino fortissimo che consente lo sgancio in avanti di Lulic, e il recupero di Brocchi che è il perfetto compagno di coppia del metronomo Ledesma con il suo battagliero dinamismo, e infine la possibilità di dare a Dias un compagno più giovane e gagliardo, fanno indubbiamente di questi tre recuperi un grosso passo in avanti per l'arricchimento della squadra e per il respiro da dare al turn over. Ora la Lazio ha davanti due mesi intensi e ininterrotti d'impegni al ritmo di due a settimana, circa nove in un mese, con l'Europa League da non relegare in secondo piano, poiché sarà probabilmente quella che ci darà più gloria quest'anno. Però anche in campionato, senza pensare minimamente allo scudetto, l'obbiettivo del terzo posto e della Champions League è poco meno che devastante, e Brocchi-Radu-Diakité saranno tre rinforzi essenziali.
Si parla anche dell'intenzione di Lotito di appaiare a Klose un secondo di livello internazionale, Huntelaar in prima fila. Vedremo. Ma intanto Petkovic, con questi tre preziosi recuperi, può già credere in un domani ricco di gloria.

martedì 16 ottobre 2012

Anni di scuola: 4. Un mese di viaggi

Nessuno di noi insegnanti di Trevi era di ruolo. Quasi tutti avevamo una nomina annuale, che in genere veniva rinnovata l'anno dopo, con una specie di riassunzione che si estendeva fino al 31 agosto successivo. Lo stipendio, se ben ricordo, si aggirava intorno alle 50 mila lire, equivalente a quello di un impiegato delle poste di prima nomina. Per me, che provenivo da incerti compensi come collaboratore di giornale, erano comunque una sicurezza e una soddisfazione.
Viaggiavamo tutti i gironi, partendo da Roma verso le 6.30, e tornavamo tutti insieme, un gruppeto di quattro o cinque, fruendo del passaggio (a pagamento, ovviamente) di un collega, Pasquale Ciccone, più anziano di noi e che disponeva di un ampio macchinone, mi pare una Fiat 1100. Il ritorno a Roma avveniva di norma intorno alle 15.
Oltre a me e a Pasquale, viaggiavano anche i colleghi Marisa Di Stefano e Gianni Fiore, e a turno altre colleghe come Concettina e Adriana. Il viaggio veniva a costarci sulle quindicimila mensili, cioè un terzo del nostro guadagno complessivo. Ci restavano trentacinque mila lire, quanto bastava per vivere decorosamente, essendo quasi  tutti scapoli, tranne il vecchio Pasquale che aveva moglie e figli ed era anche proprietario di una cartolibreria nel quartiere Prenestino.
Di solito il viaggio era abbastanza divertente, tra una chiacchiera e l'altra. Non mancavano momenti di broncio o di polemiche, come è inevitabile, ma anche questo faceva parte di un'armonia complessiva e di uno stato d'animo piuttosto gioioso.
Però, al termine di una settimana di viaggi, il peso dei chilometri e della fatica si faceva sentire. Sicché, dopo un mesetto circa, raccogliemmo l'invito di altri colleghi che invece restavano tranquillamente a Trevi, e ci sistemammo quasi tutti in due pensioncine familiari. Noi colleghi maschi eravamo ospiti di una piccola trattoria-locanda  tenuta da due sorelle, Edia e Sistina Del Signore, cugine del sindaco di Trevi.

Artena: lo sviluppo del borgo antico

La società internazionale di Biourbanistica, in collaborazione con Italia Nostra e GreenAccord, propone l'opera storica di recupero e di attualizzazione vitale della città di Artena, che è presa come paradigma di una diffusa situazione italiana ed europea.
Il modello nuovo verrà presentato nella giornata di domenica 21 ottobre: si tratta di progetti coerenti per la rinascita del modello borgo, unità urbana di diversificazione umana, con la sua bellezza e il suo potenziale che offre soluzioni originali alla crisi dell'attuale sistema.
E' prevista una visita del centro di Artena e dei suoi tesori archeologici, e la degustazione di prodotti tipici.
Saranno presenti Grazia Francescato per i Verdi, Carlo Ripa di Meana per Italia Nostra, Alfonso Cauteruccio di GreenAccord, Adriano Caperna e Stefano Serafini per Biourbanistica.

Claudio Lotito, primo presidente italiano

La Gazzetta dello Sport, in vena di statistiche e riconoscimenti, dopo aver sottolineato che la Lazio è l'unica società di serie A che riesce regolarmente ogni anno a chiudere in attivo il suo bilancio, ha successivamente proclamato Claudio Lotito come primo nella classifica dei presidenti di serie A, avendo nei suoi otto anni di gestione portato alla Lazio un incremento di entrate di ben 80 milioni.
Siamo ben lieti di questo riconoscimento, che pone Lotito alla pari con De Laurentiis del Napoli, anche lui portatore di buoni incassi annuali, sia pure con un giro di affari piuttosto costoso che lo espone a grossi rischi, mentre Lotito ha scelto la strada del "poco ma sicuro", una politica che è stata presa come modello e che è l'unica che potrebbe portare alla salvezza del nostro calcio.
Lotito ha ricordato di aver salvato la Lazio da debiti per la cifra colossale di 250 milioni di euro, che sta saldando anno dopo anno al fisco con versamenti di 6 milioni annui. Ne restano da pagare solo 66, per cui fra un decennio la società si potrà dire libera in maniera assoluta da ogni passività, mentre quasi tutte le altre società debbono fare i conti con disavanzi assai preoccupanti.
La Lazio non  ha ormai più bisogno di sanatorie, e secondo Lotito otterrà la sua assoluta indipendenza quando avrà uno stadio tutto suo, aperto e operante 24 ore su 24, impegnato in operazioni commerciali e socialmente utili, con incontri e iniziative per i giovani e per i nuclei familiari. Uno stadio da 55 mila spettatori, che è nei progetti di Lotito, in attesa soltanto dell'autorizzazione a procedere nella costruzione dell'impianto.
Lotito si proietta nel futuro e vede ancora il calcio come latore di un messaggio sociale utile per i nostri giovani, e non solo come il gioco più bello del mondo, ma anche come fonte di risorse e di creatività. Per questo, indubbiamente, merita il titolo di miglior presidente della serie A.

lunedì 15 ottobre 2012

Anni di scuola: 3. Ragazzi di umile provenienza

Ne riportai, così, una buona impressione complessiva, che mi aiutò a non rimpiangere troppo  la mia decennale esperienza di aspirante giornalista che mi aveva fatto conoscere un po' il mondo.
Entravo nella scuola con molta umiltà ed un grande entusiasmo, consapevole del mio ritardo professionale che però volevo  recuperare al più presto. 
Mi assegnarono due classi, prima e terza, nelle quali insegnavo italiano, storia, geografia e latino, che allora era ancora materia obbligatoria,  e per la quale provavo particolare attrazione. Mi diedi subito a insegnare con impegno l'analisi grammaticale e l'analisi logica, che sono le basi di un corretto insegnamento letterario.
I ragazzi erano quasi tutti di umile provenienza, figli di contadini e di pastori; i più evoluti provenivano dalle poche famiglie di artigiani e di commercianti. In genere le ragazze erano maggiormente dotate di buona volontà e alcune anche di un ingegno vivo, mentre i ragazzi apparivano più distratti e svogliati, e dovetti impiegare una dura fatica per guadagnarli all'interesse e ad una reale partecipazione. 
Erano i primissimi anni della scuola dell'obbligo, ed anche le famiglie dimostravano un interesse abbastanza relativo, salvo poche ed encomiabili eccezioni, di quei ragazzi che effettivamente avrebbero comunque scelto la scuola media senza esservi obbligati. Diciamo che in una classe di una ventina di elementi, soltanto quattro o cinque avrebbero compiuto questo passo di propria scelta.
A quindici ragazzi su venti bisognava dunque far capire che istruzione è bello e utile, che le conoscenze della cultura aprono un mondo più ampio e più confortevole, e la possibilità di sviluppare il proprio ingegno, di cui in genere la natura fa dono a tutti.